[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]E[/dropcap]ra il 27 dicembre e il panettone navigava ancora nello stomaco dopo i bagordi natalizi. Nel torpore di una serata sferzata dall’umidità, andava in scena una delle pagine meno nobili di questo tormentato torneo del Foggia.
Si giocava al Curi e l’avida doppietta di Kouan e l’«amén» di Vido stesero l’amorfa truppa di Padalino. Eccesso di velocità contro apatia della corsa. Nel post partita, il monito di Marco Zambelli che segnava la fine dell’epopea dei voli pindarici: “Siamo partiti con grande entusiasmo e ambizioni ma la realtà è adesso un’altra”. Fu facile profeta il «13» rossonero che “tuonò”: “La realtà è che oggi il Foggia è una squadra che deve pensare a salvarsi”.
Sono passati 130 giorni da quella lugubre notte umbra e la permanenza nella categoria non è stata ancora garantita. Anzi… 180 minuti in 144 ore, da domani a sabato, dal Perugia al Verona, due spareggi da affrontare, sei punti da conquistare. Senza illudersi su altro. Senza fare calcoli su punti da ritrovare o udienze da fissare. Quella è cosa da lentezza pruriginosa in un paese nel quale la giustizia è dogmaticamente moviolata.
Altro che VAR, eletto fedele scudiero della regolarità di un playout divenuto ora traguardo unico dei satanelli! Il VAR, però, spera di incrociarlo anche il Perugia, nei playoff, obiettivo dichiarato dell’undici di Nesta prossimo ospite allo Zaccheria (dove non ha mai vinto in serie B).
Il traguardo pareva quasi tagliato il 30 marzo scorso, quando Gabriel e soci battevano 3-1 il Livorno: da allora, però, il Grifo non ha più vinto, 6 incontri con 3 pari e 3 ko. E mercoledì scorso pure i fischi di una torcida disillusa. Il Perugia ha 47 punti e un andamento inversamente proporzionale a quello del girone di andata. Più punti fuori che in casa, anche in virtù di un calendario che ha offerto comodi viaggi (Ascoli, Carpi, Venezia, Padova).
L’ex formazione di Leali, Ngawa e Mazzeo (Fabio ha segnato 44 reti con il Grifo del quale è il 4° cannoniere di sempre dopo Serlupini, Cornacchini e Ravanelli) cercherà di confermare in Capitanata questo trend positivo in trasferta confidando anche nei numeri di uno che a dicembre non c’era.
Era ancora in Scozia, ai Rangers, dove il manager Gerrard, secondo quanto da lui stesso denunciato, lo faceva “(…) cambiare non con la prima squadra ma con i ragazzini”. Stiamo parlando di Umar Sadiq, il 1° obiettivo di “Attenti a quei due”. Il gigante nigeriano (1.92 di altezza) è uno dei prodotti dell’Accademia di Abuja di Volpi, patron dello Spezia, e con lo sfortunato compagno Nura (ritiratosi a 21 anni per problemi cardiaci) è sbarcato proprio alle Aquile dopo aver vinto un prestigioso torneo in Croazia.
Girato per ragioni di tesseramento in serie D alla Lavagnese (il cui DS, Paolo Scalzi, ha raccontato che al primo allenamento dovette correre a comprare un paio di scarpe ai due ragazzi appena arrivati), Sadiq è esploso nella Primavera dello Spezia (come esterno di un centrocampo a cinque) sconfitta nei quarti dei playoff scudetto dalla Roma di Alberto De Rossi. E fu lo stesso tecnico giallorosso a consigliarne l’acquisto e a farlo così sbarcare nella Capitale.
Temperamento fumantino (in un derby Primavera con la Lazio fu espulso per una gomitata al dirimpettaio Mattia e si rifiutò di lasciare il campo beccandosi 6 turni di squalifica), il centravanti medaglia di bronzo alle Olimpiadi 2016 con la Nigeria ha sinora giocato con il Grifo 15 incontri ed ha all’attivo 3 centri.
Un bottino distante da quello del capocannoniere della squadra Verre, autore di 12 reti (Vido è a quota 8, Melchiorri – che sarà assente per infortunio allo Zaccheria – a 7, Han a 4) ma in calo dopo una stagione folgorante. Verre e Sadiq erano in campo con il Cittadella il 1° maggio, confronto nel quale Nesta ha schierato i suoi così:
A stantuffare chilometri in mediana c’era uno dei ragazzini terribili del Perugia, quel Vlad Dragomir che il Guardian inserì (insieme al compagno Kingsley, in dubbio per domani) tra i 60 migliori talenti del ‘99. Primo rumeno ad indossare la maglia dell’Arsenal (seppure solo nelle formazioni U18, U21 e U23), Drago esordì a 15 anni in serie B con il Poli Timisoara, emigrando poi a Londra.
Paragonato da Arsene Wenger a Wilshere, Vlad ha disputato 29 match realizzando un gol nell’1-4 di Palermo. A lui si sono già interessate Udinese e Bologna e sarà sotto osservazione allo Zaccheria, così come Filippo Sgarbi, centrale di provenienza Inter, che rappresenta la novità di quest’ultima porzione umbra di torneo.
Sarà un Perugia giovane, dunque, quello che scenderà allo Zaccheria, dove però toccherà al Foggia mantenere viva la fiammella della speranza. Due partite, 180’, due successi. Solo a quel punto si potranno tirare le somme…