[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]Q[/dropcap]uattro anni terzino sinistro della Paganese (dal 1979 al 1983), di cui uno con la fascia di capitano al braccio; Una stagione sulla panchina del Foggia (2005-2006), conclusa con la salvezza senza i playout, frutto di impegno e sacrificio, nonostante le difficoltà di una stagione da pazzi, con tre cambi in panchina e una piazza sull’orlo di una crisi di nervi. Silvano Fiorucci è il doppio ex della sfida Foggia-Paganese in programma domani allo Zaccheria (inizio ore 18.20). Contattato da Foggiasport24.com, il tecnico d Città di Castello ha commentato i temi della partita: «Conservo uno straordinario ricordo di entrambi i club. Con la maglia della Paganese ho conquistato la promozione in Serie C1. Ho fatto parte di una squadra che riusciva con pochi mezzi e tanta capacità a ben figurare nella terza serie del calcio italiano. Ricordo i tecnici Montefusco, Muiesan, Nenè e Gianmarinaro, oltre al sindaco e presidente Marcello Torre. Così come ricordo con grande affetto la stagione sulla panchina del Foggia».
Domani scenderanno in campo due squadre con due obiettivi diversi. Fiorucci mette in guardia l’ambiente rossonero sulle capacità della Paganese: «Grassadonia ha creato un bel gruppo, in grado di poter dire la sua anche per i playoff. Già, perché la salvezza dovrebbe essere ormai alla portata». Il Foggia, invece, chiede strada per continuare a dettare il passo in vetta alla classifica. «Si, ma i rossoneri devono stare attenti soprattutto ai… rossoneri. La Paganese è un ostacolo duro ma se il Foggia fa il suo è difficile resistere. Soprattutto allo Zaccheria, dove gli spalti vicinissimi al terreno di gioco fanno dello stadio un vero e proprio fortino. Serve qualcosa in più per portare via punti da lì».
La sfida di domani giunge a sette giornate dal termine della stagione e sarà la prima di tre match in otto giorni. Domani la Paganese, mercoledì e domenica prossima le trasferte di Catanzaro e Caserta. Fiorucci non ha dubbi: «Questa settimana sarà quella decisiva. Il Foggia può farcela perché mi è sembrato molto più maturo rispetto al passato. Adesso riesce a vincere anche in trasferta con continuità. Prima era bello, adesso è anche pratico. Se si vince in trasferta, anche soffrendo, significa che la squadra ha un grosso spessore caratteriale. E vi assicuro che per vincere i campionati non bastano solo le qualità tecniche ma servono anche determinazione e temperamento. Ecco, in questo momento la squadra ha raggiunto il suo apice. Per proseguire su questa strada deve evitare di andare col freno a mano tirato e al contempo essere pienamente consapevole che tutte le avversarie giocheranno la partita della vita, ad incominciare dalla Paganese. Inoltre il Foggia può farcela perché rispetto alle rivali, Lecce compreso, ha un organico molto più ricco e qualitativamente all’altezza. Chi subentra a partita in corso potrebbe tranquillamente essere un titolare. Poi per il Lecce è dura sapere che anche vincere tutte le partite da qui alla fine potrebbe non bastare…».
Domanda scontata. Domenica per chi farà il tifo il tecnico Fiorucci? «Mi piacerebbe essere nel primo tempo l’allenatore del Foggia, per provare la sensazione di scendere in campo con 15.000 persone sulle tribune. Nel secondo tempo vorrei essere il terzino sinistro della Paganese. Questo se Stroppa e Grassadonia sono d’accordo (sorride nda)».
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