22 Marzo 2025
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Foggia calcio contro un Pescara “appesantito” dall’1-5 con il Brescia ma guidato con saggezza da Bepi Pillon

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]R[/dropcap]ialzarsi dopo un ko 1-5 è dura. Lo ricorda bene il Foggia che alla 1ª in serie B dopo 19 anni tornò in Capitanata con un pokerissimo servitogli dal Pescara di Zeman, in un caldo pomeriggio d’agosto reso “gelido” dalle prodezze di Pettinari (oggi al Crotone di Stroppa che all’epoca allenava i rossoneri) e dalla consapevolezza che la stagione dei trionfi (in Lega Pro) era davvero alle spalle.

Scherzi del destino… proprio il Pescara arriverà domani allo Zaccheria con l’identico peso di un 1-5 mortifero, inflitto è vero dalla corazzata Brescia ma pur sempre manifesto di un’umiliazione profonda. S’affronterà dunque di nuovo il biancazzurro che nel “new deal” cadetto di Agnelli e soci ha significato sinora solo sconfitte: oltre all’1-5 di agosto 2017, è arrivato lo 0-1 del gennaio 2018; infine quest’anno all’andata altro 0-1, stavolta all’Adriatico, con la rete di testa di Gravillon (che sarà assente per squalifica come Del Grosso e Gerbo) e il rigore fallito da Mazzeo.

Sono stati questi gli ultimi 3 dei 14 successi abruzzesi in 25 scontri diretti in serie B, con il Foggia che ha invece ottenuto 7 vittorie (4 i pareggi). In tema di precedenti, però, ci sono da sottolineare anche quelli assoluti allo Zaccheria: 20 partite con 12 centri per i padroni di casa, 5 pari e 3 affermazioni degli ospiti. Un bilancio che fa ben sperare seppure il cliente che scenderà in terra dauna non è dei più semplici: il Pescara – infatti – ha gli stessi punti del Lecce (con una partita in più), 34, con uno score di 9-7-5 ed è da inizio torneo nelle zone nobili della classifica.

Il 2019 del Delfino non è partito in maniera spedita, due punti e un solo gol all’attivo nelle tre gare giocate, ma le ambizioni restano cospicue. Anche grazie alla saggezza di un signore che venerdì 8 febbraio ha compiuto 63 anni: Giuseppe, detto Bepi, Pillon, l’unico allenatore ad aver centrato tre promozioni di fila dalla serie D alla B (con il Treviso).

Fuori casa, il Pescara di Pillon ha superato soltanto Spezia e Salernitana

Di lui avevamo accennato qualcosa in sede di presentazione del confronto di andata, rammentando gli sfortunati preliminari 2006 di Champions e Coppa Uefa con il Chievo (eliminazioni per mano di Levski Sofia e Sporting Braga) che hanno però rappresentato il punto più alto di una carriera vissuta sull’ottovolante dei risultati e che nel suo ultimo tratto di cammino ha incrociato il fascino dell’Adriatico. Pillon ha sostituito Epifani il 4 aprile 2018, conducendo il Pescara alla salvezza nel torneo scorso e in questo a lottare per i playoff.

Sinora con il Delfino, il tecnico che s’inventò centrale Andrea Barzagli (erano i tempi della Pistoiese in serie B, nel 2000, e il futuro Campione del Mondo fu acquistato come centrocampista: Bepi però lo arretrò in difesa – gli ricordava tanto Baresi – portandolo con sé l’anno successivo ad Ascoli) ha ottenuto 11 vittorie, 12 pareggi e 7 stop, avendo debuttato alla guida dei biancazzurri il 7 aprile 2018 nell’1-1 di Palermo.

Quel giorno non era con il Pescara (perché spedito in prestito all’Ascoli) uno dei talenti più puri della compagine abruzzese, quel Frank Kanouté che secondo Zeman è più forte di Coulibaly (oggi in prestito al Carpi dall’Udinese) e che è stato titolare con il Brescia in una formazione schierata così:

Fiorillo
Del Grosso
Scognamiglio
Gravillon
Balzano
Memushaj
Brugman
Kanouté
Capone
Mancuso
Marras

Classe ’98, il senegalese è giunto in Italia nel 2014 ed è stato notato nel Pietrasanta di Cristiano Zanetti (ex Roma e Juve tra le altre) dal responsabile dell’Accademy toscana del Carpi Luca Diddi. Dopo un provino proprio con il Carpi e uno con il Torino, per lui ecco l’occasione Napoli: alcune settimane in Primavera e due in Prima Squadra con Sarri.

In estate Kanouté è stato vicino al Genoa. Il 50% di una sua eventuale cessione andrebbe comunque alla Juve

Sfumato però il passaggio ai partenopei per questioni di età, s’infila la Juve che lo porta a Vinovo ma lo tessera solo in un secondo tempo. Da lì il prestito al Pescara che l’estate scorsa è diventato proprietario del cartellino nell’affare che ha portato Delli Carri e Del Sole in bianconero. Kanouté (in ballottaggio con Melegoni) ha collezionato sinora 10 presenze (tre da titolare) ma è in ascesa in un centrocampo che dovrebbe recuperare per lo Zaccheria il capitano Brugman alle prese con un problema al piede.

Al netto di alcuni dubbi e defezioni, però, il Delfino è compagine forte (in attacco c’è il 2° marcatore del torneo con 12 reti, ovvero Mancuso, supportato a Monachello e Marras), per battere la quale occorrerà la versione guerriera del Foggia di Palermo migliorata nel cinismo e nella perizia sotto porta.

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