[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L[/dropcap]o Zaccheria mette l’abito buono per salutare i propri beniamini che andranno “in letargo”. Almeno per un po’… li rivedrà tra un mese dopo la maxi sosta (prima il riposo e poi lo stop per la nazionali) e la trasferta di La Spezia.
Ecco perché il confronto con il Brescia rappresenta quasi uno snodo nella stagione dei rossoneri. Occorrerà metter altro fieno in cascina (in attesa delle sentenze definitiva sulla penalizzazione) cercando di battere i lombardi. Impresa semplice? Tutt’altro…
Il Brescia è attualmente 8° con 14 punti (gli stessi maturati sul campo dal Foggia che però ha disputato una gara in più) con uno score di 3 vittorie, 5 pari e una sconfitta, quella di La Spezia alla 2ª giornata. Da allora le rondinelle non hanno più perso (sono 7 gli incontri utili di fila, cosa che non avveniva da 5 anni), evento a cui ha contribuito anche il cambio di tecnico: la scelta esotica di affidarsi a David Suazo, centravanti del Cagliari ai tempi di Cellino, è stata infatti sconfessata dopo appena tre partite di campionato con l’esonero dell’honduregno subito dopo l’1-1 interno con il Pescara.
A dirigere la Leonessa è stato chiamato Eugenio Corini, il quale ha infilato 6 partite positive con 3 successi consecutivi in casa (non accadeva da 2 anni) e 3 pareggi fuori. Un rendimento in linea con il valore di una formazione che in estate è stata potenziata per puntare senza mezzi termini alla serie A. Ed ecco allora che a Mompiano sono sbarcati Romagnoli, Tremolada, Mateju, Morosini, Alfonso, Miracoli, Sabelli e soprattutto Donnarumma, il bomber strappato all’Empoli a suon di “quattrini” (si parla di un ingaggio sui 500mila euro netti) e che non sta deludendo le attese.
Per Alfredo, sinora 7 gol in 7 presenze: nelle ultime due è stato fermo per un problema muscolare che – a guardare l’amichevole con l’Orceana – è stato superato, per cui allo Zaccheria le rondinelle dovrebbero ritrovare il loro attaccante principe. Che ha sostituito il cannoniere più prolifico della storia del Brescia, l’Airone Caracciolo (finito alla Feralpisalò) che ha lasciato la Leonessa con 399 presenze e 173 gol (è stato 11 volte capocannoniere dei suoi), di cui 135 in B.
Come detto, Donnarumma era assente nell’ultima partita con il Cosenza, nella quale Corini aveva messo in campo questo undici:
Considerando la settimana complicata, l’ex play del Chievo di Del Neri aveva optato per un 4-3-3 per dare maggiore copertura ai suoi che sino al confronto con i calabresi avevano sempre preso almeno un gol a partita. Con il rientro del bomber ex Salernitana, a Foggia si dovrebbe rivedere il 4-3-1-2, marchio di fabbrica prima di Suazo e poi di Corini. Se però dal punto di vista tattico non sono escluse sorprese, sugli uomini ci sono alcune certezze.
La più importante riguarda il centrocampo, dove “impazzano” tre ragazzi molto… rock: Tonali, Bisoli e Ndoj. Di Sandro, Millenial 2000, si sono già scritte pagine intere.
È il clone di Pirlo, da cui ha ripreso anche l’inflessione dialettica, il metronomo a cui Corini non ha rinunciato nemmeno contro il Cosenza malgrado il giovane che tifa Milan ed è appetito da tutte le grandi italiane (oltre che da Chelsea e Monaco) avesse partecipato appena alla rifinitura prima della gara. Il rimpianto di Fiorentina, Inter e Milan che rinviarono la data del suo provino favorendo così il Brescia che in 24 ore lo tesserò è un predestinato, tanto che Mancini ha già inviato un suo collaboratore, Gregucci, per visionarlo in ottica nazionale maggiore, lui che a luglio è arrivato 2° con l’U19 negli Europei di categoria.
Dimitri Bisoli è invece un figlio d’arte, di quel Pierpaolo che dirige il Padova (ha anche un fratello che gioca a Cesena in serie D). Di lui il suo ex allenatore Brocchi ha detto: “Si allena sempre al 110%, ha tutto per giocare in serie A”.
Il classe ’94 è un incursore ed ha segnato contro il Foggia l’anno scorso (quando chiuse con 5 centri) nel 2-2 del Rigamonti. Pochi però ricordano che Dimitri andò a bersaglio contro i rossoneri anche nel famoso derby perso ad Andria 0-3 nel torneo di Lega Pro 2015/16, quello che generò poi un’accoglienza agitata al rientro della squadra allo Zaccheria.
Emanuele Ndoj, invece, è nato a Catania ma è naturalizzato albanese (ha già debuttato con la nazionale delle Aquile di Panucci) ed è cresciuto nel Padova che lasciò – esattamente come accaduto a Marco Carraro – dopo la mancata iscrizione dei biancoscudati nel 2014 (approdò alla Roma con cui vinse lo scudetto Primavera nel 2015/16). Il mediano è stato pagato 1.2 milioni di euro nel 2016 ed ha un contratto sino al 2022, anche se le sirene da Bologna continuano a suonare forti e chiare.
Tonali, Bisoli e Ndoj, dunque: un trio di giovani ambiziosi. Un terzetto da cui il Foggia si dovrà guardare se vorrà andare alla pausa con il sorriso e con… tre punti in più!