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7 Ottobre 2024
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Foggia calcio, l’andata cambiò la storia: riecco il Venezia, oggi del battitore Leo e della premiata ditta Ma&Ma

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]E[/dropcap]ra venerdì, di nuovo, come al Picco la settimana prima. Ancora alle 20,30. Era il 15 dicembre 2017, il giorno in cui gli orixás del pallone si ricordarono del Foggia calcio. Forse non saremmo qui oggi a parlare di uno spiraglio playoff. Magari avremmo stretto la mano a Giovanni Stroppa salutandolo e ringraziandolo per aver riconquistato la «B» dopo 19 anni. Chissà…

Fortunatamente con i «se» e i «ma» non si fa la storia, che invece fu scritta, anzi riscritta, dal palo di Falzerano e dall’acuto di Deli. Foggia-Venezia finì 2-2, il risultato più importante del campionato. Perché da allora i satanelli hanno ingranato le marce alte liberandosi delle paure e sciorinando un girone di ritorno da promozione diretta. Dietro appena a quello di Empoli (44 punti), Perugia (35), Parma (33) e proprio Venezia (34), prossimo avversario dei rossoneri al Penzo, dove a maggio dell’anno passato Agnelli e soci vinsero 4-2 alzando la Supercoppa di Lega Pro.

Dunque domani sarà una sfida differente rispetto a quella dell’andata, alla quale i lagunari arrivarono dopo 4 partite senza vittorie con un bottino di appena 3 punti contro i 12 incassati nell’ultimo mese contro Entella, Novara, Palermo e Pro Vercelli. Con rosanero e bianchi, l’uomo chiave della formazione veneta è stato un ragazzo pescato nella massima serie slovena dall’ex DS Perinetti (oggi al Genoa, destinazione probabile del 24enne centrocampista che ha il contratto in scadenza a giugno) e che ha soppiantato Bentivoglio dal ruolo di play della squadra: Leo Stulac.

Su Stulac, alla 2ª stagione in Laguna, oltre al Genoa, ci sono anche Sassuolo e Chievo

Il mediano il cui modello era Pirlo e che aveva una passione per Pippo Inzaghi, ritrovato poi come tecnico al Venezia, è cresciuto a pane e pallone nelle strade di Koper sino a che nel 2010 è entrato nelle giovanili della compagine locale, con cui ha debuttato in «A» a 16 anni e 6 mesi, in una vittoria 3-0 contro il Maribor, la Juventus di Slovenia.

Per lui, diventato idolo arancioneroverde già nella passata stagione quando segnò un gol nella semifinale di Coppa Italia di Lega Pro contro gli storici rivali del Padova, ci sono già 5 reti all’attivo, tutte su battuta da fuori, il marchio di fabbrica del talento della scuderia di Ruznic, agente tra gli altri di Ilicic. Stulac è il perno centrale di una squadra che Super Pippo ha schierato così al Piola di Vercelli nella 39ª giornata:

Audero
Modolo
Domizzi
Cernuto
Garofalo
Suciu
Stulac
Falzerano
Bruscagin
Marsura
Zigoni

Un undici solido (il Venezia ha la 2ª miglior difesa del torneo con 36 reti al passivo, meglio ha fatto solo il Parma con 35; la meno battuta in casa con 12 centri subiti, alla stregua dello Spezia), esperto e fisico, costruito sulla personalità di una retroguardia rocciosa, dove spiccano due che allo Zaccheria marcarono visita, ma che domani saranno in campo, Maurizio Domizzi e Marco Modolo, la premiata ditta Ma&Ma: insieme a Stulac, i due fattori “a rischio” individuati da “Attenti a quei due”, il blog di Foggiasport24 dedicato agli avversari di turno dei rossoneri.

Domizzi ha lasciato un ottimo ricordo a Udine, tanto che ancora oggi alla Dacia Arena c’è chi indossa la sua maglia n° 6

Il capitano si avvicina a grandi passi alle 38 primavere: con oltre 20 stagioni e 500 partite (traguardo staccato con il Cesena a fine gennaio) tra i Pro, condite da 40 gol, di cui 20 in «A», il centrale che la Lazio ingaggiò dal Casalotti e che con i biancocelesti vinse un campionato Primavera nel 2000/01 (imitando la sue fonte d’ispirazione, Sandro Nesta) è uno dei giocatori più longevi della categoria.

Rigorista nel Napoli 2007/08, con cui realizzò 6 penalty su 7 (due nella stessa partita a Buffon in un Napoli-Juve 3-1), per 8 marcature complessive (fu il difensore più prolifico del torneo e il miglior marcatore partenopeo assieme a Lavezzi), Domizzi è andato a bersaglio con Ternana (2) e Avellino, contribuendo con le sue tre marcature a portare a casa 9 punti.

Un altro che ha un feeling particolare con la porta è Marco Modolo. Lo sanno bene i supporters della Virtus Vecomp Verona, a cui il “Sergio Ramos del Piave” rifilò addirittura una tripletta nel 5-3 del 4° turno del campionato di serie D 2009/10. Quell’esperienza – chiusasi con 8 gol all’attivo – fu la prima nel Venezia allenato all’epoca da Favaretto, lo stesso che il classe ’89 di Eraclea avrebbe ritrovato poi nel 2015 quando tornò ai Leoni portato dal presidente Tacopina, sotto la cui gestione sono arrivate le due promozioni consecutive dalla «D» alla «B», con la possibilità di infilare un tris epico quest’anno (il Parma 2° è solo a 3 punti, seppure lo scontro diretto sia a favore dei ducali).

Modolo è uno dei cinque (assieme a Vicario, Soligo, Cernuto e Fabiano) reduci dalla serie D, come Loiacono e Agnelli nel Foggia, in carriera ha vinto la Coppa di Slovenia con il Nova Gorica ed è stato presente nelle promozioni di Pro Vercelli e Carpi. Una bandiera dei lagunari dunque, che attendono il Foggia per coltivare ancora il loro sogno.

Un po’ come i satanelli, precipitati nel baratro e risaliti in superficie nello spazio di un palo e una rete al 95’. Era il 15 dicembre 2017: il giorno che ha cambiato il destino rossonero. O almeno questo racconta la storia…

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