IL BLOG DI PIRAZZINI: “Vi dico perché Greco ricorda Delneri. Col Brescia la mia domenica più brutta nel Foggia Calcio”
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]C[/dropcap]iao amici tifosi. Il Foggia Calcio sta giocando bene. Adesso è una squadra. Una squadra degna della città di Foggia, in grado di darti la tranquillità necessaria per un campionato buono.
Contro il Carpi la partita è stata a una sola porta. Era evidente che dopo le tre vittorie il morale fosse a mille. Il Carpi era comunque una buona squadra ma ha trovato un Foggia che è al 90% della sua forma. Gioca bene, tranquillo, gioca in avanti e non più indietro come nel passato. Il gioco non è rallentato ma in velocità. La fisionomia sta cambiando e credo che questa possa essere la base per un futuro migliore.
Ha trovato Kragl che ogni tre tiri fa un gol e che è stato un attaccante aggiunto in grado di riuscire a risolvere le partite. Greco in regia mi ricorda molto Delneri. Gigi giocava in una linea a quattro, quindi un po’ più alto, era un regista a tutto campo. Greco fa girare la squadra come lui.
Adesso la classifica è migliore ma bsogna continuare sempre a vivere alla giornata. Ma se si continua a vincere, nel cuore dei giocatori aspireranno a qualcosa in più, anche se non lo diranno mai. I calciatori credono in loro stessi e i vecchi, quelli che sono qui già da due anni, vedono nei nuovi persone che aumentano le loro caratteristiche.
Una parentesi la apro sul Brescia. Rappresenta la domenica più triste della mia carriera. Nel 1976 era stato da poco esonerato Cesare Maldini e al suo posto aveva preso le redini della squadra Roberto Balestri. Molti diedero a me la colpa dell’esonero e si creò un’atmosfera pesante. La prima partita con Balestri traghettatore (fortunatamente restò per il resto della stagione) si giocò proprio allo Zaccheria contro il Brescia.
Io non volevo giocare. E invece scesi in campo. Ogni volta che toccavo il pallone, settemila tifosi applaudivano, gli altri settemila fischiavano. Nell’intervallo sono scoppiato a piangere. Non volevo più rientrare. Furono il tecnico e il dirigente Masselli a convincermi. A fine partita (0-0) mi scortarono i carabinieri a un’uscita secondaria, dove mi stava aspettando mia moglie. Le dissi di fare le valige perché saremmo partiti per Ravenna. Ma la sera mi chiamò Fesce, il presidente. Un grande uomo, che aveva capito tutto, mi invitò a cena e mi convinse a restare. Festeggiammo il ritorno in Serie A al termine di quel campionato.
Il Brescia di oggi, invece, penso sia un avversario molto pericoloso. Ha calciatori in grado di colpire in ogni momento della partita. Ma il Foggia non è più quello di prima. E poi come dico sempre, noi siamo il Foggia… quindi…
Il vostro capitano
GIANNI PIRAZZINI