[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]G[/dropcap]iorno di presentazione, o meglio più umanamente del ritorno a casa, di Pasquale Padalino, tecnico che subentra all’esonerato Gianluca Grassadonia.
Accanto a lui il DS Luca Nember che così ha spiegato la scelta dell’ex centrale di Zemanlandia: “Pensiamo che sia la persona giusta, è motivato, ci conosce, ci stava seguendo, gioca in casa e per questo si gioca tanto. Chi accetta una sfida come questa fa una scelta importante. Crediamo che possa darci una mano a ritrovare la strada che si era smarrita. Ciò che ci ha colpito è la sua doppia assunzione di responsabilità (come tecnico e come foggiano nda)”.
Ecco allora in pillole alcune dichiarazioni del neoallenatore rossonero (che sarà affiancato da Sergio Di Corcia, Paolo Fiore e Nicola Dibitonto), per le altre dichiarazioni vi rimandiamo al video della conferenza integrale di Foggiasport24.
Emozioni – Sono felice e in difficoltà a trovare le parole giuste. Ringrazio la famiglia Sannella, il DS e il presidente Fares per questa opportunità. Dal mio punto di vista posso dire che non posso assolutamente sbagliare perché non voglio deludere i miei concittadini. Sotto l’aspetto professionale potremo ricevere pareri diversi, sotto quello emotivo e sentimentale perché questa è la mia città e la mia squadra. In me è cambiato qualcosa in questi anni ma non la voglia di essere protagonista nella mia città. È una doppia sfida: da tecnico e da foggiano.
Ho vissuto in maniera intensa l’emozione per questa chiamata. Ho dormito poco per la gioia. È stata una chiamata inaspettata ma sognavo di tornare. È un qualcosa che però faccio fatica a spiegare. Si vede dalla difficoltà che ho nello spiegare anche concetti semplici. La telefonata è arrivata un paio di giorni prima della partita di venerdì ed è stata un colpo al cuore perché inattesa. Mi portavo dentro una speranza ma non c’era nulla che potesse far presagire un mio ritorno.
Obiettivi – L’obiettivo è scalare più posizioni possibili e far tornare il sorriso. Chi è a Foggia non può non ambire al massimo. Allo stato attuale siamo terzultimi, però l’ambizione deve rimanere tale, non dobbiamo porci limiti. L’idea è di ritrovare quella squadra che ci consenta di recuperare le posizioni che meritiamo. Comunque il nostro impegno è volto da qui in poi a cercare di risollevarci.
Mettiamo una pietra sopra alla penalizzazione, al di là dei punti che ci potranno restituire: la nostra strada non deve cambiare. Le sfide a Foggia non sono mai facili: Foggia ha bisogno di adrenalina, c’è voglia di fare sempre di più. Nel desiderio della società e di ognuno di noi c’è l’obiettivo di salire. Al momento ci sono priorità però che vanno affrontate al tempo giusto senza correre, ma l’ambizione non ce la può togliere nessuno.
Squadra – Ha conoscenze e certezze. La cosa più semplice è lasciare ai giocatori ciò che già hanno, con piccoli accorgimenti, cercando di dare quella serenità che forse non c’era. Faremo degli accorgimenti necessari, ma dare molte nozioni creerebbe molta confusione. La conoscenza della squadra mi agevola per alcune cose, anche se i giocatori si conoscono solo se li alleni. Sicuramente dovrò avere il tempo di capire dal punto di vista fisico e mentale quali sono le priorità sulle cose che sono mancate e non hanno reso possibile ai giocatori di esprimere le loro potenzialità. Avrò anche bisogno di parlare con il DS perché il suo pensiero mi può tornare utile per individuare la medicina giusta.
Non posso dire oggi se lo spogliatoio è coeso o no, in questo momento la squadra deve essermi di supporto e può facilitarmi il compito. Ai ragazzi ho chiesto disponibilità, che è la maniera più facile per uscire da certe situazioni. In questo momento c’è mancanza di fiducia, è però solo un periodo di difficoltà che va superato. Un segnale forte lo hanno dato venerdì scorso ed è un buon punto di partenza. Difesa e tre? Non ho intenzione di stravolgere per non creare problematiche. È fondamentale guardare al collettivo. Chi gioca deve avere predisposizione a fare qualcosa che pure non si sente addosso per il bene della squadra.
Ambiente – La pressione c’è, ma se hai deciso di indossare questa maglia ti sei coscientemente assunto una responsabilità. Al di là del torneo attuale, qui c’è una richiesta sempre elevata: questa è la realtà dei fatti. Se sei qui a Foggia ti devi aspettare le pressioni. Chi ha l’esperienza per gestirle deve dare una mano a chi invece non le sa gestire.
Chiedo a tutti uno sforzo come lo chiedo a me: avere responsabilità in una città esigente. Sono qui a metterci la faccia sempre perché è il mio ruolo, ma non avrò problemi a gestire critiche successive o preventive. Mi auguro che ci possa essere la serenità giusta per gestire una situazione che va gestita. So bene che a Foggia non è facile, non lo è stato nemmeno da calciatore. Questa è una città piccola e ti vedono anche dove non sei…