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3 Dicembre 2024
Foggia Calcio

Foggia Calcio, parla il capitano: “Sono felice della squadra, ma da qui a dire che vinceremo ci passa il mondo”

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]S[/dropcap]confitta pesante a Crotone e voce al capitano Cristian Agnelli. Non a caso, evidentemente, chiamato in conferenza a dire la sua dopo il primo ko stagionale che ha minato un po’ l’entusiasmo del post Carpi.

Queste le sue dichiarazioni che iniziano con una frase ad effetto sulla battuta d’arresto dello Scida: “Siamo nati per soffrire”.

“Come prima mia partita non mi aspettavo l’esito e non lo volevo. Sapevo che la partita era difficile e che giocavamo contro una squadra di serie A, con un tecnico, Stroppa, che sappiamo preparare bene gli incontri. Quindi conoscevamo le difficoltà. Abbiamo analizzato gli errori, ma ritengo che la sconfitta in questi termini sia immerita e direi ingiusta per come l’avevamo preparata e per come abbiamo comunque saputo ribattere colpo su colpo.

La differenza l’ha fatta il particolare, la sfumatura, anche i gol sono figli di “piccolezze” che con un pizzico più di attenzione e di fortuna avremmo potuto evitare e avere un altro risultato. Sugli errori, sul come fare ad evitare alcune cose, dovete chiedere al mister che lo sa, io posso dire che tra Carpi e Crotone c’è stata differenza nel risultato non nel modo di prepararla. Sapevamo che il Crotone, al di là delle situazioni tattiche, ha qualità giocatori che possono risolvere la partita, mi riferisco ai Firenze, Nalini (che ha fatto un gran gol), allo stesso Faraoni: sono elementi che se li lasci liberi ti creano problemi.

Il campionato sarà come sempre difficile, tutte le squadre sono forti, al di là se si tornerà o meno a 22, per ora comunque è difficile dare giudizi. Certo con 22 squadre ci saranno 6 partite e 18 punti in più, ci farebbe piacere e comodo averli per avere maggiore possibilità di eliminare la penalizzazione.

Sono felice della squadra che abbiamo, è una formazione che a Foggia può dare tanto. Ma da qui a dire che vinceremo ci passa il mondo, ci passa un’annata, il lavoro, la preparazione. Passa insomma un’intera stagione. Adesso sarebbe riduttivo dire dove potremo arrivare, dico solo che sono felice: da foggiano vedo questa squadra molto forte. Al momento non siamo tutti, non tutti lavorano con la rosa, ma c’è comunque un percorso da fare. Tanto passa dalle sconfitte, anche brutte, dal capire gli errori che si sono fatti.

Il gruppo? Posso dire per ora che è composto da calciatori forti, lo dice la storia di ognuno di loro, ma per formare un gruppo ci vogliono tempo e situazioni differenti: le vittorie e le sconfitte, ci vuole l’ambiente, serve tanto, magari andare a volte in panchina, in altre giocare. Sono però tutti aspetti sui quali stiamo lavorando, dobbiamo capire come formare un gruppo vincente. Anche perché il gruppo serve anche per “gestire” l’ambiente, a volte isolarci e credere sempre in noi e nelle nostre forze. Occorre capire che ognuno è importante ma che l’obiettivo è comune.

Il mio obiettivo personale è solo vincere con la squadra, non ne ho altri. Non ho obiettivi miei perché se mi focalizzo su altri obiettivi che non siano quelli della squadra disperdo solo energie. Si lavora per questo: la competizione fa bene anche perché alza l’asticella che altrimenti – a volte – magari si mantiene bassa. Sono contento perché possiamo regalare a Foggia qualcosa d’importante. Se tutti mettessimo noi stessi prima della squadra faremmo fatica: ci sono sempre una città e una società davanti ad obiettivi e interessi personali.

La sosta ha risvolti positivi e negativi. È vero che dopo Crotone c’era molta rabbia e quindi c’era la voglia di rigiocare subito, ma è anche vero che ci sono ragazzi che possiamo recuperare e in questo senso la sosta fa piacere. È chiaro che c’è da imparare dalla prima sconfitta in campionato, c’è ancora da conoscerci: la nostra fortuna è quella che si arriva sempre al campo con la voglia di migliorarci. Da questo punto di vista il nostro allenatore ci dà la voglia di non accontentarci mai: tutti dobbiamo avere un unico obiettivo.

La nostra gente – come al solito – non si smentisce, è sempre pronta a sostenerci, anche a Crotone erano in tanti, ma al di là di quelli che vengono è l’affetto che si sente, si sente la vicinanza. Però questo genera anche un altro lato da gestire, ovvero le emozioni e la voglia di fare troppo. Bisogna invece fare un passo alla volta. Siamo ancora acerbi, da unire, c’è bisogno di sconfitte e di capire, di migliorarci. Qui è tutto l’ambiente che ti chiede di migliorarti.

Le difficoltà generali dell’inizio (penalizzazione, calendario, infortuni ecc. nda) non creano un peso sulla squadra, altrimenti non avremmo disputato un match come quello con il Carpi. Dopo Crotone i programmi non cambiano: siamo contenti del lavoro svolto e della forza che siamo in grado di esprimere. Le partite sono diverse una dall’altra ma il cuore e la voglia devono essere sempre le stesse. Dobbiamo avere quella grinta che in fondo anche a Crotone abbiamo visto: anche sul 4-0 centravamo palla per ricominciare e c’era una squadra che aveva voglia di fare le cose.

Da fuori può essere sembrato che sia mancata la reazione, che abbiamo avuto poca veemenza, ma noi l’abbiamo messa anche lì. In fondo abbiamo preso quattro gol a difesa schierata, quindi sono altri gli errori che dobbiamo analizzare. Il ruolo in questo nuovo centrocampo l’ho sempre fatto, è il mio ideale.

Ma il problema non è il modulo, nel secondo tempo forse è mancata un po’ di ferocia nel volere riprendere la gara, nel primo avevamo risposto colpo su colpo e giocato in equilibrio contro una grande squadra. Poi alcuni episodi favorevoli a loro hanno generato quel risultato finale. Non è certo una questione di moduli, occorre avere certo più forza e veemenza. Loro sono stati più costanti dal primo all’ultimo minuto.

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