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19 Febbraio 2025
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Foggia Calcio: da Rivaldo a Molina, l’Avellino che era e che sarà. Con un pizzico di Moro in più…

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]R[/dropcap]ivaldo González Kiese. Il sinistro come scansione di un incubo. Quello che rese orfano di un battito di cuore l’intero popolo foggiano. Ricordare non serve. Basta un luogo e una data: Avellino, 17 giugno 2007, finale playoff. Il resto è un grumo di fiele che attraversa la gola del satanello prostrato a terra in preda a un raptus d’impavida incredulità.

Nel frattempo, Rivaldo si è perso nella “mata” del futbol guaraní. Il Foggia, invece, è “risorto” dalle ceneri di quel pomeriggio. In fondo, fu l’inizio della fine. Non dei sogni ma del respiro stesso del calcio in Capitanata. Che oggi però – orgogliosamente – torna a ruggire al Partenio Lombardi, nella tana dei Lupi.

I Lupi d’Irpinia, allenati da “monzon” Novellino, 7 campionati vinti e un tratto spigoloso nel carattere che lo ha portato giorni fa a polemizzare anche con il suo presidente Taccone, il quale aveva espresso “perplessità” sulla prestazione dei verdi in quel di Cremona. Una sconfitta maturata al termine di un match non spumeggiante ma deciso da episodi, una partita nella quale il tecnico ex Modena aveva schierato i suoi così:

Lezzerini
Rizzato
Migliorini
Suagher
Laverone
Lasik
Di Tacchio
Paghera
Molina
Morosini
Ardemagni

In mezzo al campo è mancata la personalità del capitano D’Angelo (fermato da un problema fisico, domani però ci sarà) il quale firmò, tra l’altro, il 1° gol nel 4-0 che l’Avellino inflisse al Foggia il 18 marzo 2012 nell’ultimo scontro diretto in terra campana (sulla panchina dei satanelli c’era Stringara, su quella dei Lupi Bucaro). In quel Foggia militava un ventenne sfrontato e dal talento “sincero”: Salvatore Molina.

molina
Salvatore Molina ha collezionato 4 presenze in «A» con l’Atalanta nella stagione 2014/15

Nato a Garbagnate Milanese, in provincia di Bergamo, Salvatore ha indossato la casacca rossonera per 20 volte nel torneo 2011/12, segnando una rete nel 3-1 dello Zaccheria alla Ternana di Toscano che poi avrebbe vinto il campionato. La scorsa stagione Molina, che mister Novellino aveva definito uno da “Serie A” quando lo allenava al Modena, era arrivato già infortunato alla corte del patron Taccone, il quale – vista la perdurante assenza dai campi di gioco del giocatore – lo aveva definito “inabile al calcio” generando una reazione aspra da parte dell’entourage del ragazzo classe ’92 che in quel momento si stava curando nel suo club di appartenenza, ovvero l’Atalanta.

Con queste premesse, il ritorno di Salvatore in Irpinia poteva apparire impossibile e invece a luglio l’ex nerazzurro ci ha riprovato: si è aggregato all’Avellino nel ritiro di Cascia e a inizio agosto è stato tesserato di nuovo dai Lupi con la formula del prestito. E dopo un ottimo precampionato, è diventato titolare inamovibile sulla fascia destra. Sulla sinistra, invece, dovrebbe esserci l’esordio stagionale per Sofiane Bidaoui, reduce da tre turni di squalifica per la testata a un avversario nel derby con la Salernitana del 13 maggio scorso.

Marocchino-belga di Etterbeek, quartiere multietnico di Bruxelles con un’imponente presenza d’immigrati, Bidaoui è arrivato in Italia grazie all’intuizione dell’allora consulente di mercato del Parma Imborgia e ha dato il meglio di sé a Crotone, confezionando assist e numeri d’alta scuola. Su di lui Novellino è pronto a scommettere, esattamente come su Leonardo Morosini.

Un cognome che evoca suggestioni profonde, un cognome – però – che rimanda a una solida tradizione calcistica, dal bisnonno Giuseppe Barcella, centrocampista di Atalanta e Brescia negli anni ’30, al nonno Luciano Sala, allo zio Ezio Morosini, tutti attori della pedata di altre epoche. Sino a oggi, al fratello Tommaso che Leonardo seguì all’Albinoleffe (dopo aver giocato nelle giovanili dell’Inter con cui si laureò capocannoniere nella categoria Esordienti).

leonardo-morosini
Nelle giovanili del Brescia, Leonardo Morosini è stato tra l’altro capitano degli Allievi Nazionali

Fu proprio durante una partita con il club bergamasco (nella quale realizzò tre reti) che Leo fu notato dal responsabile dell’Academy del Fulham, società londinese di grande tradizione, il quale cercò di portarlo in Inghilterra. Ma il Brescia lo anticipò e consegnò la sua classe ai tecnici delle categorie di base delle Rondinelle, da dove ha poi spiccato il volo verso la prima squadra e quest’estate verso Avellino.

In verde sono approdati pure Francesco Di Tacchio, ruvido centrocampista ex Pisa che battagliò con il Foggia nella doppia finale playoff 2016, e Raúl Asencio, centravanti classe ’98 di scuola Genoa. Visto il talento (Stroppa ne è un estimatore e lo voleva in rossonero) ne sentiremo parlare. Speriamo non sabato. Perché con i giocatori di lingua spagnola ad Avellino “abbiamo già dato”. Tanto per tornare a lui, Rivaldo González Kiese, l’hombre dei sogni infranti…

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