Fumagalli in tuffo sui sogni ma avverte: «Foggia Calcio serve spensieratezza. Marchionni? Farà strada. Ai giovani ho detto…»
Ermanno Fumagalli, il numero uno del Foggia Calcio, ha rilasciato un’intervista alla redazione di Foggiasport24.com per parlare di passato, presente e futuro dei rossoneri.
A 38 anni ha ancora l’animo e la reattività di un ragazzino. Con le sue parate tutte istinto ha più volte tolto le castagne dal fuoco al Foggia Calcio. Ermanno Fumagalli è uno degli uomini più rappresentativi della formazione di Marchionni, nonché uno dei protagonisti della stagione che ha visto (con la vittoria sulla Turris) raggiungere l’obiettivo salvezza. Una stagione che adesso propone una gradevole finestra con vista sui playoff. Un obiettivo da perseguire come un bellissimo sogno, più che un peso. A margine della presentazione dei nuovi calendari del club, svoltasi questa mattina presso il Foggia Store del supermercato La Prima in via Zara, il portiere rossonero si è fermato ai microfoni di Foggiasport24.com per commentare il momento della squadra.
Parate decisive e tanta sicurezza regalata alla difesa. Che stagione è stata fino ad oggi quella di Fumagalli?
«La mia stagione è stata importante, così come quella di tutta la squadra. Avevamo l’obiettivo di raggiungere la salvezza il prima possibile per poi sognare. Volevamo far bene e ci siamo riusciti».
Sei uno dei più “esperti” del gruppo ma non sembra visto il tuo spirito.
«Sì, è vero, sono il più vecchio ma mi diverto ancora. Divertirsi e non pensare troppo al domani, questo è il segreto».
E non sembra tu abbia voglia di smettere, o sbaglio?
«Mai. Mai ho sentito la voglia di smettere».
Parliamo del vostro campionato. Una stagione sulle montagne russe. Siete partiti male collezionando anche quattro sconfitte consecutive. Cosa è successo?
«Siamo partiti non bene anche per via dei due cambi di allenatore e per l’ok all’iscrizione arrivato molto tardi rispetto alle altre. Poi avevamo il freno a mano tirato, c’erano molti ragazzi nuovi e il gruppo aveva bisogno di amalgamarsi bene. E infine dovevamo capire come sarebbe stato per noi esordire in questa Serie C».
Poi la svolta e una serie di ottime prestazioni.
«Dopo la partita con il Bari dell’andata ci siamo improvvisamente sbloccati ed abbiamo fatto registrare risultati importanti fino alla sosta natalizia. A gennaio abbiamo ripreso giocando bene ma non riuscivamo ad accompagnare alle prestazioni i risultati».
Non ho voglia di smettere. Il segreto è divertirsi
Nel girone di ritorno siete incappati in altre quattro sconfitte, quasi del tutto combacianti con quelle dell’andata.
«Siamo fatti così, quando iniziamo a perdere ne dobbiamo perdere quattro, evidentemente (sorride nda). A parte gli scherzi, abbiamo avuto un calo ma adesso ci siamo ripresi per provare a sognare. Per provare a sognare noi e la gente di Foggia».
Quindi ritieni la salvezza già acquisita?
«Si, credo proprio di sì».
Se la salvezza è conquistata adesso è possibile solo sognare, ma quando ha provato a fare il salto di qualità la squadra non è mai riuscita a compierlo. Come si colma il gap con le big (e verso i sogni)?
«Il gap si colma con la spensieratezza. Si colma con la voglia di fare qualcosa di importante, qualcosa che all’inizio per tutti era forse impensabile. La medicina è questa, poi dobbiamo pensare partita per partita e tra otto giornate vedere dove saremo».
Sulle montagne russe dei risultati ha probabilmente inciso anche la giovane età di molti ragazzi del gruppo. Lei che è uno dei più esperti in cosa si sente di riuscire a dare loro una mano?
«I giovani bisogna incoraggiarli, pungolarli, stimolarli e spronarli. Dico questo perché vorrei che non commettessero gli stessi errori che facemmo noi più grandi tempo fa. Dobbiamo aiutarli nella crescita e continuare ad allenarsi per migliorare».
Tra i giovani c’è il suo collega Di Stasio, incappato in una giornata sfortuna a ad Avellino. Cosa gli ha detto?
«Davide (Di Stasio nda) per me è come un fratellino, tengo molto a lui. Vi dico che in certi casi non serve parlare molto, perché conosco quale può essere lo stato d’animo. Gli ho dato un solo un consiglio: non leggere i Social e i commenti. Lui è giovanissimo, è un 2001 ed ha dimostrato di essere un valido ed affidabile portiere. L’hanno scorso contro il Cerignola ha giocato una grande partita, lo ricordo bene».
Salvezza acquisita, adesso si può sognare. Ma serve spensieratezza
Due anni a Foggia, un campionato vinto e diversi mesi trascorsi nei quartieri nobili delle classifiche di Serie D e C. Ingredienti giusti per creare un po’ di entusiasmo ma il Coronavirus ha sottratto la gente allo Zaccheria. Per Fumagalli è un dispiacere?
«Certo, mi manca lo Zaccheria pieno. I nostri tifosi ci avrebbero sicuramente aiutato perché in determinate partite sono l’ago della bilancia del risultato. Spero che le cose possano migliorare al punto di permetterci di averli con noi presto».
Intanto domenica si gioca contro la Cavese. Una partita che inizia, di fatto, il nuovo percorso del Foggia verso i “sogni”. Che partita si aspetta?
«Vedo una partita pericolosa, da non sottovalutare. La Cavese si è rinforzata molto a Gennaio ed ha un allenatore che ho avuto già in passato (Campilongo nda), molto bravo nel riuscire a trasmettere energia alla squadra».
A proposito di tecnici… di Marco Marchionni che idea si è fatto?
«Il mister è uno che lavora in modo maniacale. Cura il dettaglio in tutto e per tutto. Sono convinto che farà tanta strada».