Don Manuel, il sacerdote con il ‘Satanello’ nel cuore: «Tifo Vicenza, seguo il Foggia Calcio grazie a Memo e Pirazzini»
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]U[/dropcap]n vicentino, tifoso del «Lane», ma con il satanello nel cuore. Proprio lui, che nella vita ha scelto di diventare sacerdote. Questa è la storia di Padre Manuel Monti, 36 anni, grande appassionato di calcio. Lui è il particolarissimo personaggio del match Vicenza – Foggia, valevole per il Secondo Turno di Coppa Italia, in programma domani sera allo stadio «Romeo Menti». Don Manuel, che recentemente ha festeggiato i vent’anni di sacerdozio, lascerà per qualche ora il collegio di Oderzo (TV), dove svolge il suo lavoro educativo di insegnante nella scuola superiore (oltre a quello di vicerettore), per assistere alla partita dal vivo. Impossibile perdere il match che maggiormente caratterizza la sua passione calcistica.
Vicenza – Foggia, non è una partita come le altre per te. Perché?
«Il Vicenza è la mia squadra del cuore da sempre, mentre al Foggia mi lega l’amicizia con diversi ex giocatori e tifosi, una società che mi ha sempre appassionato per il fatto che ha avuto tra le sue fila dei grandi campioni. Domenica sera spero di vedere il bel calcio che sogna ogni appassionato. Farò il tifo per tutte due allo stesso modo, perché tutte e due meritano di passare il turno anche per un proprio riscatto, il Vicenza dopo una stagione deludente che l’ha vista retrocedere in Lega Pro e il Foggia neopromossa in serie B che deve far vedere quanto vale».
Quando e come è nata la tua passione per il Vicenza?
«Come ogni bambino vicentino degli anni ’70, la passione per il Vicenza (che per noi rimane sempre la nobile provinciale denominata LR Vicenza) non può essere nata se non dalla raccolta delle figurine Panini. E quando potevi scambiare Cerilli, Rossi, Carrera e Lelj con Causio, Pulici, Mazzola e Rivera…beh…ti sentivi importante. Il Vicenza nel campionato 1977-1978 arrivò secondo in serie A alle spalle della Juventus (a soli cinque punti di distanza), mentre Pablito Rossi vinse la classifica dei marcatori con 24 reti. Quando si giocava a calcio in cortile con gli altri bambini, se avevi la maglietta del Vicenza col numero 9 potevi fare le squadre per la partita e decidere tra i più scarsi chi mettere in porta, che non era altro che il portone del garage di casa».
Quali sono i tuoi ricordi più belli allo stadio?
«Ho cominciato a frequentare lo stadio Menti da molto giovane, quando a metà degli anni ’80 nel Vicenza allenato da Bruno Giorgi giocavano Pasciullo, Cerilli, Nicolini, Filippi, il bomber Rondon e la promessa Roberto Baggio. Andavo a vedere gli allenamenti con i miei amici nel campo dell’antistadio. Ricordo la promozione in B col Brescia al termine del campionato 1984-1985, l’anno dopo fu promossa inizialmente in serie A però le fu revocata la promozione per il calcioscommesse. Ricordo comunque qualche anno dopo la conquista della Coppa Italia nel ’97 contro il Napoli allenato da Montefusco (ex foggiano). Fu un vero trionfo, non solo per la squadra ma per l’intera città. Poi gli anni ’90 videro protagonisti grandi giocatori che hanno fatto delirare noi tifosi biancorossi come Otero, Mendez, Viviani, Maini, Di Carlo, Baronio, Luiso e Murgita».
Il tuo rapporto con il Foggia, invece, come è quando è nato?
«Io mi sono sempre autodefinito un grandissimo appassionato di storia del calcio. Conservo infatti nella mia libreria diversi testi biografici e statistici, oltre alle raccolte complete degli album delle figurine Panini dal 1960 al 2004. Mi hanno sempre appassionato varie vicende di grandi campioni del calcio nazionale e mondiale, dal Milan del trio svedese, all’Inter del mago Herrera, alla Juventus di Trapattoni, al Torino di capitan Mazzola, fino al trionfo granata con Radice in panchina. Un bel giorno, grazie a Maurizio Memo, conobbi diversi suoi ex compagni del Foggia, tra cui il capitano Gianni Pirazzini. Subito è nata una bella amicizia, anche con le loro famiglie. Ho avuto anche l’onore di partecipare alla festa dei 70 anni del capitano. Fu per me una grande emozione conoscere calciatori come Colla, Ripa, Trentini, Liguori, Grilli, Bozzi e tutti gli altri. L’anno successivo ho avuto il piacere di benedire la tribuna ovest dello stadio Zaccheria di Foggia, intitolata a Vittorio Cosimo Nocera, in occasione del 50° anniversario dell’indimenticabile partita Foggia-Inter 3 – 2 in occasione della presentazione del libro dedicato proprio a questa partita. Erano presenti alcuni degli artefici del Foggia di quel periodo: Patino, Oltramari e Gambino».
Quale ricordo ti lega maggiormente al Foggia?
«Ogni anno partecipo al ritrovo degli ex giocatori del Foggia e ritrovo anche qualcuno che ha giocato anche nel Vicenza come Memo, Delneri e Scala e devo dire che il ricordo che mi lega maggiormente al Foggia rimane sempre il primo a cui ho partecipato…il compleanno di capitan Pirazzini, che ancora oggi non finirò mai di ringraziare per l’invito che mi ha reso veramente felice».
Vicenza in Lega Pro e Foggia in B. Quali sono gli obiettivi e le speranze?
«Penso che il Vicenza e il Foggia abbiano in comune l’obiettivo di non deludere i propri tifosi. Da una parte il Vicenza, dopo una stagione deludente con problemi societari, vuole risalire in serie B. La città non è più come venti anni fa, prima i tifosi rispondevano di più. Spero che i buoni propositi di fare un buon campionato non deludano le attese e che la squadra torni ad appassionare ai colori biancorossi un’intera città. Il Foggia, invece, torna ai massimi livelli dopo diciannove anni. La città sente la propria squadra come un grande motivo di orgoglio. Sono sicuro che farà un bel campionato».
Domenica sarai presente al Menti?
«Sì, in curva. Sono molto curioso di vedere due squadre a me molto care che lottano per fare il meglio possibile in questa Tim Cup».
Per chi farai il tifo?
«Per il bel calcio, sicuramente sarà una bella partita, con quel giusto agonismo che ha sempre caratterizzato il nostro bel calcio che ci ha sempre appassionato».