Foggia Calcio, la forza della difesa e la coop del gol. Quando in attacco c’è sempre una soluzione alternativa
Il tecnico dell’Antonio Spirito Monteverde Alessandro Sciarappa analizza i temi tattici della partita vinta dal Foggia Calcio contro il Melfi
[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]L[/dropcap]a cooperativa del gol. Il Foggia Calcio in questa stagione è stato capace di spedire in rete quasi tutti i componenti dell’organico a disposizione di Stroppa. Domenica scorsa contro il Melfi il gol vittoria lo ha realizzato il centrale Luca Martinelli, al primo centro in campionato. Mancava solo lui all’appello a parte chi ha giocato meno o chi non ha trovato mai spazio. Non è un caso che le marcature più importanti della stagione, vedi quello di Coletti con il Lecce (come direbbe l’amico Peppino Baldassarre, gol da 4 punti) o quello di Loiacono con la Reggina, siano venuti dal reparto difensivo che in alcune fasi della stagione, ed in particolare dopo la sconfitta casalinga contro il Fondi, era finito sul banco degli imputati. Una bella rivincita. E un bel risultato per il tecnico Stroppa che, oltre ad avere in Mazzeo il capocannoniere del girone (19 reti), ha anche la miglior difesa (27 subiti) e una squadra che ha denotato la capacità di trovare il gol con tutti i suoi effettivi.
SITUAZIONE 1 – MARTINELLI, CHE COORDINAZIONE
Non era facile. Partiamo da questo presupposto. Il gol segnato da Martinelli aveva un altissimo coefficiente di difficoltà, per la postura del corpo inizialmente quasi spalle alla porta. Quando la difesa respinge la palla Martinelli, nonostante l’altezza che non favorisce certo la rapidità di esecuzione, riesce a far perno sulla gamba d’appoggio che è in perfetta posizione parallela con il pallone. Ne scaturisce un tiro forte, angolato ma soprattutto rasoterra. Già, perché è anche lì la bravura del centrale che non ha alzato la sfera. Anche il portiere è sorpreso e non riesce a intervenire in maniera tempestiva.
SITUAZIONE 2 – FRASEGGIO STRETTO
Una delle caratteristiche del Foggia di Stroppa è la capacità di dialogare negli spazi stretti con passaggi corti e sovrapposizioni continue. Anche nel caso proposto in fotografia si verifica un fraseggio nello stretto. Palla in orizzontale di Sarno per Vacca che attacca lo spazio aperto tra il terzino sinistro e il centrale di difesa, alle spalle del centrocampista che avrebbe dovuto seguirlo. Vacca è bravo e rapido ad inserirsi e a smistare di prima la palla per Mazzeo, anche lui lasciato evidentemente solo dalla difesa del Melfi. C’è tanto spazio attorno al bomber del Foggia che ha due opzioni per andare in gol: chiudere il triangolo con Vacca, che intanto si era proposto in profondità (pur seguito da un centrale), oppure cercare la soluzione personale. Mazzeo opta per la seconda, con un sinistro da fermo che mette in difficoltà il portiere, ma propiziato da un bel controllo di palla. L’azione si chiuderà con la respinta del numero uno giallo verde e l’angolo a favore dei rossoneri.
SITUAZIONE 3 – SQUADRA DAI SINCRONISMI COLLAUDATI
In fase offensiva il Foggia dà l’impressione di sapere sempre quello che deve fare. Questa azione ne è un fulgido esempio. Rubin (una delle chiavi tecniche vincenti della stagione, col numero 1), imposta l’azione di contropiede partendo dalla difesa, arriva quasi sul fondo e vede disegnarsi in area la seguente situazione: Mazzeo (n.2) finge di attaccare il primo palo, per poi staccarsi sul secondo. Maza (n.3) segue l’azione leggermente staccato, fornendo la possibilità di uno scarico centrale. Di gran carriera arriva Sarno (n.4) dalla corsia di destra. Nel frattempo anche la mezzala Agazzi (fuori quadro) segue l’azione avvicinandosi all’area di rigore. Rubin sceglierà Sarno. Una volta arrestato il pallone, il fantasista napoletano ha tre soluzioni (mai una con questo Foggia): provare il tiro in porta, premiare la sovrapposizione di Agazzi, bravo a cercarsi lo spazio alle spalle del compagno e lo scambio nello stretto con Maza, appostato in area. Sarno opterà per la conclusione personale, di poco a lato. Rispetto a Martinelli, di cui abbiamo parlato nella situazione 1, l’attaccante ha un baricentro basso che favorisce la rapidità di esecuzione del gesto tecnico. Come detto prima, l’azione rappresenta la capacità del Foggia di non dover mai avere scelte obbligate in fase offensiva. Merito di Giovanni Stroppa.