Il vero “Re” dei goleador del Foggia Calcio avrebbe compiuto 80 anni. Quando Nocera faceva rima con vittoria…
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]Q[/dropcap]uella di oggi non è una data come le altre. Non può esserlo. Il 16 agosto del 1938 nasceva il grande Vittorio Cosimo Nocera. Il goleador si Secondigliano oggi avrebbe compiuto 80 anni. In un periodo in cui Foggia acclama il ritorno del “Re” Pietro Iemmello, lo Zaccheria si toglie il cappello dinanzi a colui che è il “Re” incontrastato dei gol con la maglia del Foggia Calcio. 102 le reti segnate in 257 presenze. Una partita e un gol segnato in nazionale (Italia – Galles 4-1 a Firenze, 1° maggio 1965). Secondo rossonero a vestire la maglia azzurra, anticipato di 45′ da Romano Micelli.
Nel 1960, dopo le prime due stagioni nel Foggia (promozione in B con Costagliola e immediata retrocessione in C), doveva essere ceduto al Napoli. Accordo già trovato e solo da ratificare presso gli uffici della Federazione. Per fortuna del Foggia Calcio, nello stesso giorno della sua cessione firmò un certo Oronzo Pugliese che come primo atto da nuovo allenatore impose l’incedibilità di Nocera.
Un’intuizione geniale del “Mago di Turi”. Da lì la promozione in B, il titolo di capocannoniere in B (24 gol su 56 segnati dalla squadra), la prima storica promozione in A e la vittoria sull’Inter Euromondiale di Helenio Herrera del 31 gennaio 1965, suggellata da due gol straordinari. Il primo con dribbling di tacco che manda al bar Guarneri e Picchi, il secondo con finta e tiro secco dal limite dell’area che non lascia alcuna possibilità d’intervento al portiere. Già, il tiro. I suoi vecchi compagni di squadra e i tifosi lo ricordano ancora con fervore. Non alzava mai il pallone.
Il cuoio sibilava a qualche centimetro dal terreno, alzando un misto di polvere, sansa e gesso (mancava l’erba allo Zaccheria in quei tempi). Non ci sono parole per riuscire a descrivere quanto grande sia stato Nocera per il Foggia. Ma non solo calciatore, anche allenatore. Nocera è stato il secondo e uomo di fiducia della società negli anni ’70 e ’80, per poi essere anche la guida di migliaia di ragazzini del settore giovanile rossonero. Una curiosità: all’anagrafe il suo nome era semplicemente Cosimo. Vittorio era un soprannome affibbiatogli dai tifosi rossoneri come sinonimo di vittoria. Come sempre i tifosi ci avevano visto giusto. Buon compleanno “Vittorio”, ovunque tu sia.
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