[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]I[/dropcap]l ritorno in campo si avvicina e il Foggia continua la preparazione in vista del confronto di domenica (ore 15) contro lo Spezia al Picco. Uno dei giocatori più attesi alla ripresa è sicuramente Luca Rizzo, che nel pomeriggio ha risposto alle domande dei cronisti in sala stampa.
A cominciare dalla sosta: allenamenti ma non partite. “Diciamo che allenarsi senza giocare è duro e strano”, ha esordito il centrocampista rossonero, “però ci serviva per lavorare bene su noi stessi e recuperare le forze spese nelle tre gare disputate in una sola settimana”.
E parlando di “lavorare bene su se stessi”, è conseguenziale affrontare il tema condizione fisica: “ Sto lavorando con la squadra da un mese, sto bene, mi manca solo il ritmo partita, devo entrare nel ritmo partita. Devo quindi essere bravo a sfruttare il momento se il mister mi darà la possibilità di giocare. Dal punto di vista personale sono deluso da come sta andando, ho giocato poco, non ero venuto qui per questo, ma ci sono ancora due mesi prima della sosta per riscattarmi, in primis io, e poi per aiutare la squadra.
Il fatto di aver giocato poco credo dipenda semplicemente dalle scelte dell’allenatore, perché magari c’era qualche altro che a suo giudizio poteva dare una mano più di me. Lui ha fatto le sue scelte, io non ho detto nulla, mi sono sempre allenato in attesa di un’opportunità che sinora ho avuto solo con il Cittadella. Ripeto: è stata una decisione del tecnico. Certo per ogni giocatore è fondamentale avere continuità per trovare fiducia e quindi devo essere bravo a prendermi il posto, sfruttando occasioni che altri magari hanno sfruttato prima”.
Una squadra che potrebbe cambiare ruolo: “Stiamo lavorando sulla possibilità di avere più moduli da interpretare, non so dall’inizio o a partita in corso, questo poi lo decide il mister. Comunque, avere più moduli è un’arma in più. Il mio ruolo è nel 4-3-3 quello di mezzala sinistra, in passato – anche alla Spal – sono stato impiegato pure come esterno”.
Rizzo viene dalla serie A: è difficile adattarsi alla «B»? “Non ci sono difficoltà particolari da questo punto di vista, la difficoltà è quella di cambiare squadra – come ho fatto negli anni scorsi – e quindi conoscere una piazza nuova e compagni nuovi. Di me ancora non si è visto, e questo dipende dalla condizione, il cambio passo, la potenza fisica: queste sono le migliori qualità che non ho messo in mostra per i pochi minuti giocati”.
Luca, arrivato dal Bologna e quindi dalla serie A, è tornato in «B» dopo 5 anni (stagione 2013/14: 36 presenze, 3 gol e quasi 2900 minuti giocati con il Modena). Questa la sua valutazione sul campionato: “Il bello della serie B è che nulla è scontato, sotto questo aspetto la ritrovo uguale, non c’è una squadra (come accaduto magari l’anno scorso con l’Empoli) che va via: il campionato è livellatissimo, alcuni giocatori soprattutto in avanti possono fare la differenza e questo spiega anche il perché dei tanti gol segnati. Tutte le partite sono aperte”.
La scelta di Foggia è stata una sfida per il riscatto e il «26» di Grassadonia la spiega raccontando la sua storia: “Io ho fatto il settore giovanile nella Sampdoria, quindi in una società tra le prime dieci in «A», da lì mentre alcuni miei compagni sono andati in «B» oppure altri in «A» io sono sceso in Lega Pro, l’allora C1, senza problemi. In estate potevo andare in «A», fare altre scelte, ma io voglio giocare per dimostrare il mio valore. Ho fatto la C1 per due anni di fila, poi la serie B dove ho dimostrato di poter stare in «A» con la Sampdoria. Sono sempre stato uno che voleva dimostrare qualcosa, avere sfide importanti, crearmi la fiducia dell’ambiente”.
Domenica si va in casa dello Spezia, una squadra che ha mantenuto continuità di partite: “Se ci sono situazioni strane come questa (il Foggia è fermo da tre settimane nda) si fanno sempre molte chiacchiere, ma la realtà è che sul campo tutto si elimina. A Cittadella quasi non ci eravamo allenati, avevamo viaggiato ma abbiamo fatto una gran partita. Oramai siamo abituati a tutto, non vedo problemi rispetto al fatto che loro hanno giocato sino a domenica. Si vedrà già nel riscaldamento e poi nella partita”.
La classifica è da migliorare perché aiuta anche l’autostima: “Stare nelle zone alte aiuta nel morale e nelle motivazioni. Sapevamo che con la penalizzazione sarebbe stata dura: dopo sei turni l’abbiamo azzerata e poi ci siamo buttati nella mischia. Abbiamo pareggiato le ultime tre e quindi abbiamo fatto risultati positivi, ma alla fine era meglio vincerne una, pareggiarne un’altra e perderne una. Occorre fare punti per tirarci fuori e quindi avere l’entusiasmo per affrontare le grandi e guardare verso l’alto. Nonostante la classifica, infatti, noi abbiamo una squadra forte”.