[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L[/dropcap]e scosse telluriche che hanno fatto tremare la Foggia calcistica hanno attenuato la loro forza d’urto. Qualche giorno è passato dal saluto a Di Bari e Colucci, dalle ipotizzate dimissioni di Stroppa, smentite dalla società fiduciosamente aggrappata al suo condottiero. Il mare di Capitanata si è acquietato, come le onde appassite sul lungomare di Siponto. Calma piatta almeno sino a domenica, quando si tornerà in campo.
Si va ad Ascoli, dove – a proposito di movimenti sussultori – non si sono fatti mancare nulla. Con il comunicato della tifoseria organizzata, insoddisfatta della piega che sta prendendo il cammino del Picchio, e la risposta del patron Bellini, che ai bianconeri ha ridato fiato e futuro nel 2014. Nel feudo di Costantino Rozzi (uno dei rimproveri degli ultras bianconeri all’attuale dirigenza ascolana è stata proprio l’assenza ai funerali della signora Franca, moglie del presidentissimo, scomparsa il 6 ottobre scorso), i rossoneri rincontreranno un pezzo del loro recente passato. Battaglieranno con un ragazzo francese (ma di papà argentino) che proprio a Beppe Di Bari deve molto. Era l’11 agosto 2014 e ai microfoni del direttore di Foggiasport24.com Domenico Carella, Guillaume Gigliotti così si esprimeva: “Ho fatto un sacco di caz… l’anno scorso, meno male che mi ha chiamato qui il Direttore, altrimenti sarei ancora a casa”. Un messaggio criptico, per spiegare il quale occorre fare un passo indietro.

Nato a Istrés, meno di 60 km da Marsiglia, Guillaume ha percorso tutta la carriera giovanile nel Monaco: sei stagioni con il club del Principato, poi la chiamata italiana, arrivata grazie al legame tra il suo allenatore Barilaro e Marco Simone, ex giocatore monegasco e agente di calciatori. Simone lo segnala al DS del Novara che lo mette sotto contratto per 4 anni. Con gli azzurri sabaudi (tornati in «B» dopo 33 anni) debutta con gol in Coppa Italia a Cesena e conquista la promozione in «A» (che mancava da 55 anni) con Tesser, oggi tecnico di quella Cremonese che ha provocato il terremoto sportivo in casa Foggia.
L’avventura di Gigliotti con i piemontesi si esaurisce però quell’estate con l’addio del DS che lo aveva portato in Italia: finisce in prestito a Foggia per il suo 1° passaggio con i satanelli. Che a fine stagione falliscono: il centrale francese quindi viene ingaggiato dall’Empoli (di Sarri) che ne rileva il contratto dal Novara. Un infortunio lo penalizza, gioca poco e rescinde su consiglio di un manager che gli “promette” la Liga! Finisce invece al Badalona nella «C» iberica, dove resta sino a Natale e dove il tecnico lo schiera da centrocampista offensivo di sinistra. Altra rescissione e il ritorno a casa, dove lo “stana” Di Bari che lo riporta a Foggia.
Di Gigliotti i tifosi rossoneri ricordano soprattutto il gol contro il Bari nella notte dell’11 agosto 2015 quando in 2000 attesero allo Zaccheria il rientro degli “eroi” che avevano espugnato il San Nicola in Coppa Italia. Domenica per il match contro il Foggia, il centrale transalpino sarà di nuovo a disposizione del duo Fiorin–Maresca (al timone dell’Ascoli da luglio) dopo il turno di squalifica scontato contro il Carpi, match nel quale il Picchio era così schierato:
Tra i bianconeri, penultimi in graduatoria con 13 punti in 13 giornate e -6 come differenza reti, mancheranno invece Padella e Mignanelli infortunati e soprattutto il ventenne bomber Favilli (5 gol), impegnato con l’U21. Al suo posto, con ogni probabilità, ci sarà Lorenzo Rosseti, uno dei tanti giovani targati Juventus mandati a farsi le ossa nelle Marche, assieme proprio a Favilli e Luca Clemenza, mezzapunta raffinata, cercata anche dal Foggia nel mercato estivo.

Lorenzo, due gol con Cittadella e Pro Vercelli, ha tirato i primi calci al pallone nell’Arno Calcio, una piccolissima società di Traiana, frazione di Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo: da lì, Giovanissimi della Fiorentina (con Bernardeschi) e poi Siena con tutta la trafila sino alla Prima squadra (era un pupillo del tecnico Beretta che spesso lo preferiva ai più quotati Paolucci, Giannetti e Rosina). Il fallimento del club toscano lo ha lasciato senza squadra, ne ha approfittato la Juve che lo ha girato in prestito prima all’Atalanta, poi al Cesena e infine al Lugano di Tramezzani nella passata stagione, quando per un infortunio alla schiena è stato costretto a rinunciare agli Europei U21 dopo aver giocato da titolare le qualificazioni.
Rosseti (il cui sogno è approdare in Premier) dovrebbe guidare dunque l’attacco dei bianconeri, un attacco che il Foggia cercherà di neutralizzare. Perché l’obiettivo primario di Vacca e soci sarà quello di non prendere gol (evento mai accaduto in 13 turni): se dovesse succedere, la strada verso la vittoria (per una squadra a secco solo con il Parma) sarebbe spianata. E forse – allora – anche le scosse di assestamento, eredità di un sabato “movimentato”, diventerebbero appena un ricordo…