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19 Febbraio 2025
Foggia Calcio

Foggia Calcio, in Coppa Italia c’è il Vicenza: un passato nobile, un presente incerto e un futuro da riscrivere

Un nome che evoca ricordi di un calcio che fu… quella formazione “real” stampata nei loghi immaginari che disegnano nostalgia, i colori, la denominazione storica, il marchio cucito come una «R» stilizzata: Lanerossi Vicenza. Un fenomeno cult, da Paolo Rossi a Roby Baggio. Per finire a Jimmy Maini e Alessandro Iannuzzi, coloro i quali spazzolarono l’utopia di un sogno per portare i biancorossi a vincere il trofeo “master” della loro storia: la Coppa Italia ‘96/97.

Per il Foggia che di ricordi non vuole più vivere, c’è subito il Vicenza, che ai ricordi – invece – è tornato ad appellarsi per non crollare nell’ignavia di una categoria striminzita per le sue abitudini nobiliari (30 campionati di serie A, di cui 20 consecutivi tra il 1955 e il 1975). Il primo avversario ufficiale dei satanelli nella stagione 2017/18, quella del ritorno in serie B dopo 19 anni, è dunque il Vicenza, un nome che rimanda all’epica del football. Quella che racconta le imprese di Pasquale Luiso nella Coppa delle Coppe ‘97/98 quando la truppa berica si arrese solo in semifinale al Chelsea di Zola e Vialli consacrando però il “toro di Sora” quale bomber della competizione con 8 gol.

Oppure quella che scontorna i tratti della leggenda nello sguardo bonario di GB Fabbri e nell’occhio vispo del Pablito nazionale: serie A ‘77/78, 2° posto dietro alla Juventus, un risultato mai raggiunto prima – e dopo – da una neopromossa (in alto la foto di quella squadra straordinaria). Sono passati quarant’anni da quei giorni felici…

Eccoci alla stagione 2017/18: il Vicenza (non più Lanerossi da tempo!) è ora in Lega Pro, obbligato a ripartire dalla macerie di una sanguinosa retrocessione e a ricostruire l’immagine oltre che la rosa. Si comincia con la società, che dovrebbe passare nelle mani della Boreas Capital (società appartenente alla galassia IGS, holding con sede a Dubai) dopo la due diligence e il preliminare di acquisto del 75% delle quote del club biancorosso. Poi la squadra, quasi azzerata dopo il flop dell’ultimo torneo di B.

Sarà una formazione giovane quella che affronterà il Foggia nel 2° turno di Coppa Italia, la cui costruzione è stata affidata a Moreno Zocchi, reduce dalla positiva esperienza come DS delle giovanili (dall’U14 all’U17) della Juventus. Il tecnico è Alberto Colombo, un ottimo lavoro con la Reggiana, condotta al 3° posto e poi alla semifinale playoff (persa solo ai rigori con il Bassano) nel girone B della Lega Pro 2014/15. Amante del 3-5-2, a Vicenza Colombo si è convertito al 4-3-3, modulo con cui i suoi hanno sconfitto 4-1 la Pro Piacenza nel 1° turno di Coppa Italia, disputato domenica 30 luglio allo stadio Menti.

Grande protagonista è stato il capitano Giacomelli, uno dei pochi reduci dallo scorso campionato. L’esterno esploso nel Foligno ha trascinato i compagni con una doppietta, nonostante un rapporto non più idilliaco con una parte della tifoseria vicentina. La goleada è stata completata dalle reti di Malomo, centrale reduce dalla promozione in «B» con il Venezia, e De Giorgio, uno che ha partecipato alla storica promozione in «A» del Crotone, con il quale ha esordito – seppure per pochi minuti – proprio nella massima serie.

Assieme a loro, l’esperto portiere ex Pro Vercelli e Spezia Alex Valentini e una pletora di ragazzi promettenti, tra cui Pietro Beruatto (figlio d’arte proveniente dalla Primavera della Juve con cui ha anche partecipato a una parte della recente tournée americana; si contenderà la fascia mancina con un altro “baby”, l’ex Torino Giraudo, in un derby tutto antonelliano) e Bangu, che i tifosi foggiani ricorderanno con la Reggina nell’ultimo torneo di Lega Pro. Così come i supporters rossoneri non hanno dimenticato Luca Crescenzi, un passato giovanile nella Lazio, titolare nella doppia finale playoff del 2016 con la maglia del Pisa.

Il Vicenza è in costruzione, alcuni giocatori dallo stipendio pesante (in primis Zaccardo) se ne sono andati, altri stanno arrivando alla spicciolata, manca ancora qualche pedina (soprattutto in avanti) ma le ambizioni della piazza restano alte. Per il Foggia sarà la 2ª partita in assoluto dopo i 75 minuti contro il Castello 2000: un match importante per “prendersi” la Sampdoria e Marassi, un test per saggiare la condizione della truppa di Stroppa, ma – soprattutto – un confronto emozionale contro una nobile decaduta la cui dignità – però – resta vergata nel libro bianco del calcio che fu. Il calcio di Pablito Rossi, Roby Baggio e perché no, del “toro di Sora”, Pasquale Luiso…

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