[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]O[/dropcap]nesto e duro. Soprattutto con se stesso. Antonio Vacca si è presentato alla stampa per rispondere alle domande dei cronisti tre giorni dopo la “waterloo” di Avellino.
“Il mister si è assunto le responsabilità, ma ad Avellino lui è quello che ha meno colpe. Il colpevole sono io: mi scuso, anche a nome della squadra, per la prestazione, l’atteggiamento, per la mancata reazione. Chi indossa la maglia del Foggia questo non se lo può permettere. Il nostro intento era quello di dare il massimo, ma ad Avellino la maggior parte di noi non è sceso in campo. Come gruppo ci assumiamo le nostre responsabilità, ad Avellino non c’eravamo noi, il mister non ha colpe. Non credo ci siano scusanti: a Pescara avevano preso cinque gol in maniera però più dignitosa, con l’Entella avevamo fatto una grossa partita”.
Il centrocampista rossonero torna sulla palla persa a inizio gara: “Giocare la palla è nel nostro dna, altre volte ho ricevuto complimenti e quindi è giusto che oggi mi assuma le mie responsabilità. Perdere palla dopo otto minuti, subire un rigore e quindi il gol ha fatto sì che il resto fosse tutta una conseguenza. Occorre cambiare qualcosa”.
Capitano contro Entella e Avellino, Vacca ha parlato anche della fascia e della responsabilità di portarla al braccio: “Indossarla è motivo di grande orgoglio. Di capitani nello spogliatoio ce ne sono molti, possono farlo in tanti, per questo averla non mi carica di ulteriori responsabilità”.
Già da sabato (contro il Palermo allo Zaccheria) si deve voltare pagina: “Si viene fuori da questo momento stando uniti, occorre capire gli errori. La gente ci starà vicina, poi però sarà nostro compito portarla dalla nostra parte. Una cosa prometto: non so come andrà, ma in campo ci sarà una squadra con il sangue agli occhi”.
Sulla serie B, il «5» di Stroppa ha dichiarato: “La «B» non ti permette di sbagliare nulla. Appena lo fai ti fanno gol”. Ma il problema – secondo il napoletano – non è la categoria, bensì “(…) l’atteggiamento e la cattiveria con cui scendiamo in campo. Dovremo portare anche in «B» la nostra mentalità. Non è una questione di fisicità: il centrocampo dell’Entella – ad esempio – era ben strutturato sotto l’aspetto fisico e non lo abbiamo sofferto. In campo se non metti la cattiveria giusta fai fatica anche con le giovanili”.
Una battuta il play di Scampia la dedica anche ai “brusii” dell’ambiente: “Anche lo scorso anno dopo Fondi non c’era entusiasmo, ma noi dobbiamo essere uniti nello spogliatoio” e al possibile rinnovo del contratto: “Il rinnovo va meritato: se farò qualcosa di buono, la società mi farà la proposta”.