19 Settembre 2024
Foggia Calcio Storia

Foggia Calcio 100 – La storia del centenario – Nocera re del gol e degli scherzi (di Domenico Carella)

Foggia Calcio 100 – La storia del centenario – Nocera re del gol e degli scherzi (di Domenico Carella)

I cento anni del Foggia Calcio raccontati attraverso episodi e pagine dei libri di Domenico Carella. Gli scherzi di Vittorio Nocera al Foggia

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]E’[/dropcap] il Foggia di Oronzo Pugliese e in attacco regna statuario Vittorio Cosimo Nocera, attaccante dalla progressione irresistibile e dal tiro potente. Sinistro o destro fa poca differenza: la palla viaggia a filo d’erba a velocità spropositata. Sempre. Il bomber di Secondigliano vanta anche una prestigiosa presenza in nazionale a Firenze contro il Galles, con tanto di gol all’esordio. «Ricordo tutto – mi raccontò Nocera – erano le 22.30 della sera ed ero a casa con mia moglie. Arrivò al portone una folla di cinquanta persone capitanata da Oronzo Pugliese che sventolava orgoglioso un telegramma: “Hai visto? Ti ho fatto convocare in nazionale”, mi disse sorridente. Preparai le valige e raggiunsi il ritiro azzurro a Coverciano. Non era la prima volta nel piccolo centro toscano. C’ero già stato quando nelle giovanili del Secondigliano mi aggregai alla rappresentativa regionale per un torneo che si sarebbe tenuto su quei campi».

Ma l’emozione era certamente diversa. Anzi, da un’emozione all’altra. Dalla folla sotto casa, trascinata come una banda di paese dalla irrefrenabile verve di Pugliese, al muro di gente sugli spalti del Comunale di Firenze. Tutto esaurito allo stadio che oggi chiameremmo “Artemio Franchi”, brividi a go go e Inno nazionale ad aprire la serata: «Che emozione – continuò a dirmi il bomber-, come fai a non avere i brividi in quei momenti? Il mio gol arrivò nel finale di gara. Eravamo già sul tre a uno. Tutti cercavano di segnare con azioni personali. All’improvviso mi arrivò tra i piedi un passaggio di Romano Fogli dalla destra. Tirai una “botta” di sinistro dalla distanza. Segnai un gran gol».

Campione di calcio in campo ma anche campione di scherzi fuori dal campo. Fu proprio Vittorio ad architettare assieme a Bettoni, Lazzotti e Patino un memorabile scherzo al povero Valadé. «Lazzotti era un perito tecnico – sorride Nocera -. Grazie alla sua bravura decidemmo di apportare delle modifiche alla macchina di Bettoni. Riuscimmo a collegare un microfono all’autoradio ed invitammo Ambrogio ad ascoltare con noi una tappa avvincente del Giro d’Italia. Mentre eravamo lì ad ascoltare, Lazzotti era disteso sotto l’automobile con il microfono in mano. Un microfono collegato alla radio. Lazzotti si finse giornalista e con un tono professionale interruppe la diretta, scandendo le seguenti parole: “ed ora amici ascoltatori le notizie sportive. Calcio: il Genoa acquista dal Foggia il calciatore Valadè Ambrogio. La notizia arrivava (seppur con inganno) direttamente dal giornale radio. Dopo un attimo di esitazione Ambrogio abboccò allo scherzo. Credo che sia stato organizzato talmente bene da trarre in inganno chiunque».

Il calciatore milanese partì entusiasta verso la sede del Foggia, dove c’era l’ignaro don Mimì Rosa Rosa. «Guarda che non c’è niente di vero, ti hanno fatto uno scherzo», diceva con pazienza il presidente. Ma Ambrogio continuava imperterrito: «No, questa volta l’ho sentito con le mie orecchie, l’ha detto la radio».

Nonostante le “avances” di Puricelli, che premeva per riaverlo in campo anche a 34 anni, Nocera si dedicò anima e corpo al lavoro di allenatore in seconda ed alla cura del settore giovanile. La nuova carica gli permise di scatenarsi liberamente nel creare scherzi al suo ex compagno di squadra. Uno dei più riusciti era quello della sedia bollente. Il trucco era semplice. Bastava del pane, degli stuzzicadenti, un accendino e molta acqua.

«Usavamo una sedia di plastica – dice il bomber – sotto alla quale attaccavamo una poltiglia fatta di molliche di pane impregnate d’acqua. A queste aggiungevamo degli stuzzicadenti di legno accesi. Il malcapitato che si sedeva incominciava a percepire calore fin quando non balzava in piedi per evitare di bruciarsi». Sul povero Valadé piovevano scherzi a non finire. Diversi anni fa si usava attaccare i tacchetti alle scarpe da calcio con i chiodi e proprio quel pugno di dadi accese la fantasia dei suoi compagni di squadra e del solito Nocera: «Una mattina gli facemmo trovare le calzature da passeggio, quelle di cuoio per intenderci, con i tacchetti ben saldati sulle suole, pronte per una improbabile partita di calcio. Li avvitammo uno ad uno nel corso della notte».

C’era da capirli i calciatori. La necessità di fare scherzi nasceva dalle lunghe giornate in ritiro presso un albergo sul lungomare di Manfredonia. Il Foggia trascorreva quasi sempre le ultime giornate del campionato in ritiro, tanto che lo stesso attaccante aveva contato i passi che lo dividevano dal cinema del centro presso il quale spesso il gruppo si fermava per vedere un film «5.200 precisi», dice con certezza. E’ facile capire che il passatempo più divertente era prendere di mira un compagno di squadra. Vittima predestinata degli scherzi nel Foggia degli ultimi anni sessanta era anche il terzino Fumagalli. «Mi nascondevo nel suo armadio – mi disse Nocera – e aspettavo pazientemente che andasse a letto per dormire. Una volta steso sul letto, approfittando del silenzio e del buio della notte, cominciavo a grattare con le unghie sulle ante dell’armadio. Il sinistro rumore durava fin quando, colto dalla paura, Fumagalli non scappava dalla stanza urlando».

Il bomber di Secondigliano è stato estremamente legato alla famiglia Rabbaglietti. La stima parte da lontano, durante un Foggia – Palermo nel quale Nocera rimediò un taglio sul sopracciglio destro. Fu Giuseppe Rabbaglietti, il padre di Lino, a suturare la ferita. «Lo fece talmente bene che non rimase la minima cicatrice. Eppure erano undici punti di sutura». Lo stesso bomber fu uno dei maggiori sostenitori di Lino nel Foggia. Non amava i massaggi e spesso e volentieri evitava di passare tra le pur brave mani di Peppino Lagonigro. Eppure, al fine di fare uno scherzo… «passavo sotto gli occhi di Peppino per suscitarne la gelosia ed andavo da Lino. Gli indicavo dove dovesse massaggiarmi mentre sorridendo dicevo a Peppino: “Quando Rabbaglietti mi massaggia segno sempre”».

TRATTO DA: Diavolo di un satanello, Il Castello Edizioni, 2010. AUTORE: Domenico Carella

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