[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]T[/dropcap]empo di Natale, per gli italiani da sempre… tempo di cenoni. Da due anni, però, anche tempo di football. Infatti, nel “new deal” del pallone tricolore, liberamente ispirato alla tradizione “british”, all’abbuffata a tavola si è aggiunta quella sul tappeto verde dei campi di gioco.
Due turni di campionato in quattro giorni (tre in una settimana), poi il 31 tutti a nanna: dal letargo ci si sveglierà solo a gennaio inoltrato. Perugia e Verona sono gli avversari del Foggia prima della chiusura del girone di andata.
Si comincia al Curi (domani ore 21) contro il Grifo di Alessandro Nesta, uno dei più grandi difensori degli ultimi trent’anni, convertitosi oggi in allenatore rampante, con la carriera in panchina iniziata sulle spiagge di Miami dove ha raggiunto la semifinale playoff della NASL, la 2ª lega di soccer yankee, con i suoi FC.
Esaurita l’avventura a stelle e strisce, ecco l’opportunità umbra con il patron Santopadre che lo aggancia per gli sgoccioli del torneo scorso e poi lo conferma malgrado il doppio ko con Empoli (nell’ultima di regular season) e Venezia (nel preliminare dei playoff).
Il Perugia 2018/19 parte in sordina, qualche scricchiolio si comincia a percepire ma l’ex fuoriclasse di Lazio e Milan s’inventa il cambio di modulo e la sua truppa si sblocca: con il 4-3-1-2, infatti, Gabriel e soci conquistano 18 punti in 11 partite, complice anche lo spostamento nel ruolo di trequartista del miglior acquisto estivo del Grifo (e uno dei più efficaci dell’intera cadetteria), quel Valerio Verre, romano e romanista (gustosi i siparietti con il suo tecnico Nesta, di nota fede biancoceleste, a cui Valerio spesso chiede – a mo’ di sfottò – il risultato della Lazio dopo i turni di Champions League) andato in gol 6 volte nelle ultime 7 partite contro Padova, Livorno, Crotone, Benevento, Pescara e Cittadella.
Alla 2ª esperienza con il Perugia (nella prima, stagione 2014/15, “bussò” 5 volte), il ragazzo di Quarto Miglio che vinse il campionato Primavera 2010/11 con la Roma e che in giallorosso debuttò con Luis Enrique in un infausto preliminare di Europa League contro lo Slovan Bratislava ha già centrato due promozioni in «A» con Palermo e Pescara.
Amante di Ligabue e della carbonara, è cresciuto a pane e Trigoria con De Rossi come modello e Totti come esempio assoluto di leadership (“Parlava poco, ma quando lo faceva stavano tutti sull’attenti”, ha ricordato) ma è con il Siena che ha esordito nella massima serie nell’agosto 2012 (0-0 con il Torino). In prestito dalla Sampdoria, Verre è l’uomo in più di una squadra che a Cittadella, domenica scorsa, si è schierata così:
Nel 2-2 del Tombolato non ha segnato uno che il gol invece lo conosce bene (ai tempi delle giovanili del Padova realizzò 50 reti in una sola stagione) e che proprio al Tombolato (con l’undici di Venturato) punì il Foggia nella passata stagione: Luca Vido. È stato il nazionale U21, infatti, a mettere il sigillo sul 3-1 che il Citta rifilò ai rossoneri allora di Stroppa, chiudendo di fatto le porte playoff ai satanelli. Catturato dai Giovanissimi del Milan nel 2011, il centravanti del Grifo vinse il Viareggio 2014 con la Primavera di Inzaghi ed è arrivato in prestito dall’Atalanta (con la benedizione di Gasperini che su di lui punta per il futuro), dove è finito nell’ambito dell’affare che portò Conti al Diavolo (estate 2017).
Vido, che s’ispira a Ibra ma che qualcuno ha paragonato a Immobile, è sinora andato a bersaglio 6 volte ed è il terminale di un attacco che ha ritrovato il coreano Han e che si giova dei numeri di Federico Melchiorri, forse il più completo degli avanti di Nesta. Che – dal canto suo – può godersi pure i suoi gioielli di centrocampo: Kingsley Michael, Alessandro Bordin e Mihai Dragomir, i “bambini” terribili di cui sentiremo parlare (nel 2016, Kingsley e Dragomir furono inseriti dal Guardian tra i migliori talenti del ’99, Bordin ha vinto tutto con la Roma Primavera) e di cui il nostro “Attenti a quei due” si occuperà, con ogni probabilità, nel confronto di ritorno.
Intanto, comunque, guardiamo a domani, al Curi, a una sfida complicata per la rimaneggiata compagine di Padalino che però da Salerno è uscita senza punti ma con qualche convinzione in più.