[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]S[/dropcap]i potrebbe sognare. Potenza di un francese al fulmicotone e di un tedesco con la dinamite nel sinistro. Si potrebbe ma non si può. Uno scioglilingua che esprime il mantra della settimana foggiana post Palermo. Piedi ben piantati a terra e pensare “partita dopo partita”. Che poi è semplicemente un’espressione spicciola per sterilizzare eventuali voli pindarici verso l’infinito.
A noi piace di più il motto oraziano “Carpe diem”, cogli l’attimo, il momento. Anzi, azzardiamo: Carpi Diem. Perché il nostro “oggi”, o meglio il nostro “domani”, sarà proprio il Carpi, il primo dei due confronti che vedranno i satanelli impegnati in casa. Si scrive Carpi, si legge 9° posto con 36 punti in 25 partite: un soffio dai playoff. Dici Carpi e pensi ad Antonio Calabro: lui ne prese cinque allo Zaccheria lo scorso campionato con la sua Virtus Francavilla. Ma era il Foggia degli invincibili. Pensi al Carpi e ti viene in mente Gianluca Di Chiara e la sua Golf parcheggiata in orario pasti di fronte al ristorante «13.30»: il terzino è stato protagonista del torneo 2015/16 con De Zerbi in panchina, l’illusione del trionfo e il canto del cigno di RDZ.
Immagini il Carpi e appare Jerry Mbakogu (a segno all’andata, nel 3-1 in Emilia, 1° successo satanello e 1° stop biancorosso in campionato): con lui in campo 29 punti in 19 incontri (media 1.50); senza di lui 7 punti in 6 gare (media 1.16). Studi il Carpi e noti che ha il peggior attacco esterno della «B» con 6 reti ma la 2ª miglior difesa (dopo quella del Palermo) con 12 marcature subite in 12 gite “fuori città”. Ti appunti Carpi e ti appaiono score e formazione dell’ultima partita dei Falconi contro la Cremonese: 1-1 (il 7° in 9 confronti carpigiani contro i grigiorossi) al Cabassi e un 4-4-1-1 orchestrato così…
A timbrare il gol del pari è stato un ragazzo a cui il «Dio del pallone» ha riservato un talento speciale ma una carriera da girone dantesco: Federico Melchiorri. Nativo di Treia in provincia di Macerata, uno dei borghi più belli d’Italia, Federico ha mosso i primi passi con la maglia del Tolentino (allenato pure da quel Castori che lo avrebbe voluto al Carpi nel 2015 prima che lui scegliesse Cagliari) e già a 19 anni ha esordito in «A» con il Siena di Beretta.

Nel 2010, a Giulianova, il dramma di un “angioma cavernoso” (lo stesso che avrebbe colpito Castan della Roma), da cui si è salvato grazie alla tempestività e alla bravura del papà chirurgo e per il quale è stato fermo sette mesi, prima di riprendere ad allenarsi in 2ª categoria e subito dopo ripartire ancora dal Tolentino in Eccellenza. Ruolini da predestinato negli anni della ripresa sino al Padova e poi al Pescara, quella serie A sfiorata nella finale playoff con il Bologna, nella quale solo i legni fermarono il talento di Federico.
Una serie A conquistata però l’anno dopo con il Cagliari, senza gioire. Perché ad aprile 2016 è arrivato il primo dei due gravi infortuni al ginocchio destro, appena intervallati dal 1° gol nella massima serie contro la Sampdoria e dallo “scalpo” dell’Inter a San Siro. A un anno dall’ultimo crack (dicembre 2016), il classe ’87 è rientrato a novembre in Coppa Italia e a gennaio è stato ceduto in prestito dai sardi al Carpi, che ha un’opzione di riscatto per giugno 2018 e con cui ha segnato già due reti.
Obiettivi puntati su Melchiorri, dunque, per il nostro blog che però non può trascurare anche un altro dalla storia singolare e che nei pressi di Foggia si è consacrato giocatore. Parliamo di Giancarlo Malcore, cresciuto a San Donaci, 6.000 abitanti vicino Brindisi, ma esploso la passata stagione con il Manfredonia in serie D (13 gol in 26 presenze). Nelle file del Delfino lo aveva portato il DS sipontino Lauriola (oggi al Carpi) che ne aveva apprezzato le qualità nel settore giovanile del Lecce dove Giancarlo era approdato a 8 anni.

Chiamato dagli amici il “Fernando Torres del Salento”, il «Re» – come viene soprannominato dai tifosi in virtù dell’ultima sillaba del suo cognome – aveva le idee chiare sin da bambino, quando a 4 anni colpiva con violenza la saracinesca del suo garage allenandosi per un futuro da calciatore. Malcore, che aveva come idolo il leccese Chevanton con il quale condivise lo sfortunato epilogo playoff 2013 proprio contro il Carpi, ha realizzato sinora 5 reti (che hanno portato in dote 9 punti), tre delle quali all’Ascoli il 4 novembre scorso, tripletta che un giocatore dei Falconi non segnava dal 2006 (Gherardi nel 3-1 al Salò).
Eccoli quindi gli obiettivi settimanali di “Attenti a quei due”, il blog di Foggiasport24 che ragiona sempre “partita dopo partita”. Come il Foggia… E allora diciamo ai satanelli di cogliere l’attimo, Carpe Diem. Anzi, più propriamente Carpi Diem. Perché per tutto il resto bastano appena un francese, un tedesco e una marea di foggiani. E non è mica una barzelletta!