[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L’[/dropcap]ultimo bagliore di una mistica vincente. Lassù tra le cancellate anziane e sofferenti del Penzo. “Sapevamo che se volevamo li potevamo disintegrare”: è il ruggito di Matteo Rubin, fieramente attaccato al ricordo di quel 4-2 al Venezia del 27 maggio che regalò ai satanelli la Supercoppa di Lega Pro. Era un’altra partita, oggi “(…) basterebbe l’«1-0»”, per dirla ancora come l’ex Modena, tornato dopo tempo in campo e a parlare con la stampa.
E sì perché a qualche mese di distanza, quella “strafottenza” seriale che aveva condotto la truppa di Stroppa a dichiarare guerra alla repubblica dei Dogi si è trasformata nella paura anche della propria ombra, proiettata in uno Zaccheria dal “prurito” oramai ostile. Domani sarà di nuovo Foggia-Venezia. E sarà tutto diverso. Una questione di punti, certo (27 quelli ospiti contro i 18 dei dauni), ma soprattutto di difese. Generosa la retroguardia di Stroppa, granitica quella di Inzaghi. Che al momento detta legge: in 18 giornate, gli arancioneroverdi hanno incassato infatti 15 gol, lo score migliore della categoria, davanti a Palermo (16) e Parma (17).

A guidare lo strutturato ed esperto reparto arretrato lagunare c’è un ragazzino alla 1ª esperienza da titolare, ma che nel suo palmarés vanta già scudetti e una finale di Champions. Parliamo di Emil Audero Mulyadi, 20enne portiere di mamma italiana, Antonella, e papà indonesiano, Edy. È l’erede naturale di Gigi Buffon, di cui ha detto: “È tutto per me: idolo, modello, punto di riferimento ed esempio”. Arrivato in Italia a un anno di età, Emil è cresciuto nel settore giovanile del Cumiana, piccolo club della città materna. Approdato nel 2008 alla Juve grazie a Michelangelo Rampulla, è stato svezzato nel passaggio dalla Primavera alla 1ª squadra dalle attenzioni di Morata e dalle punizioni di Paulo Dybala (“Un fenomeno” secondo Audero).
Conserva con religiosa devozione un braccialetto preso in Indonesia e la medaglia d’argento della Champions League ricevuta dopo la sconfitta di Cardiff contro il Real Madrid di Modric, giocatore che lo ha stregato. Audero, a cui i bianconeri fecero firmare il 1° contratto professionistico a 18 anni per sottrarlo agli appetiti del tycoon interista Thohir, indonesiano come lui, è arrivato a Venezia con la formula del prestito e per lui già si parla di un futuro con la maglia di… Buffon.
Un talento esplosivo, quello di Emil, che nell’ultimo match con la Pro Vercelli ha dato ancora prova delle sue qualità, pur commettendo un errore che ha permesso a Firenze di pareggiare il gol iniziale di Cernuto (alla 1ª marcatura con il Venezia) per l’«1-1» finale. Con la Pro, Inzaghi ha dovuto fare a meno dei centrali titolari Modolo e Domizzi (assenti entrambi anche allo Zaccheria?) ed ha schierato i suoi così:
Un 3-5-2 (sistema adottato da SuperPippo in «B») che ha il suo terminale offensivo nel cognome «rock» di Gianmarco Zigoni, il figlio di Gianfranco, un mito per un’intera generazione di “sessantottini” del pallone. Proprio allenato da papà Gianfranco, il piccolo «Zigol» iniziò nell’Opitergina di Oderzo, per poi esplodere nelle giovanili del Treviso (dove realizzò oltre 100 gol) con cui debuttò in serie B prima di passare al Milan nel 2009.

Il Cobra, questo il suo soprannome, ha partecipato anche a una tournée americana con il Diavolo di Ronaldinho, Nesta, Gattuso e Pippo Inzaghi, che – in un’ideale staffetta – gli lasciò il posto al 77’ il giorno del suo esordio in «A» contro la Lazio (28/3/10). Fan di Van Nistelrooy, Lewandowski e Drogba, il classe ’91 che papà Gianfranco accomunò a Pazzini dicendo “(…) non sono inferiori al sopravvalutato CR7” (!!!) ha già dato un dispiacere al Foggia a marzo 2012, quando sacramentò con una sua rete il 4-0 dell’Avellino ai satanelli, ed ha trovato la sua maturità calcistica alla Spal dove in 86 partite ha segnato 33 reti, contribuendo al ritorno in «A» degli estensi dopo quasi 50 anni.
Zigoni, 3 centri sinora, è in prestito dal Milan, club in cui si è formato anche un altro figlio d’arte, Marco Pinato, erede di quel Davide che difese la porta tra le altre proprio dei meneghini negli anni ‘80/‘90. Trasformato da esterno difensivo in centrocampista da Inzaghi nella Primavera milanista, il monzese fu cercato anche da De Zerbi e Di Bari nell’estate 2016 per rimpiazzare Di Chiara sull’out sinistro.
A segno due volte sinora (in un team che ha appena 19 gol all’attivo ma che ha mandato a bersaglio 12 giocatori), Pinato è uno dei gioielli del Venezia che scenderà domani allo Zaccheria e contro cui il Foggia proverà a ritrovare scintille di un’attitudine vincente dissoltasi qualche mese fa proprio dopo un’indimenticabile gita in Laguna…