Virtuale e reale. Intangibile e tangibile. Realtà opposte e contrapposte, tra le quali, galleggiare è sicuramente l’esercizio più difficile. Ecco, trasponendo la metafora nel mondo del pallone, lì in questo momento (e ancora per poco) c’è il Foggia Calcio, appena balzato fuori da quella bolla di virtualità in cui ha navigato forzatamente (in attesa della Covisoc) fino all’altro ieri, sospeso tra Giustizia Sportiva, iscrizioni da formalizzare e verdetti su atti amministrativi da attendere.
Tra spazio e terra…
Quasi come un’astronave che ha superato il limite dell’atmosfera, il Foggia, ottenendo l’ok della Covisoc, ha fatto partire il countdown per l’atterraggio sul campionato. Una decina di giorni, anzi meno (si inizia l’11 ottobre) per attutire l’impatto, aprire i paracadute e tentare di non farsi bruciare dall’attrito. In questa situazione i pericoli sono in agguato. I principali, forse, sono due, anche in questo caso diametralmente opposti.
Pericoli da evitare
Il primo può essere il sottovalutare l’impatto, non avere il contatto con la realtà che velocemente si avvicina e che tratteggia un campionato durissimo, ben oltre il blasone delle squadre che comporranno il Girone C di Serie C e che hanno già iniziato a giocare con mesi di preparazione alle spalle. Serve concretezza massima sul mercato, idee chiare e un’organico adatto a non farsi scalfire dalle difficoltà ed in grado di esserci nei momenti difficili. L’altro pericolo è esattamente agli antipodi, ovvero il lasciarsi prendere dal panico, agire con fretta senza ponderare. Non avere la freddezza giusta al momento di fare le scelte importanti, seppur costretti a farle in tempi estremamente ristretti. Ovvio è che chi opera in questo momento conosce bene queste problematiche e, in buona fede, farà di tutto per evitarle utilizzando al massimo le proprie competenze.
Situazione di necessità
Questa è la strana situazione di questa tardiva promozione (mai il Foggia Calcio era stato promosso il 31 agosto), in cui nessuno ha colpe, se non meriti (soprattutto legali) per essere riusciti ad agguantare una Serie C svanita e chiusa a doppia mandata dal lockdown della scorsa primavera con i giochi tra Bitonto e Foggia ancora apertissimi e uno scontro diretto in casa che non ha mai avuto luogo (purtroppo per le tristi vicende legate al Coronavirus e al suo carico di sofferenza umana per la quale va il massimo portato rispetto).
Consapevolezza
La condizione è questa, va accettata e se possibile va trasformata in una forza, perché si parte qualche decina di metri alle spalle dell’ultimo avversario. Di rincorsa, si chiamerebbe questa partenza al Palio di Siena e chi conosce l’evento sa che vincere da quella posizione è molto ma molto difficile. Ma Foggia non deve vincere, deve cercare di rimanere nel gruppo, magari mettendo qualche concorrente alle spalle. Una consapevolezza che non deve mai perdere soprattutto nei momenti difficili.
Costruire subito un’identità e coesione
Mourinho in questo tipo di situazioni ci ha costruito una carriera. Certo, in categorie diverse, con obiettivi diversi, con uomini diversi e tanta qualità in più, ma il concetto di essere tutti uniti nello spogliatoio perché al di fuori nessuno ti regala niente (anzi) è stato il cemento delle sue squadre. Ecco, non negare le difficoltà è un passo importante (rientra nelle procedure per evitare l’errore di sottovalutazione). Anzi, bisogna ammetterle, conviverci e trasformarle in forza mentale. In questo Maiuri è stato confortante all’atto della sua presentazione. Con umiltà ha parlato di numerose “spine” in questo campionato ma della voglia di trasformare un “albero spinoso” in un albero fiorito. E ancor prima della necessità di creare subito “un’identità di squadra”.
Foggia Calcio chiama terra
Questa capacità, tanto mentale quanto tecnico-tattica, si costruisce adesso, in questo scampolo di mercato in più donato dalla Lega Pro (2 settimane); in questo blackout di calcio giocato che durerà fino al prossimo 11 ottobre. In questi giorni saranno la società ed il tecnico Maiuri ad avere i comandi dell’astronave in mano. Toccherà a loro guidare il Foggia Calcio dalla virtualità all’impatto con la realtà, con l’obiettivo che possa essere il meno duro possibile. E allora, Houston… parte il countdown.