[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]“L[/dropcap]a squadra è inc… ed è quello che doveva essere”, esordisce così un grintoso e più che mai convinto Giovanni Stroppa nella conferenza stampa della vigilia di Foggia-Perugia, anticipo del venerdì della 9ª giornata di campionato.
“Quell’interruttore che ha funzionato solo a intervalli si è acceso in questa settimana. Anche i gol presi domenica a Empoli sono stati una questione di capacità di lettura, di cattiveria, doveva essere fatto fallo e non è stato fatto, siamo stati leggeri in quei dieci minuti. Per il resto non posso imputare nulla alla squadra, anzi, mi tengo il bicchiere più che mezzo pieno. Stiamo lavorando sugli errori. La squadra deve avere esperienza, nei momenti in cui c’è bisogno di quel qualcosa in più, di saper fare fallo, di interrompere le trame della squadra avversaria. Ecco questo in settimana l’ho visto. E sono sicuro che l’esperienza domani ci porterà a fare quelle cose”.
Il mister è un fiume in piena: “A una formazione che gioca così, che è padrona del campo in casa e fuori, manca davvero poco. Noi abbiamo scelto un percorso, sarebbe stato più facile mettersi lì per non prendere gol. Per noi invece è direttamente proporzionale giocare bene e avere il coltello tra i denti. I tre schiaffi di Empoli ci possono aiutare, possono farci migliorare, essere padroni del campo significa anche avere esperienza e carattere per non lasciare le giocate all’avversario. A parte Avellino, non abbiamo sbagliato approccio alle partite, forse il migliore approccio – e non parlo dei primi minuti ma di gestione – è stato contro il Novara. La squadra veniva da quattro risultati utili e ha giocato sempre alla stessa maniera. Ci sta di perdere a Empoli ma ciò che brucia è come è giunta la sconfitta. Abbiamo sbagliato tanto ma siamo arrivati davanti alla porta. Sono estremamente soddisfatto: dobbiamo metterci carattere. Manca poco, ma lo dico sempre ai ragazzi: quel poco per noi deve essere tanto”.
Blackout frequenti? Stroppa analizza il torneo dei suoi da questo punto di vista: “A Pescara era in corso un percorso di crescita, ad Avellino abbiamo preso uno schiaffo in una partita a sé, di quelle che nascono e finiscono lì: troppe cose negative, troppi giocatori fuori partita. A Empoli posso dire che non c’è stata la giusta reazione dopo il gol. Reazione che poi però si è vista nel finale anche grazie agli innesti di Calderini, Gerbo e Beretta che sono stati molto bravi a entrare subito in quella situazione. Contro il Novara non è stato un blackout: abbiamo buttato la palla, non l’abbiamo giocato, non abbiamo coperto il tiro ed è nato l’angolo del gol. Ma sono episodi”.
La classifica è deficitaria: il Foggia è ultimo. “Il fatto di essere ultimi”, ha detto il tecnico rossonero”, “ci deve dare il carattere per reagire. Noi giochiamo con l’entusiasmo, l’atteggiamento, le conoscenze di chi la classifica non la vede. Se sono ultimo mi rimbocco le maniche perché non voglio rimanere lì, non voglio perdere ogni singolo episodio della partita. Ma non c’è l’avvisaglia di “braccino corto”, con il Novara ad esempio abbiamo forse avuto paura di vincere non di perdere. Non c’è assolutamente scoramento, la squadra non ha le “braccia appese ma i pugni chiusi”: l’unica cosa da fare è metterci quell’inc… e non farsi saltare. È tutta una questione di determinazione e atteggiamento. Abbiamo bisogno di alzare l’asticella, questa settimana è successo, si è acceso quell’interruttore prima citato. Porteremo in campo le nostre conoscenze e negli episodi chiave noi ci saremo”.
Domani c’è il Perugia, compagine che Stroppa ha descritto così: “Il 5-1 subito contro la Pro Vercelli non è troppo veritiero, hanno giocato a lungo in 10 provando a continuare a fare calcio come fossero in 11. Hanno pagato di più di quello che la prestazione ha detto. Il Perugia sa giocare a calcio, è propositiva. Ha elementi importanti soprattutto davanti, in fase difensiva concede. In fondo, le due squadre si somigliano. Hanno più esperienza di noi, come quasi tutti nella categoria, ma queste otto partite ci hanno insegnato qualcosa. È una formazione che gioca assieme, non è pericolosa solo avanti. Occorrerà essere attenti”.
Recuperato Floriano, il mister ha detto di avere dei dubbi “(…) contento di averli. Stanno crescendo molto alcuni elementi che hanno giocato poco o per niente. Si sta alzando la competitività in allenamento. Le scelta le farò in base a chi potrebbe essere al 100% dal punto di vista psicofisico”. Dalla squadra ai singoli: “Vacca è stato ottimo a Empoli, sta cominciando a giocare anche lungo, cosa che lui è in grado di fare. In fase difensiva è stato eccellente, è uno dei più dinamici, al contrario di quello che si crede, ha velocità, capacità di fare metri. Deve solo continuare a lavorare. Noi abbiamo la foto del Vacca fuoriclasse assoluto della passata stagione, punto di riferimento quasi unico, quest’anno ha pagato inizialmente qualcosa ma sta tornando e si sta adattando a una categoria più fisica.
Deli sono sempre convinto di proporlo, sia quando ha giocato che quando non giocava. È un valore aggiunto, la stessa cosa la dico a Fedele, un altro che ha giocato meno, a Ramé, che è giovane, aveva problemi con la lingua, ma si sta mettendo in condizione di giocare. Tornando a Deli, è un talento assoluto, a Empoli ha sbagliato qualcosa ma in attacco si è proposto con gli inserimenti. Su Beretta posso dire che sono contento che siano in tanti a propormelo, perché l’ho scelto io. Si è inserito al 100% nello spogliatoio. Agnelli (al momento infortunato nda) è stato determinante in un certo momento quando abbiamo insistito su un determinato centrocampo, ma qui ci sono tati leader tali da poter coinvolgere, da poter essere trascinanti”.
Sulle difficoltà della stagione l’allenatore di Mulazzano è stato chiaro: “Mi aspettavo di fare più fatica e invece la squadra gioca in casa e fuori come la stagione scorsa. La squadra mi fa percepire cose che per ora non dico, sono ultimo, sto quieto, ma se qualcosa ci gira – e tocca a noi farla girare – ci toglieremo grandi soddisfazioni. Stiamo lavorando ma basta poco, la classifica è corta. Non ci sono i presupposti per fasciarci la testa. I ragazzi si allenano sempre a tremila all’ora, vanno in campo e sono padroni. Ribadisco: basta poco!”