[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L[/dropcap]eader in campo, riflessivo e misurato fuori: Francesco Viscomi è stato protagonista nel tardo pomeriggio in sala stampa, qualche giorno dopo la prestazione maiuscola di Cerignola e nemmeno quindici giorni dopo il terribile incidente con il Gravina, che ha tenuto in sospeso per alcuni minuti tutto lo Zaccheria.
“È stata una bella «mazzata» in tutti i sensi”, ha commentato il 28enne centrale, “è stato un spavento per tutti, anzi ci tengo a ringraziare i tifosi e quanti mi hanno fatto sentire la loro vicinanza con i messaggi. Adesso sto bene, devo ancora fare un paio di esami ma sono comunque riuscito domenica a dare il mio contributo. Di quei momenti ricordo la punizione, poi null’altro sino all’ambulanza quando mi hanno detto che aveva segnato Anelli (il gol del momentaneo 1-2 nda). Potevo andare molto peggio, oggi sono qui a raccontarlo. Ho avuto una commozione cerebrale ma sette giorni dopo ero già in campo.”
Un guerriero, l’ex Cesena, con le idee chiare sul “suo” Foggia: “Se abbiamo mentalità, cattiveria e con sacrificio non dobbiamo avere paura di nulla. A livello tattico dobbiamo ancora crescere esponenzialmente. Vincere aiuta a vincere, quando vinci mentalmente sei più consapevole dei tuoi mezzi. Siamo cresciuti molto dalla prima partita di Coppa Italia ma dobbiamo crescere ancora come squadra e come singoli. Dobbiamo arrivare ad essere quella squadra della quale gli altri devono aver paura.”
Anche il Taranto, prossimo avversario allo Zaccheria: “Sono molto attrezzati, arriveranno avvelenati dopo la seconda sconfitta in casa, hanno individualità importanti soprattutto in avanti. La domenica si raccoglie quanto si semina nella settimana, i sacrifici di tutti i giorni, dobbiamo allenarci sempre a tremila all’ora, restano due allenamenti da fare così: ci faremo trovare pronti.
Sappiamo che erano, a partire da Cerignola, e sono, tre settimane importanti con Cerignola appunto, Taranto, Brindisi e poi Turris in Coppa Italia, competizione a cui teniamo molto. Questa è una partita da preparare alla grande, come sempre. Il mister ci prepara per ogni battaglia al 200% sia che sia il Taranto che un’altra. Rispetto per il Taranto ma paura di nessuno. Dopo Cerignola guardiamo avanti, sappiamo e il mister ce lo ha fatto vedere, di aver commesso tanti errori domenica. Il mister ci ha detto di non montarci la testa. Siamo sul pezzo da martedì, pronti per il Taranto.”
Che sarà un derby da vivere con passione: “Mi aspetto emozioni incredibili”, ha confidato Francesco, “per noi è un onore giocare per questa tifoseria, sarà una bolgia incredibile con il pubblico che ci trascinerà, speriamo sia un pomeriggio indimenticabile. Qui siamo a Foggia, la gente ci ferma per dirci quanto ci tiene a questa partita.”
Un match comunque complicato, con un avversario difficile, contro cui occorrerà evitare di concedere le palle gol lasciate a Gravina e Audace: “Le occasioni lasciate non sono errori di reparto ma di squadra su cui stiamo lavorando molto. Noi prendiamo gli avversari alti e se sbagliamo i tempi della prima pressione poi a catena si sbaglia sino alla difesa e domenica ad esempio siamo andati di ritardo in ritardo. Cercheremo però di concedere meno palle gol possibili. Con il Gravina, sul secondo gol di Santoro, ho valutato male la palla altrimenti non l’avrebbe presa.”
Un’assunzione di responsabilità che qualifica il livello umano di Viscomi, uno che crede “(…) molto nel lavoro, che cerca sempre di applicarsi al meglio” e che alla domanda sul perché uno con questa rendimento faccia ancora la serie D risponde: “Proprio perché credo nel lavoro, nessuno ti regala nulla e se ho sempre fatto la serie D (non ha ancora esordito tra i «Pro» nda) è perché evidentemente devo crescere ancora. Non cerco alibi. Certo ognuno aspira ad arrivare tra i Pro ma il Foggia, come il Cesena, l’anno scorso, hanno solo la categoria della D. Già è per molti di noi un sogno giocare davanti a 10mila persone pur essendo in «D».”
E allora raccontiamo questo inizio di stagione a Foggia: “La stagione è iniziata bene ma non mi accontento mai, devo fare di più. Devo ancora di più entrare nella mentalità del mister, sono stato un po’ sfortunato perché prima di Fasano avevo problemi alla caviglia per cui sono entrato solo nel finale e con il Gravina è successo quello che sapete. Poteva andare anche meglio. C’è da migliorare, aiutare di più i compagni, crescere a livello personale.”
Il finale di conferenza il classe ’91 che stima Sergio Ramos (“Mi piace perché è carismatico” ha detto) lo dedica al suo passato. Prima, quello recente: “Cesena è stata un’esperienza incredibile, poi la società ha fatto le sue scelte, è arrivato un nuovo tecnico che probabilmente ha voluto i suoi giocatori e anche il blocco che aveva vinto il torneo, tra cui Loris Tortori e Francesco Campagna, ha lasciato.
Ringrazio comunque il Cesena, in estate con il mio procuratore abbiamo atteso la chiamata giusta, alcune proposte anche di categoria superiore non mi interessavamo, poi è arrivato il Foggia e non potevo rispondere no, anche se per dire sì ho sacrificato la famiglia, visto che ho bambina che vive a 800 km. Appena giunto qui però non ho avuto dubbi”.
Infine, il passato più «remoto»: “Vengo dalla «D» di Domodossola (qualcuno mi chiede pure se esiste la famosa «D», certo che esiste, è lì che sono nato), sono cresciuto al Bar Sport dei miei, è stato mio papà a farmi avvicinare al calcio e mia mamma lavorava quando lui mi accompagnava agli allenamenti. Loro mi hanno aiutato a crescere umanamente e ad innamorami di questo sport.”
E con l’immagine di un ragazzo serio e carico di valori va in archivio la “chiacchierata” con Viscomi. Domenica c’è il derby e toccherà ancora allo “sceriffo” della difesa rossonera suonare la carica…