[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]S[/dropcap]trascichi dirigenziali, punti interrogativi tecnici… mugugni “esistenziali”: il clamoroso (per come è arrivato) ko contro la Cremonese ha sconquassato il cielo dello Zaccheria generando le reazioni più disparate, emotivamente tutte ammissibili, dalle quali noi proviamo a distaccarci, analizzando freddamente alcuni numeri del Foggia che possono rappresentare uno spunto per qualche riflessione interessante.
Sono trascorse 13 giornate di campionato (quasi il 31% di quelle totali, 42) e i rossoneri sono al momento 18esimi con 14 punti (media 1.07 a partita), gli stessi di Virtus Entella (che però ha una differenza reti di -4 rispetto al -8 dei satanelli) e Perugia (che ha una partita in meno, stasera sarà impegnato nel posticipo contro l’Avellino). I ragazzi di Stroppa hanno sinora realizzato 23 gol (con una media di 1.77 reti a incontro) e ne hanno subiti 31 (media di 2.38 a confronto) e rappresentano rispettivamente il 3° miglior attacco del torneo (dietro a Empoli e Bari che hanno segnato 25 gol) e la peggior difesa (davanti a Ternana e Cesena che hanno incassato 25 reti).
Dicevamo della differenza reti rossonera (-8), la peggiore della categoria assieme a quella del Cesena (17 centri all’attivo, 25 al passivo), che si articola con un -3 casalingo (8-11) e un -5 esterno (15-20). La notazione stuzzicante, secondo noi, sta però nella distribuzione temporale delle reti fatte e incassate. Frazionando, infatti, ogni singolo incontro in sei quarti d’ora (1-15’; 16-30’; 31-45’+recupero; 46-60’; 61-75’; 75-90’+recupero) vediamo come tutta la differenza reti del Foggia si è creata nel primo e nell’ultimo quarto d’ora. Nello specifico: 2 gol fatti e 5 subiti dall’1-15’; 3 gol fatti e ben 8 subiti dall’76-90’+recupero. Nei restanti due terzi di gara, ovvero dal 16’ al 75’, infatti, la differenza reti è perfettamente uguale a zero: 16-30’, 3 reti all’attivo e 3 al passivo; 31-45+recupero, 5-5; 46-60’, 5-5; 61-75’, 5-5.
Casualità o motivazioni psico-fisiche? Difficile da dire, si può ipotizzare un “fattore sorpresa” iniziale: la squadra rossonera ha pochi giocatori che conoscono la categoria per cui c’è bisogno di qualche minuto per prendere le misure agli avversari che di volta in volta si incontrano. Tempo questo però che in «B» non sempre viene “concesso”. Oppure, per gli 8 centri incassati nel quarto d’ora finale si può pensare a un’attenzione che viene meno magari per stanchezza (il modo di giocare dei satanelli richiede grande pressione mentale e atletica), per paura di vincere o in alcuni casi (Cesena, ad esempio) per scarsa lucidità nella gestione del palleggio e per limitata cattiveria in area di rigore. Sta di fatto che i dati dicono chiaramente che il solco realizzativo è stato scavato in una sola mezz’ora, tra il primo e l’ultimo tratto di gioco. Un solco che Stroppa dove cercare di eliminare nel più breve tempo possibile.
Ancora numeri, stavolta più ampi ma che riguardano sempre i gol, croce e delizia della compagine rossonera. Abbiamo preso in considerazione, infatti, tutta la gestione Stroppa, dalla prima partita, Foggia-Fidelis Andria 2-1 del 29 agosto 2016, al 2-3 contro la Cremonese di sabato scorso.
Ebbene, sono state 58 le gare ufficiali con il mister di Mulazzano alla guida dei satanelli: in 51 di queste, il Foggia ha segnato almeno una rete. Sono stati appena 7 i match in cui la squadra dauna è rimasta a secco: 4 nel passato campionato di Lega Pro (Foggia-Akragas 0-0; Lecce-Foggia 0-0, Foggia-Catania 0-0 e Taranto-Foggia 2-0), una in Coppa Italia di Lega Pro (Foggia-Matera 0-1), una in Coppa Italia Tim (Sampdoria-Foggia 3-0) e una nell’attuale torneo di serie B (Foggia-Parma 0-3). Per completezza d’informazione, va ricordato che contro il Matera in Coppa Italia di Lega Pro e contro l’Akragas nel campionato di Lega Pro i rossoneri fallirono un calcio di rigore. Sottolineiamo anche il fatto che lontano dallo Zaccheria il Foggia di Stroppa non ha segnato solo a Lecce, Taranto e Genova e che al momento c’è una striscia aperta di 14 incontri esterni di fila in campionato (tra Lega Pro e serie B) in cui Mazzeo e soci vanno in rete consecutivamente. L’ultimo incontro in cui non hanno “timbrato” in trasferta è stato il derby perso 0-2 a Taranto l’11 febbraio scorso. E parlando di serie B, c’è da ricordare che in 13 gare sinora disputate il Foggia ha fallito l’appuntamento con il gol solo contro il Parma in casa.
Dai gol fatti a quelli subiti: in 58 confronti ufficiali con Stroppa, il Foggia non ha incassato reti in 17 occasioni, tutte però legate al passato torneo di Lega Pro. I satanelli, infatti, sono l’unica compagine di serie B ad aver subito almeno un gol in ogni partita nei primi 13 incontri di campionato. L’ultima volta che Guarna e compagni sono rimasti imbattuti è stato il 30 aprile, 1-0 al Melfi nella “festa” promozione allo stadio Zaccheria (era la penultima giornata del passato torneo di Lega Pro).
Facendo quindi un raffronto tra questi numeri in relazione al passaggio dalla Lega Pro alla serie B, si evince come la vera differenza tra le due categorie non stia tanto nella maggiore solidità delle retroguardie della cadetteria quanto nella forza degli attacchi e dei singoli bomber che non perdonano il benché minimo errore degli avversari: potrebbe apparire lapalissiano, ma un conto è affrontare Saraniti, Foggia, Ripa, De Angelis ecc. (con tutto il rispetto per ragazzi come questi di valore per la «C») e un altro è vedersela con marpioni come Ardemagni, Caracciolo, Nestorovski, Caputo, Donnarumma, Calaiò, Pettinari (tanto per citare solo alcuni di quelli transitati sinora sulla strada dei rossoneri, tutti – a parte il capitano del Palermo – a segno contro i satanelli), che hanno esperienza, classe e fisicità.
Caratteristiche queste peculiari nel torneo di «B», caratteristiche forse un po’ sottovalutate (in particolare il fattore peso e centimetri) in estate quando è stato costruito il Foggia che tornava nella cadetteria dopo 19 anni e sulle quali, con ogni probabilità, sarà chiamato a lavorare il nuovo Direttore sportivo già a gennaio.