Foggia Calcio, Stroppa: “Se non avessi rinnovato il contratto…”
Accolto la scorsa estate con scetticismo, mister Stroppa ha fatto ricredere i tifosi del Foggia Calcio con il lavoro ed i risultati.
Intervistato dalla rivista della Lega B “BMagazine”, mister Giovanni Stroppa ha parlato della promozione del Foggia in Serie B: “La società ci ha sempre creduto. I giocatori ci hanno sempre creduto. Io ci ho sempre creduto. Fin dal primo momento.
Non posso negare che c’era scetticismo. Credo sia stato generato dalla sconfitta nella finale playoff dell’anno scorso (persa col Pisa, n.d.a.). C’era un po’ di delusione e di diffidenza nei nostri confronti. Peraltro, le prime quattro partite casalinghe le abbiamo giocate a porte chiuse, senza l’apporto del nostro pubblico. Nonostante ciò, ne abbiamo vinte tre e pareggiata una e, dico sul serio, non è stato facile. L’entusiasmo non è arrivato subito anche per questo.
Abbiamo iniziato a sentire calore intorno a noi dopo la vittoria di Melfi (3-1), subito dopo la sconfitta interna col Fondi (2-3). Abbiamo vinto ribaltando la partita dopo un calcio di rigore sbagliato dai nostri avversari, all’80’. Quella vittoria la volevamo. I tifosi si sono appassionati ancora di più, nello spogliatoio si è creato qualcosa di magico che ci ha accompagnati lungo tutto il nostro percorso. È stato uno snodo importante della nostra stagione.
Un altro momento chiave alla sesta giornata di ritorno, dopo la sconfitta esterna di Taranto (0-2).
Da quel momento abbiamo messo il turbo e ne abbiamo vinte dieci di fila. Abbiamo reagito e messo in campo tutto ciò che avevamo, tutte le energie, fisiche e mentali, facendo il largo in classifica. Abbiamo vinto tutti gli scontri diretti, anche quello decisivo col Lecce, che ci ha portati a +4.
Da quel momento ci siamo migliorati, giorno dopo giorno. Abbiamo sciorinato prestazioni eccellenti. Nel girone di andata avevamo fatto registrare sei vittorie consecutive, confrontandoci intensamente con quattro avversarie (Matera, Lecce, Juve Stabia e Catania, n.d.a.) nella parte alta della classifica. Ma la svolta è arrivata a gennaio.
Ho avuto la prima sensazione di avercela fatta alla quintultima giornata. Battendo la Casertana (3-0), siamo andati a +6 in classifica. In quel momento ho realizzato che avevamo messo quasi un sigillo alla promozione.
Ricordo con maggiore piacere il 3-1 casalingo col Matera della settima di ritorno. Abbiamo vinto in maniera diversa rispetto alle altre volte, in maniera fisica, su tutto il campo, giocando in verticale. Anche la gente ha capito in quel momento che la squadra stava davvero crescendo e che, lavorando sodo, avremmo potuto farcela.
Sono felice per il fatto di aver vinto la SuperCoppa ma lo sono, soprattutto, per come è arrivato questo successo. Abbiamo corso fino all’ultimo momento e giocato con ordine, per vincere. Ce la siamo aggiudicata, la Coppa, dopo quasi un mese dalla fine del campionato, dopo aver staccato la spina. Saremmo potuti essere appagati, anche in maniera inconscia. Invece, abbiamo dimostrato per l’ennesima volta di essere una vera squadra.
L’equilibrio e la mentalità vincente hanno fatto davvero la differenza, altrimenti quei numeri che abbiamo fatto registrare non sarebbero arrivati. Credo che i meriti siano di tutti. Della società, del direttore sportivo, dello staff, dei giocatori. Anche dell’allenatore. Mi prendo qualche merito, visto che soprattutto nel girone di ritorno la squadra ha interpretato esattamente la mia idea di calcio. Di questo ne sono molto orgoglioso.
Se dovessi scegliere tre aggettivi per descrivere il mio modo di intendere il calcio, sarebbero limitativi perché non potrei descrivere ciò che siamo riusciti a fare. Direi che il nostro è stato un calcio equilibrato. Siamo stati capaci di tenere il pallino del gioco e di lavorare bene sulle verticalizzazioni. Abbiamo giocato un calcio ordinato, generoso, fatto di applicazione, focalizzato anche sulla buona condizione fisica dei giocatori.
Ho sempre affermato che in quel momento, durante la fase delle dieci vittorie consecutive, dal punto di vista psico-fisico e per come giocavamo, avremmo potuto fare bella figura anche in B ma non ho mai detto che non servono innesti.
Mi piacerebbe mettere dentro giocatori che non stravolgano l’assetto della squadra, ma che migliorino ciò che di buono abbiamo già fatto. Faremo delle scelte in maniera serena e oculata.
La B è un campionato molto fisico. Ci sono squadre che per centimetri e struttura possono mettere in difficoltà una neopromossa. Ma noi abbiamo tante altre caratteristiche importanti. Inoltre, serviranno tanta continuità ed equilibrio. La storia del campionato cadetto insegna che, magari, si può restare a secco di punti per quattro o cinque giornate, che una vittoria ti lancia molto in alto e una sconfitta ti spinge giù, che si può vincere o perdere contro chiunque, che non bisogna abbattersi nei momenti negativi e non esaltarsi in quelli positivi. Sembrano frasi fatte, banalità, ma è proprio così. La B è cinica e micidiale.
Se non avessi rinnovato il contratto, dopo una stagione di questo tipo, avrei avuto l’imbarazzo della scelta”.
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