26 Aprile 2025
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Foggia calcio, ecco il derby con un Lecce “made in Sardegna”, che sogna con Palombi, l’allievo di Simone…

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]I[/dropcap]l ricordo più dolce. Quello della liberazione. L’urlo dello Zaccheria a sancire che sì, la nebbia si stava dissolvendo. Definitivamente!

L’ultimo Foggia-Lecce, datato 19 marzo 2017, santificò la resurrezione. Vittoria 3-0, +4 in classifica e la sensazione violenta che tutto si fosse compiuto. E così fu. Per i satanelli il riscatto atteso 19 anni, per i salentini un altro anno di purgatorio. Scontato nella battaglia con il Catania di Lucarelli, una tenzone risolta almeno per la matematica solo il 29 aprile scorso quando l’1-0 alla Paganese celebrava il ritorno in serie B dei giallorossi dopo sei stagioni di peregrinazioni polverose e frustranti.

Il boato del Via del Mare, i cuori di un popolo – orgoglioso della propria identità – a pulsare eccitazione grazie anche alla guida “discreta” di un romano cresciuto a pane e… Roma ma divenuto in carriera capitano della Lazio: Fabio Liverani, che in un memorabile derby del 6 gennaio 2005 dipinse l’assist per Paolo Di Canio che sconquassò i cieli della Capitale.

Quasi tre lustri dopo, qualche chilo in più ma stesso cerebro per il mister svezzato in panchina dal Genoa, che ha scritto il copione perfetto per una formazione in cui “sobrava” (avanzava) talento ma a cui mancava semplicità. La stessa che il Lecce si è portato dietro anche in questo avvio di cadetteria, nella pulizia di un modulo, il 4-3-1-2, che ha fruttato 12 punti in 8 partite e una cospicua serie di prestazione ambiziose.

Su tutte, quella di Verona, nella quale Tabanelli e soci hanno unito la spettacolare brillantezza del 3-3 di Benevento al cinismo “barbaro” del 3-0 di Livorno. Una “mescita” perfetta, sapientemente governata dai piedi illuminati dell’uomo in più di Liverani in questa porzione di campionato: Marco Mancosu.

In carriera, il record di marcature stagionali di Mancosu è stata di 8 gol con Benevento e Siracusa in Lega Pro

Sardo doc, con papà di Arzana e mamma di Gergei, Marco ha percorso il sogno di ogni isolano, quello di indossare la maglia del Cagliari in serie A, dove fu guidato da Giampaolo e da un certo Allegri. Ammiratore del concittadino Barella, il ragazzo che sogna l’MLS (dove gioca il fratello Matteo) e gli States (che adora e dove va in vacanza quando può) si è però legato talmente a Lecce che in estate ha rifiutato una vantaggiosa proposta proprio dei rossoblù di Giulini preferendo “difendere” la categoria conquistata con fatica in Salento.

Mancosu ha sinora realizzato 4 reti (una su rigore con il Cittadella), inanellando tre capolavori (il primo al Vigorito con un sinistro stampato in faccia a Puggioni) che lo hanno reso il trequartista più “cool” del momento. Profumo di Sardegna, dunque, dalle parti della Firenze del Sud, un coacervo di dedizione e tenacia incarnato anche da un altro isolano che sta facendo bene in maglia giallorossa: Mauro Vigorito.

Una parabola particolare quella del classe ’90 di Macomer, il debutto in A con il Cagliari (il 1° portiere sardo in rossoblù dopo un quarto di secolo) in sostituzione degli infortunati Lupatelli e Marchetti, l’esperienza di Vicenza segnata dall’infortunio involontariamente provocato al compagno Brighenti, lo stesso che l’anno scorso lo festeggiò con calore dopo il rigore parato a Buzzegoli in un Frosinone-Ascoli 2-0, la prima gara di Mauro nei ciociari dopo 25 partite a far da secondo a Bardi.

Con i gialloblù di Longo, Vigorito si è guadagnato la serie A superando da titolare nella finale playoff quel Palermo che domenica ha fermato il Lecce al via del Mare. Una sconfitta per 1-2 nella quale Liverani ha schierato i suoi così:

Vigorito
Calderoni
Meccariello
Marino
Fiamozzi
Scavone
Petriccione
Tabanelli
Mancosu
Palombi
La Mantia

Un ko che però non ha scalfito le certezze di una squadra che a Foggia metterà in mostra anche uno dei suoi gioielli d’attacco (in un reparto che vede elementi di spicco come La Mantia e Pettinari), quel Palombi che il tecnico ha fortemente voluto avendolo allenato a Terni in una stagione in cui le Fere si salvarono miracolosamente e nella quale il ragazzo di Tivoli, provincia sudest di Roma, andò quasi in doppia cifra.

Palombi di nome fa Simone, come Inzaghi, suo “mentore” nelle giovanili della Lazio, la squadra del cuore di famiglia (dove milita la sorella Claudia con cui da piccolino giocava nei campetti di Tivoli assieme al papà), che lo ha fatto esordire anche in serie A e in Europa League.

Simone Palombi è arrivato a Lecce in prestito dalla Lazio con diritto di opzione per i giallorossi e contro-opzione per i biancocelesti

Autore sinora di due doppiette con Venezia e Livorno, il bomber (55 reti in 92 incontri con la Primavera biancoceleste) che vive per il gol (“Se non segno penso subito alla prossima partita”, ha dichiarato) s’ispira a Beppe Signori e spera un giorno di riaggregarsi alla Lazio del suo amico fraterno Murgia e di Immobile, a cui qualcuno lo ha paragonato.

Intanto però dispensa scatti e invenzioni per il Lecce che allo Zaccheria sarà scortato da oltre mille tifosi, in un match sentito e importante. Come ogni derby che si rispetti deve essere… un concentrato di spettacolo e adrenalina allo stato puro!

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