DAL BLOG “NOI CHE ABBIAMO IL FOGGIA NEL CUORE” – Un ‘altra trasferta positiva per il Foggia che, dopo la vittoria di Carpi nel turno infrasettimanale, conquista un punto fondamentale a Brescia.

Il risultato finale la dice lunga. Gara combattuta e vissuta in maniera spasmodica dalle tifoserie, in particolare quella foggiana con quasi 1000 tifosi al seguito, che poteva concludersi con qualsiasi risultato.

Nel primo tempo si è visto un brutto Foggia, evanescente e inconcludente, che non sfrutta il possesso palla, caratteristica principale di questa squadra. Caracciolo abile a sfruttare le sue doti aeree per battere Guarna, apparso in leggero ritardo. I rossoneri fanno davvero poco e concludono in svantaggio i primi 45 minuti.

Nella ripresa, dopo pochi minuti, un guizzo di Floriano riporta la gara in parità. E’ tutto un altro Foggia, veloce e pressante a metà campo, con scambi rapidi e ottimi fraseggi in attacco. Dopo il pareggio, il Foggia approfitta di un amnesia della difesa bresciana in difficoltà sulle discese di Floriano. Il raddoppio viene siglato dal subentrante Chiricò, cinico e spietato il Foggia nello sfruttare uno scambio tra i tre attaccanti con rete finale del brindisino.

Dopo la seconda rete, i Satanelli arretrano il baricentro, concedendo ai bresciani troppo campo e palleggio. Questa volta, forse, anche la paura di vincere ha fatto un brutto scherzo ai ragazzi di Stroppa che, su un’altra iniziativa di Caracciolo, subiscono il pari di Bisoli che sfrutta un rimpallo sul palo. Difesa troppo leggera quella rossonera che, successivamente, rischia tantissimo su uno svarione di Martinelli con Ferrante che si presenta a tu per tu con Guarna mancando per ben tre volte un occasione d’oro.

Sul finale partita al cardiopalma. Azioni che si susseguono da una parte e l’altra a ritmi elevati poi il fischio finale e calciatori stremati in campo. Una gara dai mille volti che vede nel pareggio il risultato più corretto, con due squadre apparse in netta ripresa e che possono ambire ad una salvezza tranquilla senza passare per l’inferno dei play-out.