TMW, TUTTOC – Di Bari: “Il legame con Foggia c’è sempre”
Alla vigilia del suo 50esimo compleanno, l’ex calciatore di Zemanlandia ed ex ds del Foggia Beppe Di Bari, ai microfoni di Tuttomercatoweb.com e TuttoC.com, ripercorre la sua carriera e non solo. Di seguito uno stralcio della sua intervista: “Il legame con Foggia c’è sempre, anche se volessi non potrei non seguirli. Sono secondi in classifica e mi auguro che facciano bene, non potrò mai augurare qualcosa di negativo al Foggia. È un po’ come se fosse la mia seconda pelle, per quello che ho vissuto prima come calciatore e poi come direttore sportivo. Anche se alla fine sono stato esonerato. Io ho scelto Foggia due volte, nel senso che ho scelto di rimanere in rossonero sia da calciatore che da direttore sportivo, rifiutando offerte anche importanti.
Non nascondo che dopo la promozione in Serie B ci furono contatti con altei club: mi sedetti al tavolo col presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi. Ma avevo una pazza ambizione: volevo portare il Foggia in Serie A. Volevo provare a dare continuità al mio lavoro in rossonero. Fui contattato e fui onorato di questa possibilità, però preferii fare questa scelta.
Con Zeman fu un’esperienza incredibile. Il suo era un calcio nuovo, che passava dal giocare a uomo a giocare a zona. Lo scopo era dare spettacolo, far divertire. Aver avuto un maestro come lui è una cosa che non dimentichi. Anche se mi faceva penare
Io facevo il difensore. E a Zemanlandia andavano tutti davanti, restavamo io e il mio compagno di reparto lì dietro. Ci toccava affrontare i migliori al mondo: gente come Careca o Batistuta, non so se mi spiego.
Il più difficile da marcare? Non riesco a scegliere, ne ho affrontati tanti. Ho un ricordo speciale legato a Marco Van Basten, questo sì: ho esordito in Serie A a San Siro, contro il Milan, il 6 settembre 1992. Farlo contro di lui, poter sfidare un giocatore così fenomenale, è stato un regalo incredibile per me. Per fortuna non ha segnato.
Zeman ha lasciato un marchio, una traccia, un’impronta. Per come giocava lui, a livello di dinamicità e intensità, ci sono degli allenatori che un po’ possono ricordarlo. Anche se tutti curano di più la fase difensiva. Ci sono delle similitudini con Sarri, certo, ma il tecnico della Juve cura tantissimo la difesa. E in bianconero ha una fase offensiva molto diversa rispetto a quella che aveva al Napoli. Volendo anche Giampaolo ha qualcosa.
De Zerbi ha qualcosa di Zeman, sì. Anche se è normale che ogni allenatore provi a dare una sua identità. Zeman ha insegnato ad affrontare l’avversario con una certa apertura. Poi, certo, i gol arrivano, in tutti i sensi.
Non ci siamo lasciati in buoni termini, penso che ne dovrà passare di tempo perché possa accadere. Una cosa però voglio che sia chiara: io gli auguro il meglio, su questo non ho alcun dubbio. E poi è comunque un allenatore su cui ho scommesso. Forse un po’ di occhio ce l’ho.
Dal futuro aspetto un progetto serio. Dove si possa lavorare in maniera seria. Vorrei provare a ripetere quello che sono riuscito a costruire a Foggia. Lo vorrei costruire da qualche altra parte”.