[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]“C[/dropcap]ui prodest scelus, is fecit” (il delitto giova a chi lo ha commesso) sosteneva Medea nel terzo atto dell’omonima tragedia di Seneca. A chi giova… Ce lo siamo chiesti anche noi analizzando i cambi di panchina del torneo cadetto 2017/18, uno spunto giunto dalla rive dell’Adriatico, dove si è consumato l’ultimo esonero (o meglio “autoesonero” secondo le parole del patron del Pescara Sebastiani) in ordine di tempo, il più fragoroso perché “perpetrato” ai danni del profeta Zeman.
Al Delfino hanno scelto la soluzione interna, quella di Massimo Epifani: del resto trovare libero un allenatore top (di quelli che incidono) in questo periodo della stagione è esercizio di pura utopia. Comunque sinora sono state 11 le squadre che hanno mutato la conduzione tecnica della squadra, di queste tre: Brescia, Pro Vercelli e Ternana hanno effettuato un doppio cambio con le Rondinelle e la Pro che sono tornate indietro sui propri passi richiamando il mister in precedenza allontanato. Ed ecco allora la mappa completa delle panchine saltate, cominciando da quelle a cui il cambio di condottiero “ha giovato”.
Si parte inevitabilmente con l’Empoli, la squadra migliore – con ogni probabilità – della categoria: dopo la rovinosa retrocessione dalla serie A, il presidente Corsi aveva scelto per l’immediata risalita (favorita dal paracadute economico a disposizione di chi scende in «B») Vivarini. L’ex tecnico del Teramo delle meraviglie ha condotto i suoi per 19 partite con un bilancio di 8 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte per un totale di punti di 30, con una media di 1.58. Le aspettative maggiori della proprietà e il trend negativo esterno hanno portato al Castellani un signore, Aurelio Andreazzoli, scomparso dai radar dopo il ko nella finale di Coppa Italia 2013 alla guida della Roma. Ebbene, con Andreazzoli l’Empoli ha cambiato ritmo: 9 incontri con un bilancio di 6 vittorie e 3 pareggi, 21 punti alla strepitosa media di 2.33 a gara!
Alle spalle del mister azzurro, conti alla mano, la sostituzione più redditizia è stata quella del prossimo avversario del Foggia, ovvero il Perugia. Ricordiamo che allo Zaccheria, il Grifo era allenato da Federico Giunti, il quale ha chiuso la sua avventura umbra dopo 11 giornate: 4-1-6 lo score con 13 punti (media 1.18). In luogo dell’ex capitano è arrivato Roberto Breda che ha guidato i suoi sinora per 17 partite (compreso il recupero di ieri con il Brescia) nelle quali ha incamerato 27 punti (7-6-4) alla media di 1.58 a match (la stessa media, ad esempio, di Vivarini all’Empoli).
Altro cambio che ha dato i suoi frutti, seppure con numeri meno importanti, è stato quello del Cesena, il primo della stagione. Andrea Camplone (che l’anno passato aveva condotto i bianconeri ad una difficile salvezza e ai quarti di Coppa Italia), infatti, è stato sollevato dall’incarico dopo appena 7 turni nei quali aveva ottenuto 4 punti (1-1-5) alla pessima media di 0,57 a gara. A lui è subentrato il sanguigno Castori, tornato al Cavalluccio dopo 9 anni, che ha diretto i romagnoli per 22 incontri con un bilancio di 6-10-6 e 28 punti (media 1.27).
Infine, l’ultimo segno «più» nei cambi è stato quello di Ascoli: il duo Maresca-Fiorin (con quest’ultimo al timone solitario per qualche gara) ha conquistato 14 punti in 17 confronti (3-5-9) con una media di 0.82 a partita. In bianconero è giunto Cosmi, considerato un mago delle salvezze impossibili dopo il “miracolo” di Trapani: ebbene il buon Serse in 12 giornate ha collezionato 12 punti (3-3-6), alla media tonda di uno a incontro.
Veniamo ora alle note dolenti, cominciando dalla Salernitana, che è passata da Bollini a Colantuono. L’ex mister della Primavera della Lazio ha messo a referto 4 successi, 11 pari e 3 stop in 18 match, con 23 punti all’attivo (media 1.27). Il suo successore, invece, non è andato sinora oltre il punto secco a partita: 11 in 11 turni (3-2-6 lo score).
Un punto a incontro è la stessa media che ha tenuto in 13 giornate Pasquale Marino a Brescia. L’effervescente Cellino, infatti, subito stancatosi di Boscaglia (che non aveva scelto di persona ma che aveva già trovato a Mompiano al momento del suo insediamento come patron della Leonessa) lo ha sostituito dopo 8 incontri, nei quali Boscaglia aveva ottenuto comunque una media 1.25, chiamando proprio l’ex mister della promozione in C1 del Foggia. Durante la sosta invernale, però, il vulcanico Massimo ha esonerato anche Marino riprendendo l’allenatore con cui aveva iniziato la stagione che, in sintesi, ha sinora diretto Caracciolo e soci 15 volte nei due periodi facendo segnare una media punti complessiva di 1.33 (20 punti con un bilancio perfettamente equilibrato di 5-5-5).
Più recente è l’uscita di scena di Eugenio Corini a Novara. Il suo bilancio recita 27 punti in 24 partite (7-6-11) con una media di 1.12 a incontro. Al suo posto è arrivato Mimmo Di Carlo che dopo la vittoria di Cittadella e l’1-1 con lo Spezia ha infilato tre sconfitte di fila (tra cui quella con il Foggia): in “soldoni” 4 punti in 5 gare, media 0,80.
La Virtus Entella, dal canto suo, ha sostituito Castorina con Aglietti: per l’ex mister della Primavera 14 punti in 13 match (3-5-5), con una media di 1.07 a incontro: per Alfredo, 15 punti in 15 partite (media 1.00) frutto di 3 affermazioni, 6 pareggi e 6 sconfitte.
Chiudiamo con Pro Vercelli e Ternana. La Pro aveva puntato su Grassadonia: 19 partite iniziali con 16 punti (media 0.84). Poi il più “infausto” dei cambi: tre match con Atzori e zero punti. Tornato l’ex centrale dei satanelli, i bianchi si sono risollevati e portando il bilancio di Grassadonia a: 25 incontri e 28 punti, media di 1.12.
Le Fere, diventate Unicusano, hanno praticamente “trasferito” in estate il Fondi in Umbria, tecnico compreso. Pochesci ha guidato Montalto e compagni per 23 gare incamerando 22 punti (media 0.95). Poi il suo allontanamento e l’interregno di Mariani (3 incontri, 3 sconfitte) prima dell’approdo con un triennale di De Canio: per lui due ko e una vittoria nell’ultima partita giocata con la Cremonese. Tra Mariani e De Canio, 6 incontri e 3 punti: media 0.50, ben al di sotto di quella dell’istrionico Pochesci.
Dunque abbiamo registrato 4 «più» e 6 «meno» nel bilancio dei cambi di panchina. Ora aspettiamo il rendimento del Pescara di Epifani, il cui obiettivo sarà quello di portare il Delfino ai playoff. La salvezza non basta. Solo a quella pensa invece Giovanni Stroppa, che con i satanelli in 28 partite ha ottenuto 37 punti, alla media di 1.32 a incontro. Non male per uno che in fondo la categoria l’aveva frequentata appena per una porzione di stagione con lo Spezia.