[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]I[/dropcap]n sala stampa, il tecnico del Foggia Pasquale Padalino ha analizzato la partita del Foggia: “Siamo partiti timorosi sulla falsariga di Palermo. Solo che a differenza di Palermo ci abbiamo messo meno tempo ad entrare in gara. Mi ritengo soddisfatto da quanto prodotto in fase di costruzione non nel fraseggio nel quale abbiamo sbagliato troppi passaggi, anche nell’occasione che poi ha portato al rigore e al loro pari. La stessa cosa è successa spesso. Da questo punto di vista i ragazzi devono fare ancora meglio eliminando preoccupazioni eccessive che nascono dal fatto di voler uscire il prima possibile da questa situazione.
Rispetto a Palermo abbiamo provato a rivedere la posizione di Kragl. L’intenzione è di portarlo al cross e al tiro: ma sei vai troppo avanti devi poi avere una gestione diversa della palla, devi dribblare, andare nell’uno contro uno, invece lui è uno che sprigiona forza quando ha campo. L’idea era quella di alzare Deli e consentire a Olly di giocare con maggiore libertà. Ma loro hanno modificato la disposizione con Marras sulla trequarti e occupando di più la metà campo. Certo però che la posizione di Olly, quel binario di 100 mt di sinistra è lo stesso: non ha mica fatto il trequartista. Il problema non è Ranieri che si alza perché da quando c’è il calcio le sovrapposizioni hanno sempre creato problemi a chi le subisce. È un falso problema.
Galano? Più passano i giorni e gli allenamenti e più prende consapevolezza. Non è ancora quello che vorremmo, ma è chiaro che lui è più padrone quando parte dall’esterno, l’assist che ha fatto a Iemmello è di un’altra categoria. Iemmello nel secondo tempo si è liberato, è venuto a prendere palla, ha centrato il palo, bisogna fargli i complimenti.
L’ho detto nella conferenza pre-gara: questa squadra ti dà la possibilità di avere letture tecnico-tattiche multiple. Occorre avere un po’, chiaro solo un po’ perché le partite sono sempre meno, di pazienza. Ho parlato con Billong sul rigore ed era affranto perché è sicuro di non aver commesso il fallo. Ma io l’ho rivisto e dico che se mi fossi trovato sull’altra barricata e non mi avessero dato questo rigore avrei avuto motivazioni per lamentarmi. Certo non era nettissimo. Ma più che per il rigore sono arrabbiato per la gestione della palla che poi ha portato al rigore. Anche la fase dopo aver perso palla: Ranieri ad esempio doveva avere maggiore impatto fisico magari e non far girare Marras che poi ha dato la palla a Mancuso.
Non credo molto alla fortuna nel calcio: se tu crei i presupposti per segnare quello è lavoro, è capacità, è un po’ di tutto. Nella finalizzazione può capitare come a Palermo la zolla e allora lì sì magari che puoi pensare alla sfortuna. La fortuna però te la devi creare. Questo modulo e modo di giocare non è necessariamente la soluzione definitiva. Deli e Gerbo ti danno la possibilità di accompagnare di più in avanti a differenza di Greco e Busellato (che palleggiano più nella nostra metà campo), ti fanno le sovrpposizioni, strappano con o senza palla. Con Mazzeo ci sono altri equilibri che devi capire però se puoi sopportare.
Il rammarico dei ragazzi è un aspetto positivo che però li deve convincere che non mancano troppe partite e che quindi si deve cominciare a gioire. Però è positivo perché significa che si stanno rendendo conto che non possono essere quelli visti sino ad oggi”.