[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]P[/dropcap]rima della partenza verso Reggio Calabria, il tecnico del Foggia Stroppa si è intrattenuto con la stampa. “Cercheremo di migliorare la prestazione con la Casertana e portare a casa i tre punti che sono determinanti”, ha esordito, sottolineando le difficoltà della sfida: “È una partita insidiosa, la Reggina corre, ha buon entusiasmo. Chiaro che concede e ha difetti e dovremo cercare di approfittarne. Coralli (che è in dubbio ndr) è sicuramente il giocatore che dà i tempi, ha qualità importanti ma la squadra può essere pericolosa ovunque”.
Il mister ha anche parlato del dirimpettaio Karel Zeman, figlio del suo “maestro” Zdenek: “È strano affrontarlo, nei modi rispecchia il papà; l’ho visto allenare, ci siamo anche confrontati. Ha dato un’identità ben precisa alla sua formazione, è un ragazzo eccezionale”. “Alla mia squadra chiedo di essere compatti, equilibrati, di avere letture perfette”, ha aggiunto Stroppa che ha ricordato che solo se “(…) hai determinazione e cattiveria pari agli avversari, le qualità tecniche emergono”.
Capitolo formazione: mancheranno i tre squalificati Gerbo, Loiacono e Padovan e gli infortunati Mazzeo, Empereur e Agazzi (che ha accusato un problema all’adduttore). Malgrado le defezioni, alcune anche originate da comportamenti discutibili (“Le espulsioni per proteste o episodi come quello di Padovan sono inaccettabili. Nervosismi gratuiti non dovrebbero esistere” ha sostenuto l’allenatore dei satanelli), il Foggia non derogherà dal 4-3-3: “Nell’immediato rimarremo con questo modulo perché ci sono gli uomini per poterlo applicare”, ha spiegato Stroppa che sul fattore ambiente ha ribadito:
“L’ambiente è così, non possiamo farci niente. L’importante è che la squadra sia coesa, abbia in testa l’obiettivo e continui così. Il momento non è eccezionale perché la squadra vive le sensazioni della città che al momento sono negative. È sorpresa della risposta a quello che si sta facendo. Alla squadra ho detto che deve isolarsi e non pensare all’ambiente. Dentro la squadra c’è voglia di dare una risposta tangibile alle attese e finiamo per metterci sulle spalle questa apprensione. Siamo tutti attaccati alla maglia, alla città. Non ci sono ragazzi a cui non interessa niente. In questa squadra ci sono valori incredibili, per cui i ragazzi somatizzano gli aspetti negativi”.
Il pensiero finale è dedicato ancora alla negatività ambientale con uno specifico riferimento alla sua esperienza personale: “Questa maglia me la sento addosso, perché qui ho vissuto la serie A spensierata quando dettavamo legge su tutti i campi e poi la serie C quando non c’era società. Ora c’è tutto: una società forte, un gruppo importante, siamo secondi. E allora mi chiedo perché…”. Domanda nella cui risposta ci sono le chiavi del futuro dei rossoneri.