[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]R[/dropcap]evolución. Un ispanico grido ispirato dal nuovo idolo della torcida rossonera, il Nember One che individua la preda e l’artiglia con l’abilità di un falco “in picchiata”. Il DS venuto dal Nord ha reso il Foggia calcio “international”, una babele di lingue che dovrà trovare una sintesi nell’unico linguaggio che plachi le ansie di una tifoseria preoccupata ed esigente: quello della VITTORIA.
Già a partire da sabato con il Pescara, quando – almeno per un’ora e mezzo – la giostra del mercato lascerà spazio al campo, giudice supremo di gioie e dolori. Tre punti e passa la paura. Ma lui, l’imperturbabile Zdenek, sarà d’accordo? Si piegherà ai voleri di sentimenti nascosti nei fumi di una sigaretta mai doma? A giudicare dalla gara d’andata, per nulla diremmo. “Quella fu una partita strana”, ha ricordato Agnelli in conferenza stampa. Finì 5-1 per il Delfino nel mare dell’Adriatico. “L’abbiamo giocata bene ma senza il mordente che serviva”, ha sottolineato il capitano, uno dei survivors… al gennaio di Nember Kid.
Era la 1ª in «B» dopo diciannove anni e il Foggia pareva Pinocchio nel paese dei balocchi. Con l’incantesimo che però si rompe dopo appena 7’ per colpa di un ragazzo che ha fatto “scopa” incontrando Zeman. Stiamo parlando di Stefano Pettinari, 26 anni, il 3° cannoniere (dopo Caputo e Galano) della cadetteria con 12 gol. Un finisseur plasmato da Stramaccioni negli Allievi della Roma, dove all’epoca della Primavera (con cui vinse anche un titolo assieme a Florenzi) fu paragonato addirittura a Francesco Totti.

Di giallorosso si colora il suo debutto in «A» con Ranieri (20 marzo 2010, Roma-Udinese 4-2) così come l’esordio europeo contro il CSKA Sofia. Poi – a parte una tournée estiva sotto la guida di Rudi Garcia – i colori della Lupa cominciano a sbiadirsi e per la punta svezzata dalla Lodigiani prima di approdare a Trigoria è cominciato un tour di prestiti tra i quali quello al Siena di Conte. Papà già a 21 anni, Stefano ha segnato contro il Foggia una tripletta, bissata poi con il Frosinone: 7 reti nelle prime 4 giornate, tante quante quelle realizzate complessivamente nelle tre stagioni precedenti.
Un’altra creatura – dunque – rivitalizzata da Zeman, che però sinora non è riuscito a far esplodere il Pescara: il Delfino, infatti, ha chiuso il girone di andata all’11° posto con 28 punti in 21 match (media 1.33 a incontro) e uno score ecumenico: 7 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte. Un rendimento deficitario soprattutto in trasferta dove Brugman e soci hanno ottenuto appena due successi in 10 esibizioni e dove hanno incassato 4 stop nelle ultime 5 partite.
A rendere meno cupo l’orizzonte del 2018 pescarese (iniziato con le cessioni di Ganz e Benali e l’arrivo di Gravillon, centrale scudettato con l’Inter Primavera) ci ha pensato il 2° obiettivo del nostro blog “Attenti a quei due”, ovvero Luca Valzania, autore di una doppietta che ha evitato il ko interno con la Ternana e di un gol che ha portato tre punti contro il Venezia proprio nell’ultima del 2017.

Romagnolo doc (nato a due passi dal Manuzzi di Cesena, dove andava in curva con il papà), il 22enne tifosissimo del Liverpool (il suo idolo era Gerrard) ha debuttato in «A» con il Cesena contro il Napoli di Higuaín. Da bambino pensava ad una carriera agonistica nel nuoto, poi l’amore per il calcio (il suo sogno è la Premier) ha prevalso. Comprato per 6 milioni (tra giocatori e soldi) dall’Atalanta, il centrocampista di Zeman è uno dei punti fermi della mediana abruzzese, reparto a cui appartiene anche Mamadou Coulibaly, senegalese di Thies, uno di quelli la cui storia vale la pena di essere raccontata.
Giunto in Francia su un barcone, ha raggiunto alcuni amici a Livorno per poi tentare la fortuna verso Pescara. Dopo tre notti passate sulla panchina a fianco al Campo Patrizi di Roseto, viene identificato dai carabinieri che lo trasferiscono a una casa famiglia di Montepagano, la stessa che anni prima aveva ospitato l’attaccante della Fiorentina Babacar. Segnalato da Mino Bizzarri al Delfino, è stato messo contratto con Oddo ma ha debuttato in «A» con Zeman, che l’ha fatto giocare anche a San Siro, contro quel Milan che era la sua squadra del cuore da piccolo (un match per vedere il quale la sua famiglia in Senegal ha fatto una colletta per pagare la “pay per view”). Il 19enne che il suo procuratore Di Campli ha accostato a Pogba non partirà (probabilmente) titolare a Foggia, confronto in cui il Pescara dovrebbe schierarsi così:
Un match affascinante, che riporterà Zeman allo Zaccheria dopo sette anni, ma che – soprattutto – speriamo riporti il successo in casa rossonera. Solo così Nember Kid potrà sentirsi davvero un… super eroe!