IL DOPPIO EX – Patino: “Foggia Calcio ecco come affrontare il Venezia. E ai tifosi dico…”
Da un lato la famiglia e gli affetti più cari, che lo hanno portato a spostare la sua residenza da Bari a Venezia, spinto dall’amore per la signora Paola, una giovanissima fioraia di Lido conosciuta durante un ritiro pre-partita; dall’altro l’amore sportivo, quella maglia rossonera che gli ha donato la ribalta della Serie A sotto la direzione di Oronzo Pugliese e che lui ama al punto da esclamare: «mi sento foggiano dalla punta dei piedi alla cima dei capelli». Proprio lui, barese doc del quartiere Madonnella, nato e cresciuto tra i pianterreni di via Gorizia con un pallone di stracci tra i piedi, diventato idolo dei foggiano.
Non basterebbe un libro per raccontare la storia di Ciccio Patino, imprendibile ala del Foggia degli anni Sessanta, nonché doppio ex della gara di venerdì tra i rossoneri e il Venezia. Una stagione in Laguna (1958-1959) in Serie B, dopo aver scritto un dolcissimo capitolo della storia del Catania, diventando l’uomo derby nel 1956-1957 in un indimenticabile esordio: Messina – Catania 1-3, tripletta di Patino. Poi la storia scritta a caratteri cubitali sui muri del vecchio Zaccheria, ossuto scheletro di tubi innocenti e tavoloni di legno stretti attorno a un campo polveroso, senza un filo d’erba, e duro come la pietra. Otto stagioni di cui due da capitano, le più belle: quella della prima storica promozione in Serie A nel 1963-1964 e la successiva. Fu proprio lui, con un suo gol, a regalare ai rossoneri il primo successo in massima serie contro il Mantova di Dino Zoff.
AFFETTI – «Il Venezia rappresenta il cuore, qui ho trovato l’amore ed ho stabilito la mia famiglia. Calcisticamente, invece, il mio cuore è a Foggia». Patino (lo scorso settembre 82 anni) esterna la sua fede calcistica senza alcun timore, tanto in questa chiacchierata con Foggiasport24.com quanto con i suoi amici di Lido di Venezia: «l’altro giorno faceva freddo e mi sono presentato al raduno degli ibernisti (amici che fanno il bagno in Laguna anche d’inverno) con la sciarpa rossonera al collo. Proprio prima della partita con il Venezia. Mi hanno tutti bonariamente preso in giro».
CAMPIONATO – Tre turni alla fine del girone di andata. Per Patino è tempo di bilanci: «Seguo il foggia come un tifoso che vive lontano da casa, Leggo tutto su Facebook e resto in silenzio. La scorsa estate ero contento: vedevo lo stadio colorato, l’entusiasmo dei tifosi, le interviste cariche di enfasi. Mi faceva piacere respirare quell’aria». La situazione, poi, è rapidamente cambiata con i risultati fino al clima di scetticismo di questi giorni: «Il Foggia ha pagato un po’ il salto di categoria. Ha preso tanta gente di ottimo livello per la Serie C, escluso alcuni, come ad esempio Mazzeo, che però paga l’infortunio e il fatto di non avere un ricambio con la stessa capacità realizzativa. Perdere il capocannoniere non è facile, pensate il mio Foggia senza il bomber Nocera!».
DIFESA – Gli infortuni, purtroppo, fanno parte del gioco e bisogna metterli in conto. Sono altri gli aspetti su cui si può migliorare: «Non voglio neanche guardare la classifica perché mi dispiace vedere il Foggia lì in basso. Adesso la situazione è difficile ed è importante non perdere, ma mi chiedo: come può una squadra subire così tanti gol? Le difese, amici tifosi, sono l’anima di una squadra e questo vale non solo per la mia generazione, anche per quelle di oggi. L’inter e la Juve ad esempio, fanno della difesa la loro forza. Quando i calciatori sanno di prendere pochi gol, acquistano fiducia nel fatto che basta segnarne uno per vincere e sanno che uno può essere segnato in qualsiasi momento. Della crisi, però, mi dispiace soprattutto per i tifosi. Un ambiente che presenta 12.000 spettatori quando si gioca in casa merita una squadra che regali tante soddisfazioni. La loroè una passione che commuove. Spesso mi sento telefonicamente con il mio amico Roberto Oltramari, non sapere quante ma quante volte vorremmo venire giù da voi, con il fisico da ragazzi, per dare una mano. Proprio qualche giorno fa mi ha detto: “se stavamo in campo noi, uno ala destra l’altro ala sinistra, sai quanti gol faceva l’attaccante?”».
LA PARTITA – Venerdì, ore 20.30, si scende in campo. Patino prova a svelare il segreti del Venezia di Superpippo Inzaghi: «Parto dal presupposto che la squadra si riprenderà, magari con una vittoria contro una grande, proprio come il Venezia. Qui da noi quella lagunare viene considerata come una squadra all’altezza della serie A. Il loro punto di forza è la difesa. Bisogna stare attenti al contropiede e sui calci piazzati. Il Venezia i migliori risultati li ha fatti fuori, in casa hanno avuto un po’ più di difficoltà. Ma ci sono pecche in avanti. Non hanno un attacco molto prolifico». In città si dibatte sul possibile schema che il tecnico Stroppa opporrà al Venezia: sarà il solito 4-3-3 o verrà confermato il 3-5-2 visto a La Spezia?: «Lo dico subito, io non parlo da tecnico ma da tifoso. Ho una grande simpatia per la difesa a tre se si ha la possibilità di schierare un centrale che può fare il regista, che abbia personalità e che sappia impostare il gioco alla Bonucci (ma quello dell’anno scorso, eh). Il segreto è avere questo tipo di difensore, altrimenti meglio giocare a 4. Altro punto importante sono gli esterni, che devono fare da terzini e da ali, un po’ come Candreva, ma serve un centravanti di peso che faccia gol o che comunque tenga impegnata la difesa avversaria. Servono anche “piccoletti” che sanno saltare l’uomo. Sarno mi piaceva tantissimo…».
CASA NEMICA – Ma a destare ancora più preoccupazione è il rendimento interno: nove partite giocate, una sola vittoria: «Un po’ poco. Serve invertire la rotta. Prima il Foggia era temuto quando si giocava allo Zaccheria. Portare via punti era difficilissimo. Ok, ci saranno sicuramente delle carenze, ma si può sopperire con la passione. Il pubblico è in fermento ma Stroppa e i calciatori devono stare tranquilli perché la gente chiede impegno. Se ci sarà quello tutto verrà più facile. E mi rivolgo anche ai tifosi. Siete straordinari. Provate a dare ancora fiducia alla squadra, non abbandonatela. Proprio in questo momento serve ancora più forte il vostro aiuto e in tutta Italia siete rinomati per calore, passione e per la costanza di essere vicino alla squadra anche nei momenti difficili, perché voi non tradite la vostra fede. Forza Foggia!».