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5 Dicembre 2023
Foggia Calcio

Tornano i profili di Foggiasport24: ecco Marco Zambelli, “un giocatore vero… un uomo vero!”

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]“Z[/dropcap]ambelli è giocatore vero”… il tempo è ameno, il pallido sole di gennaio stende il suo calore sul piazzale antistante lo stadio Zaccheria. Ci fermiamo a fare due chiacchiere con un amico che il calcio lo conosce e lo frequenta. Argomento, il mercato del Foggia.

Fari puntati sul ragazzo di Gavardo nella bassa Valle Sabbia, uno di quei misteri del football nostrano. Quasi 300 presenze con la Leonessa bresciana, capitano a soli 22 anni… eppure senza squadra da luglio 2017. Ultima partita Palermo-Empoli 2-1 del 28 maggio, il giorno dell’harakiri toscano: sorpasso Crotone e retrocessione in serie B.

Eppure Marco ha rubato segreti al gotha pallonaro, a Pep Guardiola e Roby Baggio, due “(…) di un altro pianeta per spessore umano e calcistico”, due con cui condivide la statura morale. Enorme. Lo capisci al primo soffio di voce, il pomeriggio d’esordio con la stampa di Foggia. Quando ricorda che il passato non va in campo. Nessuno sconto richiesto, solo il ticket di un’avventura nuova.

Un progetto affascinante in un ambiente che Marco – un paio di mesi dopo – avrebbe definito “(…) totalizzante, dove si riconosce il valore dell’uomo e quello che dà per la maglia. Quasi commovente”. Come la dedica per il suo gol a Cremona alla sposa in attesa della secondogenita che nascerà tra circa venti giorni.

Poco tempo, pochissimo rispetto al lungo digiuno di reti del laterale che giocò anche nell’U21 azzurra a Sofia, nel 2004, contro i «pari età» bulgari in un’amichevole finita 2-0 per l’Italia: l’ultima marcatura prima del capolavoro dello Zini era datata 25 marzo 2014 in un Cittadella-Brescia 0-1 di cadetteria. Una rete decisiva proprio contro quel Citta che potrebbe diventare l’avversario principale dei satanelli nella corsa playoff (subito dopo aver chiuso matematicamente la pratica salvezza) e che i rossoneri incontreranno il 28 aprile prossimo al Tombolato.

Prima però occorrerà domare l’Ascoli (allenato da quel Serse Cosmi sotto la cui guida, ovviamente con le Rondinelle, Zambelli realizzò il 1° gol in carriera, a Pisa il 15 settembre 2007), la Ternana e il Bari, nel derby attesissimo in terra di Capitanata.

Per il rush finale, Stroppa potrà contare su un esterno rigenerato, venuto a Foggia convinto di poter dare ancora molto: “Vorrei essere un giocatore incisivo e determinante, quel giocatore che riesce a «spezzare le partite»”, disse dopo Perugia-Foggia, “ogni giorno lavoro per questo. Se fossi venuto sentendomi arrivato avrei preso in giro me stesso e la società”, aggiunse dimostrando così perché molti a Brescia lo considerano semplicemente “il capitano”.

Quello che, dalle parti di via Gioberti, è Cristian Agnelli, al quale Marco ha riconosciuto gran parte dei meriti per uno spogliatoio strepitoso… un gruppo dove lui è entrato in “(…) punta di piedi”, perché – ha confidato -: “Ogni realtà è differente e tutte meritano impegno e rispetto”. Lo stesso che Zambelli si sta conquistando pian piano alle nostre latitudini, nonostante i due stop per infortunio e le difficoltà di ritrovare il campo dopo sei mesi.

Forte anche di una profondità che si esprime in ragionamenti che fanno riflettere. Come quando – commentando l’aggressione subita da due suoi colleghi ad Ascoli – ponderò: “Ho un figlio e penso ai tanti bambini che si avvicinano al calcio e mi chiedo che ambiente vorrei che trovassero…”. Certamente non quello della violenza fisica o verbale, ma di sicuro quello di un ragazzo che a 33 anni ha ancora voglia di divertirsi e correre dietro a un pallone. E, se capita, pure di infilarlo all’incrocio dei pali. Magari sotto una curva dipinta di rossonero. Con la gente che si stropiccia gli occhi di fronte a tanta grazia.

Perché, come diceva quel mio amico… “Marco Zambelli è giocatore vero”. E noi aggiungeremmo… “e uomo vero”!

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Domenico Carella