E’ durato solo tre minuti il sogno del FOGGIA di raddoppiare i punti in classifica, di stare per pochi giorni nei play off, di distanziarsi ulteriormente dai play out, di sopravanzare di 6 punti la diretta concorrente Bisceglie. Quanti danni ha causato il fallo di Gavazzi, punito giustamente col rigore, ma esageratamente col cartellino rosso! Ovviamente poi se come diceva Totò è la somma che fa il totale il modesto Bisceglie alla fine ha strameritato, inguaiando il FOGGIA in media inglese ed in eventuale classifica avulsa.
Eppure il FOGGIA aveva cominciato benissimo. Rispetto alla gara col Potenza vanno in campo solo due undicesimi diversi: l’ottimo Raggio Garibaldi e Dell’Agnello in luogo di Salvi e D’Andrea. Al 10° Curcio segna sfruttando un corto rinvio della difesa nerazzurra. Purtroppo due minuti più tardi il FOGGIA non chiude a centrocampo e Gavazzi commette fallo da rigore con annessa espulsione. Trasforma l’ex Cittadino. Fumagalli sa bene dove buttarsi, ma nonostante ciò la palla passa. Marchionni passa al 4-3-2 non potendo fare altrimenti, manda Agostinone a fare riscaldamento, ma non cambia nulla, arretrando in difesa Kalombo e Di Masi. Il FOGGIA più che in 10 resta in 9 e mezzo perché per Federico Gentile non è aria: lento, impacciato e pressocché nullo in fase di interdizione.
Paradossalmente il FOGGIA lotta, corre e gioca, ma non segna, anzi non tira in porta. Curcio si incaponisce a voler tirare le innumerevoli punizioni a favore (sintomo dell’inferiorità del Bisceglie che si difende come può), ma o non centra lo specchio della porta oppure effettua dei comodi passaggi al portiere avversario. Dell’Agnello le prende quasi tutte di testa, applicandosi con successo alla riuscita dello schema numero uno (quelli dal numero due e successivi mai visti), vale a dire lancio lungo dei difensori o rimessa di Fumagalli. Dell’Agnello ne prende 9 su 10, ma non si sa per chi svolge questo prezioso lavoro se non per i difensori in maglia bianca.
Nella ripresa il FOGGIA vorrebbe vincere. Marchionni non si accorge che Giron è l’anello debole del Bisceglie sulla sinistra della difesa ospite, ma la catena di destra con Vitale e Kalombo non funziona a dovere, anzi col passare dei minuti il FOGGIA crolla letteralmente. Bucaro si affretta a togliere Giron, Marchionni fa riposare Dell’Agnello e Gentile inserendo D’Andrea e Garofalo. I subentrati non ripetono la superba prestazione messa in mostra domenica sera. Eppure dovrebbero essere freschi rispetto agli altri.
Con l’uscita di Raggio Garibaldi si compie la tragedia. Ci fosse stato Salvi forse non si sarebbe aperta la voragine davanti alla difesa. Il Bisceglie dopo aver diverse volte sfiorato la marcatura, meritatamente passa in vantaggio al 27° della ripresa con Di Masi e Agostinone che disubbidiscono al Primo Ministro Conte. Infatti nonostante sia vietato ballare partecipano al festival del liscio. Altro che Casadei! Ci sarebbe tempo per rimediare, ma gli ingressi di Tascini e Naessens in attacco peggiorano la situazione di parecchio. Non buona la prestazione di entrambi, avulsi dal gioco.
Piuttosto il Bisceglie fa quello che vuole in campo senza rischiare espulsioni visto che ha provveduto a sostituire i suoi ammoniti. Poi nel recupero usufruisce di un altro rigore. Cittadino beffa ancora Fumagalli che intuisce ma non para. Cosa significa questo? Significa che i rigori di Cittadino andrebbero fatti vedere nelle scuole calcio. Sarebbero un validissimo insegnamento: il portiere conosce bene il rigorista e sa di doversi buttare a sinistra, lo fa ma non para per ben due volte perché il rigore è perfettissimo, forte e angolato.
Obtorto collo dobbiamo elogiare Cittadino. Purtroppo non possiamo elogiare Marchionni, nel secondo tempo il FOGGIA ha giocato male e lui non ha posto rimedio per niente. Ora il calendario è in salita. Si va a Catanzaro senza Gavazzi, mentre i calabresi saranno privi di Martinelli. Saremo costretti a tentare di lottare a mani nude e senza la corazza dei sei punti in classifica, quella l’abbiamo indossata per soli tre minuti. Un breve sogno diventato un incubo nel secondo tempo.