Perde ancora il FOGGIA e, se nei primi 20 minuti fosse stato sotto di 4 reti, nessuno avrebbe avuto nulla da recriminare. Invece il Catanzaro ha sciupato tutto, mentre il FOGGIA sembrava che stesse giocando l’appendice agli ultimi minuti della gara col Bisceglie, cioè senza capo e senza coda. Privo di Gavazzi per squalifica, il FOGGIA portava Gentile sulla linea della difesa a tre. Ndiaye sostituiva Di Masi a sinistra, Garofalo dava il cambio a Vitale, mentre in attacco Curcio giocava dietro le due punte Dell’Agnello e D’Andrea, quasi in una sorta di 3-4-1-2. Poi la partita cambiava. Curcio si procurava e trasformava un calcio di rigore portando il FOGGIA sull’1-1. I Satanelli, in un’orrenda maglia bianca con spalle rosse ed il nero quasi invisibile, avevano una piacevole metamorfosi, degna del miglior Publio Ovidio Nasone. Dopo aver preso le misure ai giallorossi, tentavano qualche sortita in avanti. A D’Andrea veniva annullata una rete per fuori gioco, ma la giocata più bella la faceva Kalombo con un utilissimo fallo tattico. Forse la lezione col Bisceglie è servita. Giallo ben speso, ma evitata una letale ripartenza. Nella ripresa il FOGGIA passa al 5-3-2 e fa bene, anzi fa benissimo considerati i due ascari velocissimi sulle fasce. Incredibilmente diventa padrone del campo, mentre il Catanzaro comincia a perdere colpi. Purtroppo la difesa ne combina un’altra delle sue lasciando un avversario solo soletto e pronto a segnare indisturbato. Errore da matita blu. Considerando solo il secondo tempo sull’1-1, il FOGGIA aveva giocato benissimo. Anelli complica maggiormente le cose beccandosi un cartellino rosso paradossalmente in zona di attacco. Nonostante gli innesti di Vitale, Rocca, Di Masi e Tascini è notte fonda. Ancora una volta i subentrati non hanno contribuito a migliorare la situazione, anzi…giovedì arriva il forte Avellino. La difesa và urgentemente registrata. Al Ceravolo due reti subite, un palo colpito, tre parate di Fumagalli. Un vero bombardamento. Così non và. Marchionni fai qualcosa, se sei in grado di poterla fare.
Peppino Baldassarre