[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]U[/dropcap]n anno si chiude. È stato il 2017 della redenzione. Della risalita. Dell’illusione lasciata a rosolare nell’inferno della Lega Pro. È stato l’anno di Stroppa, il condottiero. Di Agnelli, il capitano. Di Mazzeo, il killer. Di Junior Vacca, l’amore già dimenticato. È stato l’anno della Vibonese, che l’ha aperto. Lo sarà del Frosinone, che lo sigillerà. Allo Zaccheria, il teatro dei sogni. Oggi, però, delle paure, del tremore che cattura ogni volta che “There must Be love” ingaggia le prime note.
Sarà un confronto difficile, nonostante Salerno abbia ristrutturato la fiducia del satanello fragilmente edificata della rimonta con il Venezia. Sarà una partita complicata perché i canarini rappresentano una delle corazzate delle cadetteria e occupano attualmente il 2° posto in classifica con 34 punti in 20 partite (media 1.70). Il Frosinone è una squadra quasi interamente italiana, un “instant team” costruito per vincere subito. Per risalire in «A» e omaggiare lo stadio «Benito Stirpe», il 3° impianto di proprietà in Italia dopo quello di Juve e Udinese.
Per riuscire nell’impresa, la dirigenza gialloazzurra ha messo a segno il colpo del mercato estivo, portando in Ciociaria – per un milione e 300mila euro – quel Camillo Ciano che anche l’ex DS rossonero Di Bari aveva adocchiato. Camillo ha talento da vendere e una personalità che succhia la linfa dalla sua città d’origine, Marcianise, in provincia di Caserta, “la terra dei pugili”, dove sono cresciuti atleti come Musone, Mangiacapre e Clemente Russo. Proprio a Marcianise il «10» dei canarini è stato svezzato nel Vernall, prima di essere chiamato dal Napoli, un sogno per il mancino classe ‘90. Dalla Beretti alla Primavera (18 reti in 24 incontri nel 2008/09) è un festival di gol per Camillo, che gioca accanto a Lorenzo Insigne, Sepe e Maiello, oggi suo compagno nel Frosinone.
Ciano è un talento purissimo che ha trovato terreno fertile però solo in «B», la serie frequentata per sette stagioni. Magica quella con il Crotone, durante la quale ha stabilito il record di segnature (17) in carriera, un primato che Camillo ha intenzione di migliorare quest’anno: sono finora 8 i centri messi a referto, tutti irresistibilmente griffati dal suo sinistro che ha sbriciolato l’Entella nell’ultimo match allo Stirpe.
A differenza del compaesano Ciccio Tavano, il fantasista canarino non ha mai giocato in «A» (nel mercato invernale, quando militava nel Cesena, doveva finire al Crotone ma poi il DG Foschi si oppose alla cessione; in precedenza era stato vicino al Genoa; in estate si era interessato a lui il Benevento), categoria dove vorrebbe approdare con i ciociari e dove dovrebbe arrivare in tempi brevi anche il suo tecnico Moreno Longo, il mister “predestinato” alla panchina del Torino, club con cui vinse un campionato Primavera (in finale contro la Lazio di Simone Inzaghi) e che i tifosi granata hanno eletto sostituto in pectore di Mihajlovic. Nel successo 4-3 con la Virtus, Longo ha schierato i suoi così:
Un 3-4-3 nel quale sono diventati elementi insostituibili i due “brothers” più cool del calcio nostrano: i fratelli Ciofani. Daniel, il più grande (di tre anni); Matteo, il più piccolo. Il bomber e il difensore. Una storia che nasce a Cerchio, vicino L’Aquila, con una porta da calcio regalata da papà Tonino e mamma Erminia, e proseguita prima nel San Benedetto dei Marsi e poi nelle giovanili del Pescara, formazione nella quale – malgrado la differenza di età – riuscirono a disputare anche una partita insieme in 1ª squadra nel 2007 in Coppa Italia contro la Sangiustese.
Nella “camminata” verso la riunione, i fratelli Ciofani sono stati avversari, Daniel nel Gubbio e Matteo nell’Ascoli, in un doppio confronto che vide il più giovane prevalere sia all’andata sia al ritorno, ma nel quale il più anziano andò in rete.
Sono loro l’emblema del Frosinone targato Stirpe: insieme hanno conquistato la doppia promozione dalla Lega Pro alla serie A (la 1ª nella centenaria storia canarina); insieme hanno segnato a Lecce e Trapani; insieme hanno condiviso anche un cartellino giallo (che l’arbitro Russo comminò a Matteo in un Chievo-Frosinone scrivendo però nel referto il nome Daniel, errore corretto poi dal Giudice Sportivo su segnalazione dello stesso Russo) e insieme sperano di tornare a respirare già a giugno profumo di serie A.
“Attenti a quei due”, dunque, anzi a quei tre: i fratelli Ciofani e Camillo Ciano. I pericoli top di un Frosinone che scriverà la parola «Fine» al 2017 del Foggia. L’anno del riscatto. L’anno che rimarrà per sempre vergato nel cuore di tutti i satanelli sparsi per il mondo!
Per il 2018 tante speranze… e tanti auguri dal nostro blog e da tutto Foggiasport24. Il sito che racconta emozioni perché vive di emozioni.