Edgar Cani e il ricordo del playoff col Pisa: “Inferno dello Zac? Parlerei di inciviltà. Minacce, insulti e pressioni”
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L'[/dropcap]ex attaccante del Pisa, Edgar Cani, ha parlato ai taccuini dei colleghi di Tuttopisa.it della finale playoff di due anni fa contro il Foggia Calcio, quella che nella doppia garà decretò la promozione dei toscani in B a scapito dei rossoneri, nonostante il clima da inferno dello Zaccheria. “Più che di inferno parlerei di inciviltà – ha dichiarato l’attaccante a TuttoPisa.it, da cui è tratto questo stralcio dell’intervista – tutti hanno negli occhi i 90′ disputati allo “Zaccheria”, compresi anche i momenti del riscaldamento prepartita e le scene finali, in cui non potemmo festeggiare in campo l’incredibile traguardo raggiunto. Ma in pochi conoscono i retroscena precedenti alla partita“. “Di partite importanti, con poste pesanti in palio, nella mia carriera ne ho giocate diverse – prosegue l’ex numero 9 nerazzurro – ma così tanta tensione, nervosismo, esasperazione non ne ho mai visti. Si respirava ostilità ad ogni metro che percorrevamo: dall’uscita dell’albergo fino all’ingresso negli spogliatoi dello stadio fu un continuo di minacce, insulti e pressioni che con lo sport professionistico non hanno niente a che vedere“.
Poi Cani prosegue: “Avevamo un carattere pazzesco che fortunatamente ci consentì di tramutare tutta quell’ostilità in carica agonistica positiva da riversare sul terreno di gioco. Eravamo un gruppo di uomini prima che di giocatori, capace di mostrare gli attributi in qualsiasi frangente e situazione. Pur entrando in un ambiente tesissimo non ci siamo demoralizzati, non ci siamo lasciati impressionare, e siamo riusciti a condurre in porto un risultato che sia per noi come spogliatoio, sia per la città, ha significato tantissimo“. […]”Mister Gattuso era il nostro riferimento per tutto, e noi eravamo capaci di far emergere il meglio da lui. Penso che si sia visto anche nella finale di Foggia – spiega il centravanti albanese – dove per la prima e unica volta nella stagione il mister ci ha accompagnati fisicamente in tutte le fasi del riscaldamento“. […] “Sono in pochi a conoscere questo retroscena: il Pisa per il ritiro e la partita aveva assunto una squadra di bodyguard. E nonostante questo quando siamo scesi dal pullman nel piazzale dello stadio siamo stati accolti da persone che non sarebbero dovute essere lì. Alcuni dei ragazzi più giovani, inesperti di queste situazioni, invece che fare blocco unico si sono affrettati verso gli spogliatoi, e sono andati incontro a schiaffi, spintoni e minacce fisiche“.