Solito scenario e quarta sconfitta consecutiva come Zeman nell’autunno 1989. Inoltre caterva di ammoniti e immancabile rigore contro. Scende in campo il Foggia con Ndiaye e Vitale in luogo di Garofalo e Gentile, prova a giocare palla a terra, ma comunque non si cava un ragno dal buco. La capolista Ternana è sorniona. Sa che prima o poi il Foggia di Marchionni regalerà la palla gol e così è infatti. Per la verità poco prima Curcio aveva sfiorato il vantaggio. Fuori dell’Agnello infortunato sostituito da Garofalo e Ndiaye sostituito da Di Masi per scelta tecnica. Nel secondo tempo la Ternana aspetta il rigore che puntualmente arriva. Queste quattro sconfitte hanno un comune denominatore, la difficoltà o meglio l’impossibilità ad appropinquarsi all’area di rigore avversaria. Figuriamoci se vogliamo vedere un tiro in porta. A dieci minuti dal termine entra in campo Baldè Baldè ma neanche lui vede la porta. Finisce 2-0 per gli umbri. Magra consolazione è l’aver fatto un “dispettuccio” al Bari mandando in orbita la Ternana.
DI PEPPINO BALDASSARRE