[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]“L[/dropcap]a capolista è ancora qua”, intonava il capitano Agnelli nello spogliatoio di Fondi. La capolista è ancora qua. E lo sarà sino alla fine del torneo. Quello dell’estasi, quello della festa. E allora sarà solo festa contro il Melfi, domenica allo Zaccheria. Ancora alle 14.30, con la braciola nemmeno digerita, ma con la voglia smisurata di esserci, per tributare il dovuto, anzi il devoto, omaggio agli eroi di Stroppa nel tempio della foggianità più estrema.
Dagli spalti, li guarderemo tutti gli avversari. Dall’alto in basso. Dalla prima in classifica alla penultima. Li guarderemo con snobismo. Tanto non c’è più nulla da temere. La tensione è sfumata. Li guarderemo con curiosità, però. Cercando di scovare sul terreno di gioco uno scugnizzo napoletano che forse ha cambiato il corso di questa stagione rossonera. Non parliamo di Vacca, né di Sarno ma di Alessandro De Vena, il “piccolo Cavani”. Il suo rigore fallito nel match di andata ha rappresentato la “sliding door” del torneo dei satanelli. Dall’inferno a paradiso in pochi centimetri di legno scheggiato. Turbini di un successo che ha fatto la storia.
Del fantasista melfitano (9 reti per lui) ci occupammo già nell’”Attenti a quei due” dell’andata, per cui su di lui non ci soffermeremo, limitandoci a dire che tornerà in campo allo Zaccheria dopo il turno di stop contro il Taranto. Un confronto diretto, vinto in pieno recupero, nel quale i gialloverdi erano schierati così:
Un incontro deciso, guarda un po’, da un penalty realizzato al 92° da Ciro Foggia (il capocannoniere della squadra con 12 gol), una partita nella quale però un altro tiro dal dischetto rischiava di rivelarsi “mortifero” per le ambizioni salvezza dei lucani, ovvero quello sbagliato da De Angelis ad inizio ripresa. Proprio Gianluca, l’acquisto boom del mercato di gennaio (assieme al centrocampista Marano che però in Capitanata sarà assente per squalifica), il ragazzo di ritorno a Melfi dove ottenne il suo record personale di segnature (19) nel torneo di C2 2008/09 e dove giocò due stagioni e mezzo.
Stabiese classe ’81, tifosissimo del Napoli, l’ex Casertana arrivò a 13 anni nelle giovanili del Parma con le stimmate del potenziale “craque”, attirando l’attenzione addirittura della Vecchia Signora. Poi un brutto incidente al ginocchio a 16 rischiò di comprometterne la carriera che invece proseguì grazie al sostegno della famiglia, una carriera che ha visto Gianluca esordire anche in «A» con il Parma di Malesani. Era il 23 maggio 1999 e i gialloblù persero 1-2 a Roma con la Lazio in un pomeriggio di lacrime per i biancocelesti beffati dal Milan nella volata scudetto. De Angelis subentrò a Fiore al 38° st e quei dieci minuti scarsi restano gli unici nella massima serie.
Quest’anno aveva iniziato a Francavilla, poi la rescissione a gennaio per accasarsi a Melfi, dove ha dovuto attendere il 20 febbraio per conoscere il suo attuale allenatore, ovvero Aimo Diana. E sì perché il torneo del Melfi è stato piuttosto travagliato e la panchina gialloverde è passata prima da Romaniello a Bitetto (che ha chiuso con 10 sconfitte di fila) per poi passare all’ex esterno di Samp e Torino (tra le altre), uno che in carriera ha pure segnato un gol in Nazionale (contro la Costa d’Avorio), uno che è amico di Stroppa e che – dopo aver appeso gli scarpini al chiodo – si è divertito nel Beach Soccer assieme a… De Zerbi. Tanto per rimanere in ambito rossonero.

Diana, che da allenatore ha guidato praticamente solo la Feralpisalò (dove ha iniziato come tecnico dei Giovanissimi), ha esordito con il fragoroso 0-4 interno con la Paganese, ma poi ha fatto cambiare rotta alla squadra: se Romaniello aveva infatti terminato la sua avventura con 6 partite e una media punti di 0.50 a incontro e Bitetto era appena salito a 0,70 in 20 match (con 12 ko), Aimo sinora ha collezionato 5 vittorie, 2 pari e 3 stop in 10 giornate, ottenendo quindi 17 punti, con una media di 1.70 a partita. Una media importante che regala al Melfi ancora qualche chance di salvezza diretta a 180 minuti dalla fine, ma che comunque lo proietta con fiducia verso gli eventuali playout.
Diana sa però che a Foggia il suo amico Giovannino non farà sconti. C’è una striscia di successi consecutivi in casa (9) da mantenere aperta almeno sino alla 1ª di «B» e c’è soprattutto un popolo da onorare. Quel popolo che sognava questa festa da 19 anni e che con coda dell’occhio rivolgerà uno sguardo compiaciuto anche al “Matador” De Vena, ripensando a ciò che doveva essere e che per una volta è stato davvero!