[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]A[/dropcap]grigento. Stadio Esseneto. Ultimi due minuti di gara. Risultato inchiodato sullo zero a zero. Il Foggia Calcio ha già sbagliato un rigore (proprio come nella gara di andata) e impreca contro il fato, in una partita in cui i tiri in porta e le occasioni da rete sono state distillate col contagocce. Il campionato che scivola via, forse definitivamente, anche perché il Lecce capolista, in quello stesso momento, piega la resistenza della Vibonese e vince. Sic stantibus rebus la classifica reciterebbe -4 dalla capolista. Si gioca più con i nervi che con la testa. Anzi, no. La testa, buon per lui, l’ha usata Di Piazza, bravo e fortunato nel deviare in rete una traversa colpita da Mazzeo. Si gioca all’Esseneto ma il boato è lo stesso dello Zaccheria. Il Foggia ha rimesso in piedi una situazione che poteva essere difficile. Difficilissima. E continua a sperare.
PRIMO TEMPO – Il primo tempo è privo di emozioni. A tratti soporifero, nonostante la fisiologica supremazia territoriale dei rossoneri, al cospetto di un avversario che palesa qualche limite nella costruzione dell’azione. Ma il taccuino dei cronisti resta pulito. Solo tanta buona volontà, come quando di Di Piazza nel finale di frazione mette due volte al centro dei pericolosi cross dal fondo sui quali la difesa agrigentina si rifugia in angolo. Poi tocca a Gerbo servire un pallone preciso per Di Piazza, anticipato in angolo prima della deviazione vincente.
SECONDO TEMPO – Per il primo tiro in porta bisogna attendere il secondo tempo. Al 48′ Coppola prova la conclusione ma il tiro è debole e Guarna para senza patemi. Cinque minuti più tardi arriva quello del Foggia: incursione di Gerbo, sponda di Deli e tiro dal limite di Mazzeo. Ma la conclusione è lenta e il portiere para. Il Foggia aumenta la pressione ma l’occasione ghiotta capita all’Akragas con un elaborato contropiede, ma la conclusione dalla distanza di Palmiero di spegne di poco alta sulla traversa. Stroppa inserisce Chiricò in luogo di Sarno e l’esterno crea subito scompiglio in area avversaria, ma il suo radente dal fondo non trova per poco la deviazione di Mazzeo. Al 74′ i rossoneri colpiscono il palo con un tocco maldestro del difensore Riggio, che per poco non infilava la propria porta sugli sviluppi di un calcio di punizione di Mazzeo. Poco dopo è Chiricò a mettere al centro un altro cross sul quale la difesa anticipa Di Piazza pronto alla deviazione sul secondo palo. A dieci minuti dal termine il Foggia ha l’occasione più importante del match. Gerbo entra in area e viene atterrato vistosamente da Russo. L’arbitro assegna il rigore ma Mazzeo si fa parare il tiro dal portiere. La partita s’accende. L’Akragas si sbilancia sulle ali dell’entusiasmo alla ricerca del vantaggio. Poi il gol, a due giri di lancette dal triplice fischio. Mazzeo riceve palla spalle alla porta, fa perno sulla gamba di appoggio e conclude: la palla tocca la traversa e cade davanti agli occhi di Di Piazza che deve solo spingerla in porta con la testa. Il gol è liberatorio. Sperato. Importantissimo. Si continua a correre.