[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]A[/dropcap]biurare nei contenuti il nome di un blog è esercizio poco coerente. Ma, in casi eccezionali, farlo non è reato di lesa maestà. La fattispecie in questione è il preciso indirizzo scelto per questa rubrica, ovvero la presentazione degli avversari del Foggia individuando due “elementi” da tenere sotto controllo. Sinora siamo stati ligi alla mission: con l’Empoli, però, facciamo uno strappo alla regola.
Della perfetta incarnazione di “Attenti a quei”, infatti, ci siamo già occupati all’andata. Rammentarlo fa male ma non guasta: gli obiettivi erano Caputo e Donnarumma. Fummo facilmente, e infelicemente, profetici: al Castellani gigioneggiarono per un’ora circa, poi in 14 minuti, dal 59’ al 73’, frantumarono i sogni di gloria dei satanelli.
Domani alla mezza, nel recupero del 29° turno di «B» rinviato per la tragica scomparsa di Astori, mancherà Alfredo (il sogno di due estati foggiane) che proprio contro la Salernitana, sua vecchia formazione, ha riportato un infortunio muscolare che lo terrà lontano dai campi di gioco per tre settimane; per cui ad affiancare Caputo ci sarà Alejandro Rodríguez (3 centri in 132 minuti, uno ogni 44’), spagnolo di Terrassa (vicino Barcellona) reduce dalla doppietta contro i granata e talento purissimo ancora inesplorato.
Attorno a questa coppia, però, pulsa pericolosità una compagine (capolista a +5 sul Frosinone 2° e +6 sul Palermo 3°, imbattuta da 18 gare, con il miglior attacco della categoria, 68 reti, a un solo gol dal record assoluto in B dei toscani, 69 nel 2012/13) che ha radicalizzato il suo gioco e ingranato le marce alte dopo l’approdo in panchina di Aurelio Andreazzoli, una vita nelle giovanili della Roma e l’”onta” di una sconfitta sanguinosa da tecnico della 1ª squadra giallorossa nella finale della Coppa Italia 2013 contro la Lazio.
Con il suo predecessore Vivarini, i toscani avevano incamerato 30 punti in 19 giornate (1.58 a partita), con lui ne hanno ottenuti 33 in 13 (alla spaventosa media di 2.54 punti a incontro), frutto di 3 pareggi e 10 successi, l’ultimo – come accennato – con la Salernitana giovedì scorso, match nel quale l’Empoli si è schierato così:
Subito una domanda. Chi c’è in porta? Risposta: quel Gabriel “punzecchiato” da Nember a gennaio e poi finito all’Empoli per il brutto infortunio (frattura della tibia) di Provedel. Il brasiliano, all’anagrafe Gabriel Vasconcelos Ferreira, ha iniziato nella “Escolinha do Itapuã Iate Clube” del quartiere Cachoeira di Unaí, cittadina di Minas Gerais, lo stato che ha dato i natali a un certo Pelé. E c’era proprio “o Rey” a Solna, in Svezia, quando il 15/8/2012, a 20 anni, il goleiro esordì nella Seleção senza essere titolare nella sua squadra di club.

Campione Sudamericano e del Mondo U20 nel 2011, ha conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012, alle quali partecipò per l’infortunio di Rafael, estremo difensore oggi al Napoli. In Italia si è messo in luce nella stagione 2014/15 con la maglia del Carpi: storica promozione in «A» e imbattibilità di 678’, un record per gli emiliani in serie B.
Sarà lui l’ultimo baluardo da superare per Mazzeo e soci, che si troveranno di fronte anche Giovanni Di Lorenzo (la cui valutazione è passata da 350mila euro a due milioni), reduce dall’esperienza di Matera e al momento laterale destro imprescindibile nel 4-3-1-2 di Andreazzoli. Alla stessa maniera sono schizzate le quotazioni del centrale Luperto (autore di un gol antologico contro il Venezia), 21enne prodotto del Napoli, squadra che ha messo nel mirino Miha Zajc, 6 reti e 9 assist in campionato.

Il trequartista, che con l’Olimpia Lubiana conquistò lo scudetto 2015/16, è nato a San Pietro di Gorizia, frazione slovena di San Pietro/Vertoiba, comune che ha dato i natali anche a Birsa del Chievo. Un luogo per piedi buoni evidentemente… Come i piedi educati li ha anche un collega di reparto di Miha, Ismael Bennacer.
Di lui resta negli occhi la magia del Tombolato (24 febbraio) che ha regalato l’1-1 al 95° nel confronto con il Cittadella del 27° turno. Francese di padre marocchino e mamma algerina, Ismael – cresciuto nell’Arles – è stato lanciato da Wenger nell’Arsenal in Coppa di Lega inglese. E proprio dai Gunners (che mantengono un diritto di prelazione su di lui) lo ha acquistato per un milione di euro (adesso ne vale 5) il presidente Corsi mettendolo a disposizione prima di Vivarini, con cui ha debuttato ma non ha giocato molto, e poi di Andreazzoli, che invece gli ha cucito addosso il ruolo di mezzala, perfetto per il 21enne mancino premiato a gennaio come “Rivelazione dell’anno” in Algeria (ha prevalso su Ounas del Napoli).
Radiografia completata? Magari… ci sarebbe ancora da parlare di Pasqual, il capitano; di Maietta, l’iniezione di esperienza in difesa; di Castagnetti, il metronomo; e di una panchina attrezzata nonostante le pesanti defezioni. Insomma l’Empoli che scenderà allo Zaccheria fa paura, ecco perché abbiamo derogato al credo di “Attenti a quei due” e per una volta… quei due sono diventati una squadra intera!