[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]I[/dropcap]l gusto amaro dell’illusione tradita, il caldo opprimente che anestetizza ambizioni oramai sopite. La trasferta di Cittadella ha sancito, almeno virtualmente (attenzione però: la matematica è altra cosa, e su quella ancora si può contare!) l’abbandono dei sogni post season del Foggia.
La sentenza è arrivata dopo una prova scialba, priva di mordente, sinceramente dimessa rispetto alle prospettive della vigilia, quando il match con i ragazzi di Venturato era stato definito da Stroppa “(…) uno spartiacque, da dentro o fuori”. Una delusione che però non deve far passare in secondo piano la bontà del risultato raggiunto in questa stagione.
Dopo 19 anni di assenza dalla cadetteria, infatti, la priorità assoluta, quasi una ragione di sopravvivenza, era la salvezza, agganciata a Terni e consolidata nel derby con il Bari, dove pure si era vista una ripresa “moviolata”. Al tramonto di aprile, dunque, possiamo rallegrarci dell’obiettivo centrato e magari innervosirci per quello che poteva essere e non è stato (Foggia non è piazza amorfa: vive di pulsioni anche irragionevoli però sempre romanticamente passionali), ma siamo anche in grado di dire freddamente che il 9° posto è realmente quanto questa squadra ha prodotto e che dunque il Foggia si trova nella posizione che merita.
E la ragione di questa convinzione sta nel più invalicabile dei muri che si oppongono alle opinioni, ovvero i numeri. Eccoci quindi a raccontare il torneo dei satanelli, basandoci esclusivamente sulle “nude cifre”, analizzabili ma non alterabili. Come già accennato, dopo 38 giornate, Agnelli e soci occupano il 9° posto in classifica ed hanno giocato sinora 15 incontri contro le prime 8 squadre più lo Spezia (10° in graduatoria e di scena martedì allo Zaccheria). Ebbene, in questi 15 confronti, il Foggia ha ottenuto appena 9 punti sui 45 disponibili, con il 20% di “aproveitamento” (ovvero il rapporto tra i punti conquistati e quelli conquistabili).
Nello specifico, ecco il computo delle sfide: due sconfitte (1-3; 0-3) su due con l’Empoli; due sconfitte (0-3; 1-3) su due con il Parma; un pareggio (1-1) e una vittoria (2-1) con il Palermo; una sconfitta (1-2) con il Frosinone, che i satanelli sfideranno fuori casa nell’ultima di campionato; un pareggio (2-2) con il Venezia (prossima trasferta di Mazzeo e compagni); una sconfitta (0-1) e un pari (1-1) con il Bari; una vittoria (2-1) e una sconfitta (0-2) con il Perugia; due sconfitte (entrambe per 1-3) con il Cittadella e una sconfitta (0-1) con lo Spezia, prossimo ospite nell’impianto di via Gioberti (1 maggio alle ore 15). Dunque il bilancio recita: 2 successi, 3 pareggi e 10 ko (con 13 gol fatti e 30 subiti), 9 punti con una media di 0.60 a partita. Gli unici due centri sono arrivati contro Perugia e Palermo, ognuno dei due con le sue peculiarità.
Di tutt’altro livello è stato invece il torneo dell’undici di Stroppa contro le squadre dall’11° posto (Carpi) in giù. Sono state infatti 23 le gare disputate e 42 i punti incamerati all’ottima media di 1.83 a partita. Questo lo screening completo: due sconfitte (1-5) e (0-1) con il Pescara; un pari (2-2) e una sconfitta (1-2) con il Brescia; due vittorie su due contro Carpi, Ascoli e Pro Vercelli; una vittoria (3-0) contro la Salernitana, che sarà l’ultima a giocare allo Zaccheria nella stagione regolare; una vittoria e un pari contro Cesena, Novara e Virtus Entella; una vittoria e una sconfitta con Cremonese e Avellino; infine due pareggi su due con la Ternana. In sintesi possiamo evidenziare che contro le squadre che lo seguono in graduatoria, il Foggia ha un saldo negativo solo con Pescara e Brescia.
La statistica dice quindi che in generale i satanelli hanno fatto la voce grossa con le formazioni più deboli ed hanno pagato dazio alle compagini più attrezzate, quelle costruite all’inizio o in corso d’opera per lottare per la serie A e i playoff. Il traguardo da tagliare era la salvezza ed è stato tagliato; quello dei playoff non era contemplato – almeno sino a quindici giorni orsono – e con ogni probabilità non verrà centrato. “Elementare, Watson”, direbbe Sherlock Holmes… E le recriminazioni sui tanti punti gettati al vento? Possono anche starci, purché sia chiaro che nel calcio l’unico giudice insindacabile è il campo. E il campo ha detto che il Foggia ha la classifica che i suoi pregi (gioco, personalità, pubblico da serie A) e i suoi difetti (errori di scelta a luglio, scarsa fisicità, disattenzioni difensive) hanno determinato.
Senza pensare a quello che doveva essere e non è stato, perché quello che doveva essere è stato e quello che non doveva essere non è stato. Almeno sinora…