Foggia Calcio 100 – La storia del centenario: “Un gelato per Toneatto” (di Domenico Carella)
La storia dei cento anni del Foggia Calcio raccontata attraverso i libri di Domenico Carella. Oggi tocca a Lauro Toneatto e a una coppa di gelato…inattesa
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]E[/dropcap]ra il 12 Novembre del 1972, l’autunno era già nella sua fase più avanzata. Le foglie rosse cadevano silenziosamente al suolo, mentre il Foggia conosceva un’inattesa sconfitta nella sua splendida rincorsa alla serie A. La battuta di arresto, subita in quel nefasto pomeriggio a Cesena, non influì più di tanto nel percorso dei rossoneri, ma di certo non fece bene al loro morale. Era difficile digerire una sconfitta giunta nonostante un’ottima prestazione sfoggiata sul campo. Poi a uno come Toneatto le sconfitte non andavano mai giù.
Guidata dal sergente di ferro la squadra si apprestava a rientrare in sede per preparare la successiva gara interna contro il Lecco. Il programma prevedeva il trasferimento a Bologna, da dove, su rotabile, il gruppo avrebbe fatto rientro in sede. In attesa del convoglio, l’occasione fu opportuna per una piccola sosta presso un noto ristorante del centro.
Tra i tavoli ricoperti di tovaglie bianche trovò vita un divertente aneddoto, rimasto impresso nella memoria di Peppino Affatato: «Eravamo tutti seduti a tavola. Da un lato i calciatori, dall’altro i tecnici con i dirigenti. Dopo le prime portate la tensione post-sconfitta cominciò inevitabilmente ad allentarsi. Al nostro tavolo sedeva anche il dottor Bellotti, medico sociale. Prendeva sempre qualcosa di particolare, di diverso dagli altri». Quella volta optò per una coppa gelato con colata di cioccolata calda.
Il dessert ordinato dal medico arrivò alle ultime battute del pranzo, rompendo il chiacchiericcio tipico tra i commensali in quel particolare momento. «La coppa arrivò al tavolo e calò il silenzio – continua Affatato -. Era talmente bella che suscitava la golosità dei presenti. Tutti i dirigenti, io compreso, provammo scherzosamente a contendercela. Iniziò un tira e molla con protagonista la coppa di gelato». E’ facile capirlo. Ai calciatori è riservata una dieta particolare e priva di quel tipo di golosità. Per loro vederla era un sogno. Ma anche i dirigenti se la contesero duramente. Una spinta dietro l’altra, uno strattone deciso e il prelibato dessert decise di porre autonomamente la parola fine alla contesa.
«Mentre tutti eravamo distratti a parlare – ricorda Trentini -, nella sala si sentì riecheggiare un rumore sordo: “sciack”! Era l’inconfondibile suono di una colata di cioccolato versato su una superficie dura. Quando mi girai mi accorsi che il gelato era finito sulla testa priva di capelli del tecnico Toneatto, in seguito ad un ultimo deciso strattone di uno dei contendenti».
Si creò in un attimo il gelo tra i commensali. Tutti temevano il sergente di ferro e non osarono fiatare, perché con lui chi sgarrava era out. «Toneatto al primo errore ti puniva. E non c’erano reazioni da parte dei calciatori perché il tecnico era lui ed il tecnico decideva», spiega Trentini. Aveva un rapporto molto particolare con i suoi uomini. Se perdevano non si arrabbiava per niente, li lasciava tranquilli. Quando vincevano, invece, era sempre “incazzato”. «Dopo quell’inattesa razione di cioccolata presa sulla testa – continua Trentini -, Toneatto non alzò nemmeno lo sguardo, si alzò in silenzio e, senza dire una sola parola, andò in bagno per pulirsi». Il tutto nel silenzio religioso di tutto il ristorante che lo seguiva con gli occhi senza proferire parola. Appena il tecnico scomparì dietro la porta del bagno tutti si lasciarono andare e scoppiarono in una fragorosa risata.
TRATTO DA: Diavolo di un satanello, Il Castello Edizioni, 2010. AUTORE: Domenico Carella
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