[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]D[/dropcap]a agosto a gennaio. Da Carpi a Carpi. Dalla quaterna illusoria allo scontro diretto per uscire dalla zona rossa. La prima d’andata rappresentò il debutto in campionato del Foggia di Grassadonia con le falangi di difesa a schiantare le milizie avversarie; la prima di ritorno dovrà essere invece l’inizio di un nuovo campionato, i cui bagliori di speranza sono stati accesi, al tramonto del 2018, dal “sostanzioso” 2-2 con il Verona.
Da Carpi a Carpi… un girone che in Capitanata ha visto il tecnico Grassadonia salire e poi scendere vertiginosamente sulle montagne russe del gradimento di piazza e società, mentre in Emilia ha segnato il ritorno, il 3° in carriera, di Fabrizio Castori alla guida dei biancorossi.
Se il Foggia, infatti, è partito con l’handicap della penalizzazione di 8 punti, il Carpi ha scontato l’avvio disastroso del due Chezzi-Bortolas: 3 partite e 3 sconfitte con 9 gol subiti e 3 realizzati. Uno choc che ha portato alle dimissioni repentine dell’ex mister del Castelfranco e – come detto – al “Castori ter”, scattato il 22 settembre con l’1-1 contro il Brescia e proseguito sino all’1-1 di Venezia del 30 dicembre.
Il bilancio dell’allenatore di San Severino Marche recita 17 punti in 15 giornate, con una media di 1.13 a incontro, di poco inferiore rispetto a quella del Foggia che ha ottenuto 21 punti (sul campo) in 18 turni, alla media di 1.16 a confronto.
Pasciuti e soci hanno pagato dazio a un rendimento casalingo pessimo, il peggiore della categoria: al Cabassi (che peraltro ha fatto registrare l’ultimo posto anche nelle presenze di pubblico con una media di appena 2209 spettatori a partita; gli abbonati sono 903 che rendono il Carpi l’unico club di «B» sotto le mille tessere) hanno incamerato, infatti, appena 6 punti (7 il Padova, 9 il Livorno) in 8 match (media 0.75). Si tratta del girone d’andata più deludente dall’approdo in «B» nel 2013/14, con una sola vittoria (3-2 con la Salernitana) il 16 dicembre, che ha interrotto un digiuno di successi interni che durava da 11 gare (dal 2-1 alla Ternana del 29 marzo), a soli due match dal record storico negativo di 13 collezionato nella C1 del ‘98/99.
Da inferno dantesco pure il rapporto tra gol fatti e subiti sempre sul terreno “amico”: appena 8 all’attivo (peggio ha fatto solo il Padova con 5) e ben 15 al passivo (un triste primato condiviso nel torneo proprio con il Foggia). Un passivo che poteva però essere ancora più elevato se a custodire la rete carpigiana non ci fosse uno dei portieri con il rendimento più alto della cadetteria: Simone Colombi, il primo obiettivo del nostro “Attenti a quei due”.
Il ragazzo di Seriate (provincia di Bergamo) è uno dei tanti prodotti dell’inesauribile vivaio dell’Atalanta, ma è esploso nella Juve Stabia (dove era finito in prestito a 20 anni) nel semestre magico del 2011, quando le vespe ottennero la promozione in «B» anche grazie alle prodezze del bambino prodigio, in particolare nella finale di andata dei playoff contro l’Atletico Roma. Appassionato della serie TV “My name is Earl”, l’estremo difensore fatto esordire nella massima serie da Zeman a Cagliari sta sfoderando prestazioni monstre. Come quella di Venezia a fine dicembre, match in cui i biancorossi erano schierati così:
Durante la sosta, gli emiliani hanno cambiato DS (è arrivato Alex Casella dal Gozzano) e messo a disposizione di Castori i nuovi acquisti Kresic (voglioso di giocare dopo il minutaggio compresso di Cremona), Vitale (mediano proveniente dalla Spal) e Marsura (uscito dai radar di Zenga a Venezia). Addizioni interessanti per una squadra che però punta soprattutto sul riscatto di un 23enne dal talento cristallino ma dal passato turbolento: Zinedine Machach.
Giunto in prestito dal Napoli, in estate Zizou ha avuto problemi nello spogliatoio ed è stato messo fuori rosa. Un episodio disdicevole, che seguiva quello accaduto in Francia a ottobre 2017 quando il franco-algerino – secondo il racconto dei media transalpini – avrebbe avuto un alterco pesante con l’allenatore delle riserve del Tolosa Zanko, reo di non averlo designato come rigorista (da lì poi il licenziamento e il successivo approdo alla corte di De Laurentiis).
Reintegrato a ottobre, Machach ha giocato titolare nelle ultime quattro gare dell’andata e di lui Castori ha detto: “Ha talento e grandi qualità, quando la partita si spacca diventa devastante”. Un attestato di fiducia che dimostra la volontà del mister di contare su Zizou per costruire la salvezza del suo Carpi, l’ennesimo “miracolo” per il quale la premiata ditta Castori-Bonacini (il patron emiliano) si sta già attrezzando…