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23 Marzo 2023
Foggia Calcio

Nel silenzio…

Nel silenzio…

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]N[/dropcap]el silenzio più totale. Asettico. Irritante. Freddo. Freddo come questo maggio che sa di una Primavera insipida. Su Foggia alle 16.50 di oggi l’atmosfera è diventa ovattata. Non ci sono rumori, ma ci sono le nuvole. Sono alte e grigie. A guardarle sembrano quelle del cielo nella finale con l’Avellino. In fondo il silenzio è lo stesso, l’umore anche. Ed è lo stesso silenzio che struggeva la città intenta nel metabolizzare a fatica la retrocessione in C2 ad l’Ancona alla fine del secolo scorso. Fa male il silenzio. Fa rumore il silenzio, soprattutto perché segue il gran baccano degli oltre 3.000 tifosi foggiani al Bentegodi. Non avevano paura loro. Hanno avuto solo il coraggio e l’amore cieco di seguire fino all’ultimo la propria squadra, anche quando colava tristemente a picco, senza far rumore. L’hanno tenuta a galla loro nella seconda parte di questo campionato, almeno finché hanno potuto, svegliandola dal torpore, riscaldandola con l’affetto. Non è bastato. Non poteva bastare in una stagione balorda, iniziata male, finita come peggio, forse, non si poteva. Fa rumore, il silenzio, perché è il suono del beffardo passaggio dalla salvezza diretta alla retrocessione in venticinque minuti. Venticinque minuti che hanno messo a soqquadro una stagione. Sarebbe bastato un gol per cambiare la storia, che invece si è cristallizzata sul petto di Iemmello, che un tempo, al 94′, aveva regalato in quel modo la vittoria sull’Andria e che oggi ha mandato a lato il pallone e con esso la permanenza in B. Un silenzio che stride con il vociare di proclami di Serie A in due anni di inizio stagione. Che brutto questo silenzio, in un maggio di inizio autunno, che fa cadere le speranze e le lacrime giù dal viso come foglie.

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