“Qui si vive solo per recuperare dall’infortunio e tornare in forma. Mi manca la famiglia, mi mancano i compagni, il campo, il pubblico dello Zaccheria, mi manca tutta la mia vita”. La voce, al telefono, è calma e serena, come al solito, ma il velo di tristezza che accompagna le risposte si percepisce in maniera netta. Angelo de Almeida è a Cesena dove lavora, si allena, sbuffa, sopporta il dolore da più di un mese. Un maledetto infortunio alla spalla lo ha messo ko nei minuti finali di Melfi-Foggia. “Ormai la gara era finita – racconta il difensore rossonero – eravamo nel recupero, io sono saltato di testa correndo all’indietro e sono caduto sbattendo sulla spalla. Sembrava una cosa da nulla, la spalla era la stessa che mi era uscita a Catania lo scorso anno e quella volta ero tornato in campo già la domenica successiva. Purtroppo il giorno dopo il dolore non accennava a diminuire, non riuscivo ad alzare il braccio, e così abbiamo deciso di fare un consulto a Milano dal professor Castagna”. L’esito del consulto è stato impietoso: lesione del tendine sovraspinoso, intervento praticamente obbligato: “In realtà potevamo anche decidere di attuare una terapia conservativa e provare ad andare avanti ma era troppo pericoloso. Il rischio era di farmi male alla prima caduta e perdere tutta la stagione, con l’intervento, invece, i tempi di recupero stimati erano 3 mesi”. E così Angelo si opera, il 21 dicembre, sempre dal Professor Castagna. Dopo la prima fase post operatoria è cominciata quella di recupero, una fase faticosa e dolorosa: “Qui a Cesena si vive solo per recuperare. Si comincia a lavorare alle 8:30, in palestra. La prima parte della mattina faccio lavoro sulla forza e sulla mobilità della spalla, poi si esce in bici e si percorrono 30/35 chilometri, insieme agli altri giocatori che sono qui – l’altro rossonero Empereur, ma anche Manganelli del Sassuolo ed altri – quindi si finisce con il lavoro in piscina fino alle 13:00. Il tempo di pranzare e di riposarsi un po’ ed alle 14:30 sono di nuovo in palestra. Ancora lavoro specifico sulla spalla: forza, mobilitazione, piscina, fino alle 19:00. Solo dopo cena, verso le 21:00, riesco a rilassarmi un po’, a guardare il telefonino. 10, 12 telefonate senza risposta, tanti messaggi, compagni di squadra, amici, colleghi, la mia famiglia. A quel punto non hai voglia e forza di fare nient’altro che andare a dormire. Però va bene così, sapevo che sarebbe stato un recupero lento, i miglioramenti ci sono, sono netti, ma anche molto piccoli. Io comunque penso positivo, non vedo l’ora di tornare a Foggia e riprendere ad allenarmi con i miei compagni”. Probabilmente in tempo per il rush finale, per tornare a dare una mano al Foggia: “Eh, all’inizio la cosa più brutta dell’infortunio è stato anche il pensiero di aver lasciato i compagni, di non aver più potuto dare il mio apporto. Ma il nostro è un grande gruppo, in grado di superare tutti gli ostacoli, diciamo che i risultati positivi non mi mettono addosso l’ansia di recuperare in fretta, faccio tutto con calma, ma non vedo l’ora di tornare a giocare”. Manca più Angelo al Foggia o il Foggia ad Angelo? “Non lo so, penso e spero di mancare ai miei compagni. So che mi vogliono bene, sono sempre stato un punto di riferimento, ho sempre messo a disposizione di tutti la mia esperienza, il mio valore, ma so anche che il gruppo è molto forte, se la stanno cavando alla grande anche senza di me: sono proprio felice”. Sabato scorso, contro la Virtus Francavilla Angelo è tornato a veder il suo Foggia: “E’ andata benissimo, ma per me è stata una tortura veder gli altri giocare e non poter fare lo stesso. Ma non mi piango addosso e lavoro per tornare presto”. A Marzo tornando nello spogliatoio non troverai più Quinto, Letizia, Riverola, Padovan, in compenso ci saranno, Deli, Di Piazza, Figliomeni, Faber: “Il calcio è così, magari ti affezioni ad un compagno e poi non lo trovi più. Chi è andato via aveva bisogno di trovare spazio ed anche se a me dispiace, probabilmente, per loro è stato meglio così. La Società sa quello che fa, e, a giudicare dai risultati di queste prime gare del 2017, ha fatto bene” . La stagione è entrata nella fase decisiva, quella fase in cui, lo scorso anno, probabilmente si è perso il campionato: “L’anno scorso a Gennaio abbiamo pareggiato 3 volte e vinto una sola volta, quest’anno siamo partiti meglio, ma dobbiamo continuare così, non abbiamo fatto ancora nulla. Nelle ultime 6 gare abbiamo vinto 5 volte e pareggiato una sola volta ma siamo sempre secondi con 2 squadre davanti. Evidentemente noi stiamo facendo bene ma le altre non mollano niente e sarà così fino alla fine, noi dobbiamo pensare solo a vincere, sempre”. L’ultimo pensiero di Angelo va al popolo rossonero: “Beh i foggiani sono fantastici. Ho 35 anni, ho vissuto tante esperienze, credevo di aver visto tutto e non credevo di emozionarmi ancora e invece qui mi è successo di nuovo. Al mio arrivo avevo percepito che c’era scetticismo nei miei confronti, probabilmente per l’età, ma noi abbiamo la fortuna di poter rispondere sul campo. So che qui mi vogliono bene e questo mi fa piacere, perché il loro amore me lo sono conquistato con le prestazioni. Ora non vedo l’ora di tornare in campo per regalare loro quello che sognano da tanto tempo, solo così posso restituire tutto quello che mi hanno dato”. In bocca al lupo, Angelo, torna presto, lo Zaccheria non vede l’ora di rivederti!
Area Comunicazione Foggia Calcio
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