[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]G[/dropcap]ennaio e febbraio non sono mesi per le vespe. Resistono solo nell’immaginario dei cartoni per bambini. Dove, peraltro, regna sovrana l’ape regina. Come regina è stata la Juve Stabia, capolista per una porzione di torneo nel girone di andata. Nel 2016, 43 punti in 21 giornate e una media di 2.04 a partita: un ruolino da promozione diretta, una puntura di eccitazione capace di risvegliare Castellammare dal torpore della passata stagione.
Quelle vespe che “sfastidiavano” Lecce, Foggia e Matera e giocavano pure un calcio eccitante avevano agitato la Città delle acque, dando libero sfogo ai sogni proibiti. Sogni che nessuno immaginava dovessero però evaporare nello spazio di una frazione… d’inverno: 6 match del 2017 e la miseria di 6 punti con una media crollata da 2.04 al “punticino” a incontro. Per colpa – così almeno la pensa una parte dei tifosi gialloblù – del mercato, dove “non si va sprovveduti” (lo dice il Trabucchi, storico manuale di Diritto Privato).
Sprovveduti quelli della Juve Stabia non lo sono, ma certo qualcosa non ha funzionato, malgrado in gialloblù sia arrivata gente del calibro di Cutolo, Matute, Santacroce, Giron e Paponi. La cifra del fallimento (sinora) della campagna di rafforzamento sta nella formazione schierata nel confronto pareggiato 3-3 con la Reggina sabato scorso…
Nessun nuovo acquisto tra i titolari (il solo Giron è entrato a partita in corso) e un elemento come Cutolo “addormentato” in panchina. Nel match con i calabresi, però, una luce si accesa nelle tenebre del Menti: è la scintilla di Mario Marotta (doppietta per lui), “SuperMario” per i tifosi della Frattese, compagine di serie D dove il ragazzo di Napoli ha militato nelle ultime due stagioni (14 assist nel 2014/15) e da dove le vespe lo hanno prelevato a luglio. Uno “scugnizzo”, cresciuto nella scuola calcio Posillipo, che in gioventù aveva attirato le attenzioni di Empoli e Lazio prima della chiamata irrinunciabile proprio del Napoli.

Un sinistro educato, uno specialista di rigori e punizioni (per conferma vedere il gioiello balistico contro il Messina del 14 settembre 2016), devoto al più grande mancino di sempre, il suo idolo Diego Armando Maradona, del quale Mario ha tatuato un autografo sul braccio. La sua avventura al Napoli è comunque durata poco: un infortunio alla clavicola ne ha impedito il riscatto e da lì il classe ’89 ha iniziato a girovagare per i campionati minori campani.
Il presidente Urbano della Virtus Volla, compagine di Eccellenza, lo chiamava il “Messi del Borsellino (campo di casa della Virtus ndr)” ed era riuscito a strapparlo alla Sarnese in cambio di… 30 felpe. Prima del match pareggiato con il Fondi, ha cambiato look platinando i capelli, esattamente come Messi o Insigne, napoletano come lui e come Vincenzo Sarno a cui il DS proprio del Volla, Luigi Davino, lo ha paragonato per la tecnica sopraffina.
Marotta, 1° obiettivo di “Attenti a quei due”, sarebbe piaciuto anche al presidentissimo Roberto Fiore (al comando anche del Napoli di Sivori, Altafini e dei 69mila abbonati al San Paolo), scomparso nei giorni scorsi, che guidò la Juve Stabia negli anni ’90 conducendola a due finali playoff per la «B» perse con Salernitana e Savoia. La sua squadra migliore, quella del ‘98/99, era capitanata da Amodio e da Fontana, oggi tecnico delle vespe.

Gaetano ha puntato forte su un solo neoacquisto di gennaio, Daniele Paponi (assente con la Reggina per squalifica ma disponibile per Foggia), che salì alla ribalta delle cronache il 20 dicembre 2006 quando all’esordio in «A» con la maglia del Parma realizzò un gol incredibile a Storari del Messina: uno “scorpione” degno del miglior René Higuita, un gol da premio Puskas, così come quello realizzato ad agosto 2016 con il Latina contro il Matera in Coppa Italia: una rovesciata plastica ad altezze siderali.
Una bellezza che il bomber dorico conserva nella sua bacheca personale, così come Francesco Lisi – l’esterno sinistro di Fontana – custodisce il record di 1° centro della Lega Pro 2016/17 (gol al Catania, al 21’ della 1ª di campionato) e così come Nicolas Izzillo – che tifa Inter e s’ispira a Pogba e Nainggolan – si gode il “primato” di miglior giocatore sardo (assieme al leccese Mancosu) della Lega Pro: per lui già 7 gol all’attivo. In conclusione, è vero che il pungiglione delle vespe sembra essere diventato innocuo, ma occhio Foggia: da temere ora c’è il colpo dello… scorpione!