Dai racconti ai meme, da Nocera a Kragl: quando il tiro diventa immagine della memoria del Foggia Calcio
Un tempo erano i nostri genitori a raccontarci la potenza dei tiri di Nocera, adesso sono i Social a tramandare i dardi di Kragl del Foggia Calcio
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L[/dropcap]i chiamano “meme”. Sono quelle immagini che, con l’aggiunta di didascalici commenti, ci strappano un sorriso scorrendo la bacheca di Facebook. Ognuno può creare il suo, esistono app per cellulari e programmi per realizzarli in meno di un minuto. C’è chi sceglie un’immagine di Kermit la rana che beve il tè per ostentare serafica tranquillità o quella di Gene Wilder, nei panni (e tuba) di Willy Wonka, per dare lezioni morali ai lettori del Social network. Anticaglie e poco per i tifosi del Foggia. Da quasi un mese, per loro, il protagonista è solo uno: Oliver Kragl.
Alzi la mano chi non è incappato almeno una volta in un’immagine a lui dedicata. Quella di una porta da calcio distrutta, ad esempio, con alcuni calciatori intenti a tenerla maldestramente in piedi. Sotto, il lapidario commento: “Proseguono i lavori per la ricostruzione della porta dopo il tiro di Kragl”. Simpatica è anche quella sovrappone all’immagine di una porta da calcio così come la vediamo noi comuni mortali;, quella di un mirino che inquadra l’incrocio dei pali, a mostrare come il tedesco Kragl vede la porta.
Potere di due reti da leggenda. Due siluri che le telecamere hanno inquadrato a stento nei match contro Entella e Palermo. Sufficienti e abbondanti orgasmi di gioia creati per scatenare le fantasie dei tifosi, frustrate da un girone di andata poco… “stimolante”. Strappano un sorriso quei meme. Lo disegnano sul volto mentre il dito scorre il touch screen del cellulare. Fanno sorridere e allo stesso tempo stuzzicano una riflessione.
C’è un calciatore che fa sognare i tifosi. Lo si capisce da come tutti aspettano il tiro quando la palla gli finisce tra i piedi. Lo stadio che urla un foggianissimo “U’vì” (trad.: “lo vedi”, “eccolo”), mentre carica il sinistro, è il chiaro segnale che il panzer è diventato uno di famiglia. Tutti sono consapevoli che può risolvere la gara con una sua invenzione (meno informati erano i difensori palermitani che gli hanno concesso venti metri) e attraverso i già citati “meme” gli attribuiscono poteri soprannaturali. Come quello di distruggere una porta.
Pensiamo. Cosa potrebbero essere quei meme? Magari una versione moderna (e infinitamente meno romantica) delle vecchie leggende, tramandate a voce dai nostri nonni e genitori. Chi non ha mai sentito un tifoso attempato parlare dei tiri di Vittorio Cosimo Nocera? Ognuno ha una versione propria, nessuna mai uguale alle altre. C’è chi racconta di una rete bucata, strappata, lacerata dalla potenza del suo tiro. Altri, invece, narrano di pali e traverse spezzate. O magari di quel portiere, sventurato, che vide le sue mani piegarsi nel tentativo di fermare il pallone.
Che poi, a dirla tutta, tra la bandiera Nocera e il neo arrivato Kragl di simile c’è davvero ben poco. Sono artisti di traiettorie ben diverse. Il tedesco ha la bravura di alzare il pallone quel che basta per fare il contropelo ai portieri e accarezzare la base della traversa. Il re dei bomber rossoneri, invece, non alzava mai la sfera. Erano siluri a filo d’erba, anzi, a filo terra, visto che per anni lo Zaccheria non ha avuto un manto erboso (si giocava sulla durissima sansa, tritato del nocciolo d’oliva).
Il cuoio solcava la terra alzando polvere di gesso quando varcava implacabilmente le linee di porta. Vittorio ha segnato due gol all’Inter Euromondiale allenata da Helenio Herrera, ha segnato al Galles con la maglia della Nazionale, ha trascinato due volte il Foggia in Serie B e poi in Serie A. Vittorio è Vittorio perché i foggiani gli attribuirono quel nome a testimoniare la sua capacità di vincere da solo. Sulla sua carta d’identità non c’era niente più di Cosimo Nocera. Kragl è arrivato da meno di un mese, in prestito, e solo la prossima estate conosceremo il suo futuro. Però c’è qualcosa che li accomuna. La potenza e la capacità di imprimere al pallone una forza fuori dal comune. E la capacità di portare sulle spalle i sogni della gente. Tramandati in leggende orali da menestrelli oppure da moderni meme su Facebook.
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